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SCIENZA

La faglia

Terremoto a Gubbio: la scheda tecnica

I dati sugli eventi sismici registrati nell'area dell'Appennino umbro-marchigiano dall'Istituto di Geofisica e Vulcanologia. Non è chiaro se gli episodi di questi giorni siano attribuibili alla faglia di Gubbio come il sisma del 1984

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I danni del terremoto del 1984
Gubbio
L'area dell'Appennino umbro-marchigiano, dove si stanno registrando i terremoti in questi giorni, ha un rilascio pressoché continuo secondo l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia. In passato nella zona si sono verificati sismi di magnitudo tra 5 e 6, l’ultimo dei quali a fine aprile del 1984 a sud di Gubbio. Il terremoto del 1984 non provocò vittime,ma causò danni del VII grado Mercalli (MCS) in numerose località in provincia di Perugia.

Terremoti storici
La città di Gubbio ha subito effetti superiori al VII grado della scala Mercalli in tre occasioni: in due casi si tratta di eventi antichi di cui si sa poco, mentre nel terzo caso si tratta del terremoto del 1751 che ha avuto come epicentro la zona di Gualdo Tadino, circa 20 km a sud di Gubbio. Quest’ultimo terremoto ha una magnitudo stimata di poco superiore a 6.

Il bacino della città eugubina
Secondo una delle interpretazioni più accreditate, il terremoto del 1984 è avvenuto sulla “faglia di Gubbio“, una faglia ben studiata dai geologi che borda sul lato orientale il bacino di Gubbio. La faglia di Gubbio è stata studiata a fondo con analisi di terreno, sismica di esplorazione profonda, dati sismologici e altri dati: si tratta di una faglia "normale" che affiora sul bordo nord-est della valle di Gubbio e si immerge sotto alla valle stessa (quindi verso sud-ovest).Il terremoto del 1984 è avvenuto nel settore meridionale del bacino di Gubbio ed è probabilmente legato all’attività della faglia di Gubbio, anche se i dati dell’epoca non consentono una sicura attribuzione dell’evento principale alla faglia stessa.

Gli epicentri e le strutture
Non è ancora chiaro se i terremoti di questi giorni siano legati o meno alla faglia di Gubbio. La posizione degli epicentri dei terremoti degli ultimi anni (2010-2013) rivela una struttura allineata in direzione nordovest-sudest, che si è attivata in diversi settori e in momenti successivi.Si stanno al momento studiando le caratteristiche della sismicità per determinare quale sia la faglia attiva (o le faglie attive). Sembra per il momento che tra la struttura attiva in questi giorni e la faglia del 1984 ci sia un “offset” che non permette di legare facilmente i due andamenti alla stessa faglia.

I progetti di studio nella zona
Questo settore dell’Appennino umbro-marchigiano rappresenta un laboratorio naturale per lo studio della sismicità. Diversi progetti finanziati negli ultimi anni dal Ministero della Ricerca, dal Dipartimento della Protezione Civile e dall’Unione Europea e coordinati dall’INGV hanno fatto di questa regione una delle aree di studio dei terremoti più importante a livello internazionale.