MONDO
Duma potrebbe rimborsare beni sequestrati all’estero rifacendosi sullo Stato che predispone sanzione
La Duma russa sta esaminando un disegno di legge che garantisce ai cittadini russi il rimborso da parte dello Stato per i beni confiscati all’estero, come previsto dalle sanzioni Ue. Qualora la legge fosse approvata - e ultimamente i legislatori russi ne hanno ratificate anche di più controverse in tempi record -, anche l’oligarca Arkadij Rotenberg ne gioverebbe. I suoi beni sono stati sequestrati in Italia dalla Guardia di Finanza e Mosca potrebbe rivalersi sul Belpaese.
Il meccanismo della proposta di legge prevede infatti che un cittadino russo, i cui beni sono stati sequestrati all’estero, può fare causa e i giudici emette un verdetto di rimborso per le perdite. Compensazione motivata da “intromissione di uno stato estero nella giurisdizione appartenente alla competenza dei tribunali russi” e “violazione della sovranità”, che potrà essere liquidata direttamente dal Tesoro.
Un provvedimento di legge insomma per ribadire che i beni russi all’estero possono essere congelati o confiscati solo per disposizione o su richiesta dei tribunali di Mosca. Ma c'è di più. Si prevederebbe anche il cosiddetto "principio di regressione", ossia che dopo aver rimborsato le perdite subite al proprio cittadino, lo stato russo potrà rivalersi sullo stato estero che provvede alla sanzione. Come? Disponendo il sequestro dei beni presenti sul territorio russo, anche quelli coperti dall'immunità diplomatica, ovvero le ambasciate. Così avrebbe specificato il relatore della legge, il deputato del partito al potere “Russia Unita”, Vladimir Ponevezhskij.
Il governo di Mosca, tramite il Tesoro, ha espresso per ora parere negativo alla misura, perché negare la supremazia del diritto internazionale su quello russo è anticostituzionale. Esiste il precedente del mancato risarcimento da parte della Russia all’ex proprietario del colosso petrolifero Yukos, Mikhail Khodorkovskij, disposto dalla Corte d’arbitrio internazionale dell’Aja che ammonta a 50 miliardi di dollari. Ma questa per ora è un'altra storia...
Il meccanismo della proposta di legge prevede infatti che un cittadino russo, i cui beni sono stati sequestrati all’estero, può fare causa e i giudici emette un verdetto di rimborso per le perdite. Compensazione motivata da “intromissione di uno stato estero nella giurisdizione appartenente alla competenza dei tribunali russi” e “violazione della sovranità”, che potrà essere liquidata direttamente dal Tesoro.
Un provvedimento di legge insomma per ribadire che i beni russi all’estero possono essere congelati o confiscati solo per disposizione o su richiesta dei tribunali di Mosca. Ma c'è di più. Si prevederebbe anche il cosiddetto "principio di regressione", ossia che dopo aver rimborsato le perdite subite al proprio cittadino, lo stato russo potrà rivalersi sullo stato estero che provvede alla sanzione. Come? Disponendo il sequestro dei beni presenti sul territorio russo, anche quelli coperti dall'immunità diplomatica, ovvero le ambasciate. Così avrebbe specificato il relatore della legge, il deputato del partito al potere “Russia Unita”, Vladimir Ponevezhskij.
Il governo di Mosca, tramite il Tesoro, ha espresso per ora parere negativo alla misura, perché negare la supremazia del diritto internazionale su quello russo è anticostituzionale. Esiste il precedente del mancato risarcimento da parte della Russia all’ex proprietario del colosso petrolifero Yukos, Mikhail Khodorkovskij, disposto dalla Corte d’arbitrio internazionale dell’Aja che ammonta a 50 miliardi di dollari. Ma questa per ora è un'altra storia...