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ITALIA

Cold case a Catania

Fu ucciso perché non pagò il pizzo: 25 anni dopo arrestati gli assassini

Francesco Pepi era stato ammazzato nel 1989 perché non voleva pagare dazio alla mafia. Emesse 12 ordinanze dal giudice che seguiva l'inchiesta. Le indagini hanno scoperto anche gli autori di altri due omicidi e di un tentato omicidio negli anni novanta

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Francesco Pepi (da Facebook)
Catania
Si era ribellato al pizzo e aveva invitato altri imprenditori a fare lo stesso. È morto nel 1989, Francesco Pepi, commerciante ucciso dalla mafia per il suo gesto: 25 anni dopo, arriva l'arresto dei suoi assassini. Un omicidio deciso dai mafiosi per dare un segnale chiaro: anche se in quegli anni le cosche erano in guerra, non sarebbe stato tollerato alcun gesto di dissenso contro il racket e le estorsioni.

Per quel delitto, il giudice di Caltanissetta ha ordinato 12 misure di custodia cautelare per 12 persone che sono già in carcere. Sono accusati di omicidio e tentato omicidio, aggravato dalla finalità mafiosa: per arrivare ai loro nomi, gli inquirenti hanno usato anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Parole che hanno fatto luce su alcuni delitti avvenuti durante la guerra di mafia che si svolse in provincia di Caltanissetta, negli anni novanta, tra le famiglie nissene e quelle della 'stidda' egemone nell'area di Gela.

Le indagini hanno anche scoperto gli autori di altri due omicidi, quello di Giuseppe Vaciarca e Gaetano Campione, avvenuti tra il febbraio 1989 e l'ottobre 1990 e quelli del tentato omicidio di Rocco Filippo Riggio.