ECONOMIA
Scontro aperto
Dazi, è scontro sul Parmesan americano. Bellanova: "Mai in Europa"
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano: "Ora è chiara la guerra Usa ai prodotti Dop"

Lo scontro è divenuto aperto tra produttori di formaggio italiano e Usa.
La miccia è stata innescata da un documento della National Milk Producers Federation (l'Associazione americana dei produttori di latte che produce più dei due terzi del latte statunitense) con cui viene chiesto di poter vendere le imitazioni dei formaggi italiani anche nell'Unione Europea.
Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova scende in campo ed attacca: "Le parole sui dazi dei produttori americani di formaggi sono gravissime, l'Ue deve stigmatizzare. Giù le mani dai nostri nomi, basta con i furti di identità. Le parole sui dazi dell'associazione americana dei produttori di formaggi sono gravissime. I produttori americani vogliono ribaltare la realtà, vogliono far passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa. Se il loro progetto è vendere il Parmesan o la finta mozzarella in Europa, dobbiamo dire chiaro che non succederà mai!", ha detto. Poi rivolgendosi a Trump dice: «È ingiusto mettere i dazi, stai privando i tuoi cittadini della qualità perché noi non esportiamo cibo spazzatura ma cibo di alto livello».
Da parte loro i produttori statunitensi di latte nel documento parlano di "pratiche sleali" e di "abuso dell'Ue di indicazioni geografiche per limitare la concorrenza".
Consorzio del Parmigiano Reggiano: ora è chiara la guerra Usa ai prodotti Dop
Il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, al documento della National Milk Producers Federation, è lapidario:"Gli Stati Uniti calano la maschera e dichiarano quali siano i veri obiettivi dei dazi che vanno a colpire solo alcuni tra i prodotti dell'agroalimentare italiano di qualità". Bertinelli sottolinea come si "rende esplicita la volontà del Governo americano di fare guerra alle indicazioni Geografiche Europee. Finalmente è chiaro per quale motivo nell'elenco dei prodotti soggetti a dazio aggiuntivo del 25% ci siano solo determinate indicazioni geografiche italiane, come il Parmigiano Reggiano. I dazi non sono altro che una ripicca perché l'Europa tutela le Dop registrate: i formaggi americani (come il Parmesan, ma anche l'Asiago o il Gorgonzola, la Fontina made in USA ) non possono pertanto entrare all'interno dell'Unione Europea".
"Le pretese del governo americano - continua Bertinelli - sono assurde: noi non permetteremo mai agli americani di vendere in Italia il Parmesan, e questo vale per noi, così come per tutti gli altri consorzi di tutela delle indicazioni geografiche italiane. Noi dobbiamo difendere i nostri prodotti perché li sappiamo fare solo noi e perché sono espressione del territorio e della cultura del nostro Paese. La politica italiana e europea deve essere a fianco dei Consorzi perché nel mondo noi dobbiamo affrontare costosissime cause legali affinché i nomi delle indicazioni geografiche siano utilizzati solo per gli autentici prodotti italiani. Sul mercato non ci devono più essere un Parmesan made in Wisconsin, un Asiago o un Gorgonzola americani. I 'tarocchi' che vengono prodotti altrove e che usano un nome che evoca il prodotto originale italiano hanno come effetto quello di trarre in inganno il consumatore", conclude Bertinelli.
La miccia è stata innescata da un documento della National Milk Producers Federation (l'Associazione americana dei produttori di latte che produce più dei due terzi del latte statunitense) con cui viene chiesto di poter vendere le imitazioni dei formaggi italiani anche nell'Unione Europea.
Il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova scende in campo ed attacca: "Le parole sui dazi dei produttori americani di formaggi sono gravissime, l'Ue deve stigmatizzare. Giù le mani dai nostri nomi, basta con i furti di identità. Le parole sui dazi dell'associazione americana dei produttori di formaggi sono gravissime. I produttori americani vogliono ribaltare la realtà, vogliono far passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa. Se il loro progetto è vendere il Parmesan o la finta mozzarella in Europa, dobbiamo dire chiaro che non succederà mai!", ha detto. Poi rivolgendosi a Trump dice: «È ingiusto mettere i dazi, stai privando i tuoi cittadini della qualità perché noi non esportiamo cibo spazzatura ma cibo di alto livello».
Da parte loro i produttori statunitensi di latte nel documento parlano di "pratiche sleali" e di "abuso dell'Ue di indicazioni geografiche per limitare la concorrenza".
Consorzio del Parmigiano Reggiano: ora è chiara la guerra Usa ai prodotti Dop
Il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, al documento della National Milk Producers Federation, è lapidario:"Gli Stati Uniti calano la maschera e dichiarano quali siano i veri obiettivi dei dazi che vanno a colpire solo alcuni tra i prodotti dell'agroalimentare italiano di qualità". Bertinelli sottolinea come si "rende esplicita la volontà del Governo americano di fare guerra alle indicazioni Geografiche Europee. Finalmente è chiaro per quale motivo nell'elenco dei prodotti soggetti a dazio aggiuntivo del 25% ci siano solo determinate indicazioni geografiche italiane, come il Parmigiano Reggiano. I dazi non sono altro che una ripicca perché l'Europa tutela le Dop registrate: i formaggi americani (come il Parmesan, ma anche l'Asiago o il Gorgonzola, la Fontina made in USA ) non possono pertanto entrare all'interno dell'Unione Europea".
"Le pretese del governo americano - continua Bertinelli - sono assurde: noi non permetteremo mai agli americani di vendere in Italia il Parmesan, e questo vale per noi, così come per tutti gli altri consorzi di tutela delle indicazioni geografiche italiane. Noi dobbiamo difendere i nostri prodotti perché li sappiamo fare solo noi e perché sono espressione del territorio e della cultura del nostro Paese. La politica italiana e europea deve essere a fianco dei Consorzi perché nel mondo noi dobbiamo affrontare costosissime cause legali affinché i nomi delle indicazioni geografiche siano utilizzati solo per gli autentici prodotti italiani. Sul mercato non ci devono più essere un Parmesan made in Wisconsin, un Asiago o un Gorgonzola americani. I 'tarocchi' che vengono prodotti altrove e che usano un nome che evoca il prodotto originale italiano hanno come effetto quello di trarre in inganno il consumatore", conclude Bertinelli.