Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-01df4dba-fe7c-4302-b3e1-b78032d641ab.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Giallo nella Capitale

Donna scaraventata da Ponte Sisto, a Roma: fermato un sospettato. "Imen conosceva il suo aggressore"

Inchiodato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. L'accusa è di omicidio volontario

Condividi
di Tiziana Di Giovannandrea
E' stato fermato dalla Polizia di Stato un uomo sospettato per l'omicidio della ex campionessa di atletica di origine tunisina Imen Chatbouri.

L'uomo fermato è un rumeno di 29 anni e ha precedenti per reati contro il patrimonio. I due si conoscevano da diverso tempo e lo scorso 2 maggio avevano passato la serata in un bar nel Centro di Roma, alle spalle di Largo Torre Argentina.

Al momento non si conosce per certo il movente ma, probabilmente, il delitto sarebbe avvenuto al termine di un litigio, forse anche per motivi sentimentali. La Polizia è arrivata a lui tramite le immagini delle telecamere di videosorveglianza e le testimonianze di chi li ha visti insieme quella sera.

Decisivi i video di sorveglianza
Ad inchiodare l'uomo, accusato di omicidio volontario, i video acquisiti dalla Squadra Mobile della Capitale. La donna è stata trovata morta, con il volto tumefatto, la mattina del 2 maggio scorso, da una passante che ha dato l'allarme, sulla banchina del Tevere, all'altezza di Ponte Sisto, nel Centro di Roma.

La cronaca del delitto
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la 37enne ex atleta agonista di atletica leggera sarebbe stata avvicinata dall'uomo incontrato in un bar di Piazza Venezia che, una volta usciti dal locale, l'avrebbe seguita di soppiatto fino a Ponte Sisto dove poi l'avrebbe scaraventata di sotto dal parapetto perché forse sarebbe stato respinto dalla donna, anche se non si escludono altre piste.

Dagli spezzoni dei vari filmati di videosorveglianza della zona acquisiti dagli investigatori, si vede l'aggressore buttare giù dal ponte Imen come un sacco dopo averla colta di sorpresa alle spalle mentre era appoggiata con i gomiti al parapetto del ponte, averla afferrata alle caviglie e buttata di sotto.