MONDO
La donna si trova attualmente in un campo profughi
Siria, Londra revocherà la cittadinanza alla 19enne sposa dell'Isis
Secondo i media la giovane aveva chiesto "compassione", permettendole di crescere il suo terzo figlio, appena nato, in Gran Bretagna. Intanto, nell'est dell Siria diversi combattenti dell'Isis si sono arresi alle forze curdo-arabe nell'ultima battaglia per strappare al gruppo jihadista il villaggio di Baghuz

Il Regno Unito revocherà la cittadinanza della 19enne Shamima Begum, l'adolescente britannica che si è unita al gruppo del sedicente Stato islamico (Isis) in Siria e che adesso vorrebbe rientrare nel suo Paese con il suo bambino appena nato: lo ha annunciato il legale della sua famiglia, Tasnime Akunjee.
L'avvocato ha scritto su Twitter per manifestare tutto il suo "disappunto" per "l'intenzione del ministero degli Interni di privare Shamima della sua cittadinanza". ITV News ha riferito che il ministero avrebbe già inviato una lettera alla madre di Begum, notificando alla famiglia la decisione. Begum si trova attualmente in un campo profughi nel nord-est della Siria dove si è rifugiata per sfuggire ai combattimenti nell'Est del paese, insieme a centinaia di altre persone con collegamenti con l'Isis. Nel fine settimana Begum ha dato alla luce il suo terzo figlio e ha rivolto un appello alle autorità britanniche affinché mostrino "compassione", permettendole di crescere il bambino in Gran Bretagna.
Baghuz, alcuni combattenti dell'Isis si arrendono. Civili lasciano l'area
E nelle ultime ore in Siria diversi combattenti dell'Isis, tra loro diversi foreign fighter, si sono arresi alle forze curdo-arabe nell'ultima battaglia per strappare al gruppo jihadista il villaggio di Baghuz, nell'est del Paese. Anche diversi civili, che rischiavano di essere usati dai jihadisti come scudi umani, sono riusciti a lasciare l'area. Dieci camion con a bordo civili, tra cui donne e bambini, hanno lasciato il villaggio.
Lo ha riferito il portavoce delle Forze democratiche siriane (Fds), Adnane Afrine, secondo cui "per la prima volta in quattro giorni decine di civili e alcuni combattenti si sono arresi alle Fds".
Tra loro "alcuni stranieri, di cui non sono ancora state determinate le nazionalità", ha aggiunto. Tuttavia - ha avvertito - "ci sono ancora combattenti che non vogliono arrendersi e molti civili intrappolati all'interno" della zona ancora sotto il controllo dei jihadisti del califfato nero.
Da inizio dicembre circa 40mila persone, soprattutto famiglie di jihadisti, sono fuggite dalla zona, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani. L'Onu ha espresso "viva preoccupazione" per le "200 famiglie, tra cui donne e bambini, prese apparentemente in ostaggio".
L'avvocato ha scritto su Twitter per manifestare tutto il suo "disappunto" per "l'intenzione del ministero degli Interni di privare Shamima della sua cittadinanza". ITV News ha riferito che il ministero avrebbe già inviato una lettera alla madre di Begum, notificando alla famiglia la decisione. Begum si trova attualmente in un campo profughi nel nord-est della Siria dove si è rifugiata per sfuggire ai combattimenti nell'Est del paese, insieme a centinaia di altre persone con collegamenti con l'Isis. Nel fine settimana Begum ha dato alla luce il suo terzo figlio e ha rivolto un appello alle autorità britanniche affinché mostrino "compassione", permettendole di crescere il bambino in Gran Bretagna.
Baghuz, alcuni combattenti dell'Isis si arrendono. Civili lasciano l'area
E nelle ultime ore in Siria diversi combattenti dell'Isis, tra loro diversi foreign fighter, si sono arresi alle forze curdo-arabe nell'ultima battaglia per strappare al gruppo jihadista il villaggio di Baghuz, nell'est del Paese. Anche diversi civili, che rischiavano di essere usati dai jihadisti come scudi umani, sono riusciti a lasciare l'area. Dieci camion con a bordo civili, tra cui donne e bambini, hanno lasciato il villaggio.
Lo ha riferito il portavoce delle Forze democratiche siriane (Fds), Adnane Afrine, secondo cui "per la prima volta in quattro giorni decine di civili e alcuni combattenti si sono arresi alle Fds".
Tra loro "alcuni stranieri, di cui non sono ancora state determinate le nazionalità", ha aggiunto. Tuttavia - ha avvertito - "ci sono ancora combattenti che non vogliono arrendersi e molti civili intrappolati all'interno" della zona ancora sotto il controllo dei jihadisti del califfato nero.
Da inizio dicembre circa 40mila persone, soprattutto famiglie di jihadisti, sono fuggite dalla zona, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti umani. L'Onu ha espresso "viva preoccupazione" per le "200 famiglie, tra cui donne e bambini, prese apparentemente in ostaggio".