ITALIA
Il caso
Yara: indagini proseguono con esperti del Ris. I punti dell'accusa
Ris in casa di Bossetti con il Luminol per cercare sangue. Il fratellino: "Yara aveva paura di un signore in macchina che la guardava mentre andava in palestra"

Sono tre i punti fermi dell'inchiesta per accertare se Massimo Giuseppe Bossetti, fermato lunedì scorso, sia l'assassino di Yara Gambirasio: le tracce di dna sugli slip della tredicenne compatibili con il dna del carpentiere; i frammenti di materiale edile trovati sul corpo della piccola ginnasta e le celle telefoniche che dimostrebbero per tre volte la presenza di Bossetti vicino alla palestra di Yara nei giorni precedenti alla sparizione della giovane.
I punti dell'inchiesta
A pesare sulla posizione del muratore l'alibi: per i pm ci sarebbero diverse contraddizioni nel racconto dell'uomo; il diniego della madre del sospettato - Ester Aezuffi - non sembra aiutare le indagini: la donna nega che il figlio sia nato da un rapporto avuto con il camionista Giuseppe Guerinoni.
Ma non sembra ci siano dubbi sul fatto che Massimo Giuseppe Bossetti sia figlio illegittimo del defunto autista di autobus e sul fatto che il Dna trovato sul corpo di Yara appartenga al muratore bergamasco.
E' però lo stesso titolare delle indagini, il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, a dire che "il caso non può considerarsi chiuso", anche se, col tempo, molti pezzi si sono aggiunti al "puzzle", tanto da renderlo "quasi completo".
I Ris alla ricerca di prove
Nella casa di Mapello sono tornati i carabinieri del Ris che isolarono il Dna dell'ex 'Ignoto 1' sul corpo della ragazza, per cercare altri riscontri: hanno ispezionato la casa con il Luminol, alla ricerca di tracce ematiche nell'abitazione ma anche su vestiti. Analisi anche sull'autocarro cassonato di Massimo Giuseppe Bossetti e sulla sua automobile. Perché - è il ragionamento della Procura e degli investigatori - se il Dna è certo, si deve ricostruire il comportamento attraverso il quale quelle tracce organiche sono giunte sugli slip e i leggins di Yara.
"L'uomo con la barbetta"
Uno degli aspetti di cui dovranno occuparsi gli investigatori è quello delle dichiarazioni rese dal fratellino della tredicenne che aveva spiegato che la sorella "aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti" a Brembate di Sopra, da dove la ragazza scomparve appunto il 26 novembre del 2010.
Bossetti si sarebbe ferito con un taglierino
L'ipotesi è che Bossetti si sia ferito mentre utilizzava un taglierino, comunque uno strumento molto tagliente per cercare di tagliare la biancheria della ragazza. Anche se lo stesso pm spiega che il movente sessuale è da accertare. Per il pm, quindi, ancora molto lavoro da fare in vista di un processo che non esclude possa essere celebrato con il giudizio immediato, senza quindi il filtro dell'udienza preliminare.
I punti dell'inchiesta
A pesare sulla posizione del muratore l'alibi: per i pm ci sarebbero diverse contraddizioni nel racconto dell'uomo; il diniego della madre del sospettato - Ester Aezuffi - non sembra aiutare le indagini: la donna nega che il figlio sia nato da un rapporto avuto con il camionista Giuseppe Guerinoni.
Ma non sembra ci siano dubbi sul fatto che Massimo Giuseppe Bossetti sia figlio illegittimo del defunto autista di autobus e sul fatto che il Dna trovato sul corpo di Yara appartenga al muratore bergamasco.
E' però lo stesso titolare delle indagini, il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, a dire che "il caso non può considerarsi chiuso", anche se, col tempo, molti pezzi si sono aggiunti al "puzzle", tanto da renderlo "quasi completo".
I Ris alla ricerca di prove
Nella casa di Mapello sono tornati i carabinieri del Ris che isolarono il Dna dell'ex 'Ignoto 1' sul corpo della ragazza, per cercare altri riscontri: hanno ispezionato la casa con il Luminol, alla ricerca di tracce ematiche nell'abitazione ma anche su vestiti. Analisi anche sull'autocarro cassonato di Massimo Giuseppe Bossetti e sulla sua automobile. Perché - è il ragionamento della Procura e degli investigatori - se il Dna è certo, si deve ricostruire il comportamento attraverso il quale quelle tracce organiche sono giunte sugli slip e i leggins di Yara.
"L'uomo con la barbetta"
Uno degli aspetti di cui dovranno occuparsi gli investigatori è quello delle dichiarazioni rese dal fratellino della tredicenne che aveva spiegato che la sorella "aveva paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti" a Brembate di Sopra, da dove la ragazza scomparve appunto il 26 novembre del 2010.
Bossetti si sarebbe ferito con un taglierino
L'ipotesi è che Bossetti si sia ferito mentre utilizzava un taglierino, comunque uno strumento molto tagliente per cercare di tagliare la biancheria della ragazza. Anche se lo stesso pm spiega che il movente sessuale è da accertare. Per il pm, quindi, ancora molto lavoro da fare in vista di un processo che non esclude possa essere celebrato con il giudizio immediato, senza quindi il filtro dell'udienza preliminare.