MONDO
Camera dei Comuni
Brexit, oggi May affronta il voto di sfiducia promosso dai conservatori
I deputati del suo stesso partito hanno raccolto un numero sufficiente di firme per richiedere la votazione. May: se salto io l'uscita dell'Unione europea slitterà
La premier britannica Theresa May affronterà questo pomeriggio un voto di sfiducia richiesto da suoi compagni di partito, scontenti per la sua gestione della Brexit e per l'accordo con l'Ue.
Il voto è scattato dopo che 48 deputati - il 15% del totale - hanno scritto una lettera che lo richiedeva. Voteranno 315 membri del partito presenti in Parlamento. Se perde, resterà premier, ma solo fino all'elezione del nuovo leader, che diventerà primo ministro senza bisogno di elezioni politiche.
La fiducia dopo il rinvio del voto sull'accordo epr la Brexit
Nel caos in cui è precipitato il governo britannico dopo che Theresa May ha annullato il voto per la Brexit che era previsto ieri ai Comuni, i tories ribelli hanno dunque raggiunto il numero di voti necessari per una mozione di sfiducia alla sua leadership. Lo ha annunciato l'esponente conservatore Graham Brady, presidente della commissione 1922 alla quale sono state consegnate almeno 48 lettere in cui si chiede la calendarizzazione del voto di sfiducia. I voti saranno "immediatamente contati ed i risultati annunciati al più presto possibile". "La soglia richiesta del 15% dei deputati per la richiesta di un voto di sfiducia per il leader conservatore è stata superata", si è limitato a dire, nel suo comunicato, Brady, riferendosi a quanto stabilito dal regolamento del partito, ma senza precisare quante richieste, e quindi sicuri voti contro la May nella votazione all'interno del gruppo parlamentare, ha ricevuto.
Per rimanere leader May dovrà avere 158 dei 315 voti tories
Il primo ministro questa sera avrà bisogno dei voti di almeno 158 dei 315 deputati tories per rimanere alla guida del partito. In caso contrario, cioè se non dovesse raggiungere la maggioranza, allora si dovrà eleggere un nuovo leader - e quindi nuovo premier dal momento che i Tories sono il primo partito ai Comuni - in una sfida alla quale May non potrà partecipare. Ma c'è anche una terza possibilità, quella che la premier questa sera riesca ad ottenere solo una maggioranza risicata, troppo vicina ad una vera sfiducia, e quindi decida di dimettersi.
May: se salto io, l'uscita dall'Ue verrebbe rinviata
Theresa May ha avvertito oggi i colleghi Tory che se lei fosse stasera sfiduciata come leader di partito, i tempi necessari per dar vita a una nuova leadership imporrebbero di "rinviare o revocare" l'articolo 50 di notifica della Brexit. E far quindi saltare o slittare - come ha notato nel Question Time, rispondendo alla mano tesa rivoltale dal veterano Ken Clarke, conservatore moderato, che aveva definito "irresponsabile" la sfida alla sua leadership dei brexiteers ultrà - l'uscita del Regno dall'Ue fissata per il 29 marzo.
"Mi opporrò a voto sfiducia con tutte le forze"
"Mi opporrò a quel voto con tutto quello che ho", ha detto Theresa May commentando il voto su una mozione di sfiducia richiesto da suoi compagni di partito. May ritiene che, se la mozione di sfiducia contro di lei dovesse avere successo, il suo sostituto o la sua sostituta "non avrebbe il tempo di rinegoziare" con l'Unione europea.
Laburisti: sfida a May significa che Londra non ha un leader
La sfida in casa Tory a Theresa May significa che "il Paese non ha un leader". Lo afferma Tom Watson, numero due del Labour, commentando gli ultimi sviluppi in casa Tory. "La Brexit è una rivoluzione che divora i suoi figli", ha aggiunto Watson citando lord Andrew Adonis, ex ministro laburista pro Ue, e ricordando come il tema dell'uscita dall'Ue abbia "già consumato tre primi ministri: Thatcher, Major e Cameron. Sembra che Theresa May sia il quarto. Il Paese non ha un leader in un momento cruciale della nostra storia".
Il voto è scattato dopo che 48 deputati - il 15% del totale - hanno scritto una lettera che lo richiedeva. Voteranno 315 membri del partito presenti in Parlamento. Se perde, resterà premier, ma solo fino all'elezione del nuovo leader, che diventerà primo ministro senza bisogno di elezioni politiche.
La fiducia dopo il rinvio del voto sull'accordo epr la Brexit
Nel caos in cui è precipitato il governo britannico dopo che Theresa May ha annullato il voto per la Brexit che era previsto ieri ai Comuni, i tories ribelli hanno dunque raggiunto il numero di voti necessari per una mozione di sfiducia alla sua leadership. Lo ha annunciato l'esponente conservatore Graham Brady, presidente della commissione 1922 alla quale sono state consegnate almeno 48 lettere in cui si chiede la calendarizzazione del voto di sfiducia. I voti saranno "immediatamente contati ed i risultati annunciati al più presto possibile". "La soglia richiesta del 15% dei deputati per la richiesta di un voto di sfiducia per il leader conservatore è stata superata", si è limitato a dire, nel suo comunicato, Brady, riferendosi a quanto stabilito dal regolamento del partito, ma senza precisare quante richieste, e quindi sicuri voti contro la May nella votazione all'interno del gruppo parlamentare, ha ricevuto.
Per rimanere leader May dovrà avere 158 dei 315 voti tories
Il primo ministro questa sera avrà bisogno dei voti di almeno 158 dei 315 deputati tories per rimanere alla guida del partito. In caso contrario, cioè se non dovesse raggiungere la maggioranza, allora si dovrà eleggere un nuovo leader - e quindi nuovo premier dal momento che i Tories sono il primo partito ai Comuni - in una sfida alla quale May non potrà partecipare. Ma c'è anche una terza possibilità, quella che la premier questa sera riesca ad ottenere solo una maggioranza risicata, troppo vicina ad una vera sfiducia, e quindi decida di dimettersi.
May: se salto io, l'uscita dall'Ue verrebbe rinviata
Theresa May ha avvertito oggi i colleghi Tory che se lei fosse stasera sfiduciata come leader di partito, i tempi necessari per dar vita a una nuova leadership imporrebbero di "rinviare o revocare" l'articolo 50 di notifica della Brexit. E far quindi saltare o slittare - come ha notato nel Question Time, rispondendo alla mano tesa rivoltale dal veterano Ken Clarke, conservatore moderato, che aveva definito "irresponsabile" la sfida alla sua leadership dei brexiteers ultrà - l'uscita del Regno dall'Ue fissata per il 29 marzo.
"Mi opporrò a voto sfiducia con tutte le forze"
"Mi opporrò a quel voto con tutto quello che ho", ha detto Theresa May commentando il voto su una mozione di sfiducia richiesto da suoi compagni di partito. May ritiene che, se la mozione di sfiducia contro di lei dovesse avere successo, il suo sostituto o la sua sostituta "non avrebbe il tempo di rinegoziare" con l'Unione europea.
Laburisti: sfida a May significa che Londra non ha un leader
La sfida in casa Tory a Theresa May significa che "il Paese non ha un leader". Lo afferma Tom Watson, numero due del Labour, commentando gli ultimi sviluppi in casa Tory. "La Brexit è una rivoluzione che divora i suoi figli", ha aggiunto Watson citando lord Andrew Adonis, ex ministro laburista pro Ue, e ricordando come il tema dell'uscita dall'Ue abbia "già consumato tre primi ministri: Thatcher, Major e Cameron. Sembra che Theresa May sia il quarto. Il Paese non ha un leader in un momento cruciale della nostra storia".