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MONDO

Nella zona occupata dai manifestanti che protestano per la morte di George Floyd

Nuova sparatoria a Seattle: ucciso un 16enne, grave un 14enne

Si tratta della quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni in quella che era al'inizio una zona presidiata da manifestanti pacifici ma si è trasformata in una terra di nessuno

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Un ragazzo di 16 anni è stato ucciso e un altro è ricoverato in terapia intensiva dopo una sparatoria nella 'Chop zone' di Seattle  la zona vicino al Congresso occupata dai manifestanti che protestano per la morte di George Floyd.  

Secondo una prima ricostruzione, verso le tre del mattino una Jeep Bianca si sarebbe avvicinata alle barriere di cemento che delimitano la zona quando improvvisamente alcune persone hanno aperto il fuoco contro il Suv. Due teenager che probabilmente erano dentro l'auto, spiegano gli investigatori,sono rimasti feriti e portati in ospedale, uno con un'auto privata. Uno dei due, 16 anni, è deceduto dopo il ricovero.

Si tratta della quarta sparatoria negli ultimi dieci giorni in quella che era al'inizio una zona presidiata da manifestanti pacifici ma si è trasformata in una terra di nessuno.

La zona 'Capitol Hill Occupied Protest' autogestita dai manifestanti è stata creata sulla scia dell'uccisione dell'afroamericano Floyd, morto durante un arresto a Minneapolis, in cui il 25 maggio un poliziotto bianco gli ha premuto il collo a terra con un ginocchio per otto minuti. In una strada, i manifestanti hanno creato un enorme murale che riporta il nome del movimento, 'Black Lives Matter'. Essendo le proteste, ormai diffuse livello nazionale e internazionale, contro il razzismo sistemico e la brutalità della polizia, la sicurezza della zona è gestita in autonomia dai manifestanti.

La zona era stata occupata da centinaia di dimostranti pacifici, ma negli ultimi 10 giorni vi si sono verificate quattro sparatorie. Nella prima, il 20 giugno, un 19enne è stato ucciso e un 33enne ferito. Il giorno successivo, un 17enne è stato ferito, così come lo è stata due giorni dopo un'altra persona. A seguito dei ripetuti episodi di violenza le autorità locali hanno dichiarato di valutare lo smantellamento della zona Chop e riaprire la stazione di polizia.

La direttrice del Seattle Police Department, Carmen Best, ha accusato dimostranti e abitanti di "non essere collaborativi con le nostre richieste di aiuto" e ha descritto l'area come "non sicura, per nessuno".

Nel frattempo si sollevano da varie parti dello spettro politico richieste di dimissioni nei confronti della sindaca Jenny Durkan, accusata di aver gestito male la situazione. Secondo i media locali la zona Chop è pacifica e tranquilla di giorno, con volontari che distribuiscono cibo gratuitamente e gente che si rilassa nei parchi, dove è stato anche creato un giardino comunitario. Di notte, tuttavia, la tensione sale quando i dimostranti marciano e persone armate controllano le strade.