ITALIA
Tra le piste, anche quella del terrorismo
Giallo a Venezia: arsenale da guerra in una casa di campagna, arrestato imprenditore
Un arsenale da guerra è stato ritrovato all’interno di una casa di campagna, tra Mira e Borgoricco, nel veneziano: 23 pistole, 2 fucili a canne mozze, 2 carabine di precisione, un kalashnikov, munizioni da guerra, balestre, pugnali e coltelli

Un vero e proprio arsenale da guerra è stato ritrovato dalla polizia all’interno di una casa di campagna, tra Mira e Borgoricco, nel veneziano: 23 pistole, dotate di silenziatore, 2 fucili a canne mozze, 2 carabine di precisione, un kalashnikov, oltre a munizioni da guerra e a balestre, pugnali e coltelli. Trovato anche un falso tesserino da poliziotto.
L’operazione ha portato all'arresto, con l’accusa di detenzione di armi, di Massimo Rossi, un imprenditore 53enne che è apparso molto sorpreso quando gli agenti, con tanto di unità cinofile e artificieri, hanno fatto irruzione nel casolare. Il blitz è scattato al termine di un'indagine condotta sulla base di informazioni raccolte dagli agenti del commissariato di San Marco, a Venezia, e sviluppata in accordo con la squadra mobile.
Restano da chiarire le ragioni della detenzione di un tale quantitativo di armi, tra cui pistole di provenienza clandestina. Secondo "La Nuova di Venezia", alcune armi con la matricola abrasa sarebbero state "pronte per essere usate da una banda di rapinatori della Riviera del Brenta".
Per il momento tutte le ipotesi restano aperte. È ritenuta "improbabile" la pista del collezionismo, mentre particolare attenzione verrà riservata alla possibilità di un legame dell'uomo con la malavita. Non è esclusa a priori la pista terroristica.
L’operazione ha portato all'arresto, con l’accusa di detenzione di armi, di Massimo Rossi, un imprenditore 53enne che è apparso molto sorpreso quando gli agenti, con tanto di unità cinofile e artificieri, hanno fatto irruzione nel casolare. Il blitz è scattato al termine di un'indagine condotta sulla base di informazioni raccolte dagli agenti del commissariato di San Marco, a Venezia, e sviluppata in accordo con la squadra mobile.
Restano da chiarire le ragioni della detenzione di un tale quantitativo di armi, tra cui pistole di provenienza clandestina. Secondo "La Nuova di Venezia", alcune armi con la matricola abrasa sarebbero state "pronte per essere usate da una banda di rapinatori della Riviera del Brenta".
Per il momento tutte le ipotesi restano aperte. È ritenuta "improbabile" la pista del collezionismo, mentre particolare attenzione verrà riservata alla possibilità di un legame dell'uomo con la malavita. Non è esclusa a priori la pista terroristica.