CULTURA
Bandiera a mezz'asta al Teatro della Scala
Mondo del teatro ancora in lutto per Ronconi, domani a Perugia l'addio al maestro
Funerali privati per l'attore e regista morto sabato scorso a Milano. Nel foyer del Piccolo Teatro il pubblico potrà affidare "un pensiero alle pagine di un libro aperto al ricordo e all'affetto di tutti"

Il mondo dello spettacolo e della cultura è ancora in lutto per la morte di Luca Ronconi. I funerali dell'attore e regista morto a Milano il 21 febbraio scorso si terranno domani, in forma privata, vicino a Perugia, nella parrocchia di Civitella Benazzone, luogo in cui sono sepolte le persone a lui particolarmente care. Contemporaneamente a Milano nei foyer delle tre sale Strelhler, Grassi e Studio Melato del Piccolo Teatro, "il pubblico potrà affidare un pensiero alle pagine di un libro aperto al ricordo e all'affetto di tutti".
Ronconi è morto sabato sera in ospedale a Milano. Nato l'8 marzo 1933 avrebbe compiuto fra pochi giorni 82 anni. A quanto si apprende la morte potrebbe essere stata causata da un virus che il maestro avrebbe contratto di recente e che avrebbe complicato la sua situazione di salute, già compromessa dalla dialisi.
Teatro Piccolo dedica a Ronconi la scuola
Tante le iniziative dedicate al grande regista. Per ricordarlo il teatro Piccolo di Milano, che era diventata la sua casa dalla morte di Giorgio Stehler a fine 2007, ha scelto di dedicargli la scuola, che da oggi porta il suo nome. In questi giorni i suoi attori, che hanno portato in scena l'ultima regia di Ronconi Lehman Trilogy, sul palco a stento hanno trattenuto le lacrime.
La carriera
Ha mosso i primi passi come regista teatrale nel 1963, con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. Negli anni successivi si è fatto notare come esponente dell’avanguardia teatrale, per arrivare alla fama anche fuori dai confini nazionali nel 1969 con 'l’Orlando furioso' di Ariosto nella versione di Edoardo Sanguineti. Nel corso degli anni collabora con diverse istituzioni teatrali, tra cui la Biennale di Venezia, di cui diventerà direttore della Sezione Teatro dal 1975 al 1977. Nel biennio successivo, 1977-1979, fonda e dirige il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato. Sono gli anni di spettacoli memorabili, tra cui 'Orestea' di Eschilo 1972, 'Utopia' da Aristofane 1976, 'Baccanti' di Euripide 1977, 'La torre di von Hofmannsthal' 1978.
I grandi teatri italiani
Nel 1989 andrà a Torino a dirigere il Teatro Stabile dove resterà fino al 1994. Qui realizza un imponente allestimento (oltre sessanta attori) de 'Gli ultimi giorni dell'umanità' di Karl Kraus, al Lingotto (1991). Passerà poi alla guida del Teatro di Roma (dal 1994 al 1998), dove nel 1996 dirige 'Quer pasticciaccio brutto de via Merulana' di Gadda e l'anno successivo mette in scena uno dei pochi drammi inediti della sua carriera, il 'Davila Roa' di Alessandro Baricco, che riceve un'accoglienza negativa e 'I fratelli Karamazov' di Dostoevskij 1998.
Il Piccolo
Nel 1999 passa al Piccolo Teatro di Milano, dove affianca il direttore Sergio Escobar in ruolo di direttore artistico. Qui debutta con due pièces: 'La vita è sogno' di Pedro Calderón de la Barca e 'Il sogno' di August Strindberg. Al Piccolo, nel 2002 dirige un originale spettacolo, 'Infinities', tratto da un testo scientifico del cosmologo John David Barrow, ora pubblicato dalla casa editrice Scienza Express nel volume "Gli infiniti di Ronconi" a cura di Pino Donghi. Ha diretto anche le versioni per la televisione di molti suoi spettacoli.
La lirica
Come regista lirico, ha curato l'allestimento di moltissime opere, soprattutto classici italiani (Monteverdi, Bellini, Rossini - Ronconi ha partecipato più volte al Rossini Opera Festival di Pesaro - Verdi e Puccini) e stranieri contemporanei (per esempio Il caso Makropulos di Janacek e Turn of the Screw di Britten).
I Giochi Olimpici di Torino
Nel 2006 realizza cinque spettacoli collegati tra di loro per i XX Giochi olimpici invernali di Torino. Per tutti questi spettacoli (denominati Progetto Domani), Ronconi vince un Premio Ubu Speciale "... per la complessità e la riuscita artistica di una iniziativa nella quale il teatro concorre a trovare nuova linfa espressiva nella riflessione sulla contemporaneità".
Ronconi è morto sabato sera in ospedale a Milano. Nato l'8 marzo 1933 avrebbe compiuto fra pochi giorni 82 anni. A quanto si apprende la morte potrebbe essere stata causata da un virus che il maestro avrebbe contratto di recente e che avrebbe complicato la sua situazione di salute, già compromessa dalla dialisi.
Teatro Piccolo dedica a Ronconi la scuola
Tante le iniziative dedicate al grande regista. Per ricordarlo il teatro Piccolo di Milano, che era diventata la sua casa dalla morte di Giorgio Stehler a fine 2007, ha scelto di dedicargli la scuola, che da oggi porta il suo nome. In questi giorni i suoi attori, che hanno portato in scena l'ultima regia di Ronconi Lehman Trilogy, sul palco a stento hanno trattenuto le lacrime.
La carriera
Ha mosso i primi passi come regista teatrale nel 1963, con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. Negli anni successivi si è fatto notare come esponente dell’avanguardia teatrale, per arrivare alla fama anche fuori dai confini nazionali nel 1969 con 'l’Orlando furioso' di Ariosto nella versione di Edoardo Sanguineti. Nel corso degli anni collabora con diverse istituzioni teatrali, tra cui la Biennale di Venezia, di cui diventerà direttore della Sezione Teatro dal 1975 al 1977. Nel biennio successivo, 1977-1979, fonda e dirige il Laboratorio di progettazione teatrale di Prato. Sono gli anni di spettacoli memorabili, tra cui 'Orestea' di Eschilo 1972, 'Utopia' da Aristofane 1976, 'Baccanti' di Euripide 1977, 'La torre di von Hofmannsthal' 1978.
I grandi teatri italiani
Nel 1989 andrà a Torino a dirigere il Teatro Stabile dove resterà fino al 1994. Qui realizza un imponente allestimento (oltre sessanta attori) de 'Gli ultimi giorni dell'umanità' di Karl Kraus, al Lingotto (1991). Passerà poi alla guida del Teatro di Roma (dal 1994 al 1998), dove nel 1996 dirige 'Quer pasticciaccio brutto de via Merulana' di Gadda e l'anno successivo mette in scena uno dei pochi drammi inediti della sua carriera, il 'Davila Roa' di Alessandro Baricco, che riceve un'accoglienza negativa e 'I fratelli Karamazov' di Dostoevskij 1998.
Il Piccolo
Nel 1999 passa al Piccolo Teatro di Milano, dove affianca il direttore Sergio Escobar in ruolo di direttore artistico. Qui debutta con due pièces: 'La vita è sogno' di Pedro Calderón de la Barca e 'Il sogno' di August Strindberg. Al Piccolo, nel 2002 dirige un originale spettacolo, 'Infinities', tratto da un testo scientifico del cosmologo John David Barrow, ora pubblicato dalla casa editrice Scienza Express nel volume "Gli infiniti di Ronconi" a cura di Pino Donghi. Ha diretto anche le versioni per la televisione di molti suoi spettacoli.
La lirica
Come regista lirico, ha curato l'allestimento di moltissime opere, soprattutto classici italiani (Monteverdi, Bellini, Rossini - Ronconi ha partecipato più volte al Rossini Opera Festival di Pesaro - Verdi e Puccini) e stranieri contemporanei (per esempio Il caso Makropulos di Janacek e Turn of the Screw di Britten).
I Giochi Olimpici di Torino
Nel 2006 realizza cinque spettacoli collegati tra di loro per i XX Giochi olimpici invernali di Torino. Per tutti questi spettacoli (denominati Progetto Domani), Ronconi vince un Premio Ubu Speciale "... per la complessità e la riuscita artistica di una iniziativa nella quale il teatro concorre a trovare nuova linfa espressiva nella riflessione sulla contemporaneità".