Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-00a88c1b-6254-4fbc-b0a8-0f020d3c2a91.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Il virus

Virus della febbre del Nilo, morto ad Udine un uomo di 58 anni

"Le sue condizioni sono apparse molto gravi", ha spiegato il direttore della Clinica di malattie infettive dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Matteo Bassetti. "Gli abbiamo riscontrato una meningite da West Nile e soffriva di una forma di immunodeficienza, di conseguenza non si è mai ripreso nonostante sia stato fatto tutto il possibile". Per Bassetti, però, nonostante i casi confermati o sospetti di Febbre del Nilo non c'è alcun motivo per allarmarsi

Condividi
Ancora una morte in Friuli provocata dal virus della Febbre del Nilo. E' la terza in meno di un mese, la prima all'ospedale di Udine, dove negli ultimi quattro mesi ci sono stati cinque casi conclamati di contagio da West Nile, come ricorda il Messaggero Veneto oggi in edicola. Si tratta di un uomo, di 58 anni, residente a Codroipo (Udine) ricoverato nel reparto di terapia intensiva da una decina di giorni. Gli altri due decessi per il contagio si sono verificati a Latisana e Prata di Pordenone.

"Le sue condizioni sono apparse molto gravi", ha spiegato il direttore della Clinica di malattie infettive dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Matteo Bassetti. "Gli abbiamo riscontrato una meningite da West Nile e soffriva di una forma di immunodeficienza, di conseguenza non si è mai ripreso nonostante sia stato fatto tutto il possibile". Per Bassetti, però, nonostante i casi confermati o sospetti di Febbre del Nilo non c'è alcun motivo per allarmarsi.

Minaccia presente in Europa da 10 anni
Il West Nile virus, o virus della Febbre del Nilo Occidentale,  è un ospite indesiderato in Europa ormai da una decina d'anni, ma questa stagione sembra essere particolarmente aggressivo. Il numero di casi registrati nel continente ha già superato quello dell'intero 2017, e nel nostro paese si contano già diversi morti per la patologia.   Secondo il bollettino dell'Ecdc, il Centro Europeo di Controllo delle malattie, aggiornato al 9 agosto, dall'inizio dell'epidemia l'Italia ha segnalato 123 casi umani sui 231 totali, la Grecia 59, la Romania 23 e la Francia 2. All'organismo sono stati notificati sette morti, tre in Italia, tre in Grecia e uno in Romania, ma il conto almeno per il nostro paese è destinato ad aumentare di qualche unità. In tutta la stagione di trasmissione del 2017, da maggio a novembre, si erano verificati nell'Ue 204 casi umani con 26 morti, di cui uno solo in Italia, riporta l'Ecdc.

Il virus del Nilo Occidentale, spiega il sito del Centro Nazionale Sangue dell'Iss, si trasmette attraverso la puntura di una zanzara di genere Culex, presente da tempo in Italia, con i primi 'avvistamenti' del Wnv che risalgono al 1998.

L'infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite. Il sistema di sorveglianza ha finora individuato 24 donatori di sangue positivi, sottolinea il Centro, garantendo la sicurezza degli emocomponenti trasfusi. "Il piano - spiega il Cns - prevede la diramazione di un alert immediato non appena il virus venga isolato in un pool di zanzare, in un esemplare di avifauna o in un equide.

A seguito della segnalazione le strutture trasfusionali delle province interessate hanno l'obbligo di introdurre il test per tutte le donazioni. Tale test, che va effettuato contestualmente alla donazione di sangue, permette di rilevare la presenza del Wnv e di evitare cos la trasmissione trasfusionale dell'infezione". Il test viene consigliato anche per chi ha soggiornato per almeno una notte nelle zone dove è stato isolato il virus, evento che altrimenti comporta la sospensione per 28 giorni del donatore.