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MONDO

Da Facebook a Instagram e Snapchat

Giro di vite dell'Ue sui Social Network: vietati ai minori di 16 anni senza il consenso dei genitori

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Giro di vite dell'Unione europea sull'utilizzo dei Social network da parte degli adolescenti. Bruxelles ha infatti definito nuove norme che portano a 16 anni l'età al di sotto della quale i ragazzi potranno iscriversi a Facebook o Twitter solo con il consenso dei genitori. L'Unione si era finora adeguata alle disposizioni Usa, mantenendo il limite a 13 anni. Poi i governi hanno cominciato a ragionare sulla proposta destinata ad adeguare la qualità della protezione dei dati personali alle più recenti evoluzioni tecnologiche. E lì si è aperto lo scontro.  La Polonia, ad esempio, è rimasta ferma nel dire che sotto i diciott’anni non si devono prendere impegni sul web, l'Ungheria ha mantenuto il punto sui 16 anni. Da qui l'iniziativa dell'Europarlamento che ha aggiunto un emendamento, scrivendo nuovamente il limite dei 16 anni, salvo il consenso dei genitori o di chi ne fa le veci.

L'iniziativa ha generato non poche polemiche. A partire dal fronte degli scettici, che statistiche alla mano assicurano che il 70 per cento di chi ha fra i 9 e i 12 anni ha già un profilo Facebook in barba alle regole vigenti. Le organizzazioni non governative impegnate nella tutela dei minori sostengono che elevando l’età del consenso informativo a sedici, si creano le premesse per indirizzare i più giovani verso siti meno sicuri che sfuggono ai controlli. E la lobby dei giochi vuole la soglia americana per non perdere l'enorme flusso di pubblicità online.

Le nuove regole dovranno essere confermate dal Parlamento europeo e dalle assemblee degli Stati membri per diventare effettive, con votazioni attese per l'inizio della prossima settimana. Secondo le norme messe a punto dell'Ue, le compagnie tecnologiche dovranno avere il consenso "esplicito" degli utenti prima di usare i loro dati e dovranno nominare un funzionario predisposto alla gestione delle questioni riguardanti la privacy.

Il primo punto era quello che finora ha incontrato l'opposizione delle compagnie tecnologiche, le quali sostenevano che ottenere il consenso di tutti gli utenti è quasi impossibile vista l'enorme mole di dati da gestire. Le norme fissate dall'Ue autorizzano le autorità nazionali dell'Ue a infliggere multe fino al 4% del fatturato delle aziende che violano le regole. Le nuove norme sanciscono anche il cosiddetto 'diritto all'oblio', che permetterà ai cittadini europei di chiedere e ottenere la rimozione dal web di informazioni obsolete che li riguardano. Le norme stabilite dall'Ue includono anche una legge per la protezione dei dati personali condivisi dalle varie forze dell'ordine.