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SALUTE

Sistema sanitario

Sanità, sciopero rinviato. I problemi del SSN visti da Gimbe

I medici hanno sospeso lo sciopero di 48 ore già proclamato per il 17 ed il 18 marzo: i sindacati presenti all’incontro di Palazzo Chigi con il sottosegretario De Vincenti e i Ministri Lorenzin e Madia hanno definito positivo l’avvio di un tavolo di confronto col Governo per affrontare i molti problemi aperti, soprattutto la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.    

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Una radiografia (abbastanza impietosa) dello stato di salute della nostra sanità è uscita dalla undicesima conferenza nazionale della Fondazione Gimbe: tagli, sprechi, mancata integrazione professionale e consumismo sanitario sono le malattie del SSN, che rischiano di portarlo alla morte.

Malgrado sulla carta il Fondo sia stato aumentato di un miliardi, per quest’anno, “le evidenze sul definanziamento della sanità pubblica sono incontrovertibili: nel nostro Paese la percentuale del PIL destinato alla spesa sanitaria è inferiore alla media OCSE e tra i paesi del G7 siamo ultimi per spesa pubblica e spesa totale, ma secondi solo agli USA per spesa out-of-pocket, a inequivocabile testimonianza che la politica si è progressivamente sbarazzata di una consistente quota di spesa pubblica, scaricandola sui cittadini. Ci stiamo avvicinando a una soglia di definanziamento che, oltre a compromettere la qualità dell’assistenza, riduce anche l’aspettativa di vita, mentre l’avanzamento strisciante dell’intermediazione assicurativa mina silenziosamente il modello di un servizio sanitario pubblico”, dice Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE.

In sanità si investe dunque sempre di meno, ma si continuano a sprecare preziose risorse: una voragine da 25 miliardi di euro che ogni anno viene assorbita da sovra- e sotto-utilizzo di prestazioni sanitarie, corruzione, acquisti a costi eccessivi, complessità amministrative e inadeguato coordinamento dell’assistenza. Ecco perché le stime presentate dalla Fondazione GIMBE sulle risorse disponibili per la sanità sino al 2025 indicano che – indipendentemente dalla quota di finanziamento pubblico – la sostenibilità del SSN è strettamente legata al disinvestimento da sprechi e inefficienze.

“Una quota consistente della spesa sanitaria non produce alcun ritorno di salute. Per alcune categorie di sprechi le Istituzioni stanno andando nella giusta direzione, almeno a livello normativo: anticorruzione, criteri di selezione dei direttori generali, acquisti centralizzati, patto per la sanità digitale. Tuttavia, siamo ancora in alto mare sulla riorganizzazione integrata tra ospedale e cure primarie, dove la palla passa alle Regioni, e soprattutto sul contributo attivo e deciso dei professionisti nel definire in maniera condivisa servizi e prestazioni sanitarie da cui disinvestire. Su questo, oltre alla programmazione sanitaria, pesa l’estrema frammentazione delle categorie professionali e lo sfrenato consumismo sanitario, ormai integrati nel DNA del nostro SSN” ci dice Cartabellotta.

La ricetta della Fondazione Gimbe si basa sulla (ri)programmazione sanitaria, per riallineare l’offerta di servizi e prestazioni ai reali bisogni di salute della popolazione; migliorare il trasferimento delle evidenze alle decisioni professionali; informazione e coinvolgimento attivo di cittadini e pazienti al fine di ridurre aspettative irrealistiche e domanda inappropriata.