Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-027b96de-e1a4-47f9-9ea0-8c6a8a7af400.html | rainews/live/ | true
MONDO

Reparti militari ammutinati in varie città del paese

Costa d'Avorio: salta l'accordo tra il governo e i militari ammutinati

Condividi
L'intesa che il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara, aveva annunciato di aver raggiunto con i reparti militari che si sono ammutinati per stipendi non pagati, e' stata respinta. I militari hanno bocciato i termini dell'accordo e hanno trattenuto per alcune ore in ostaggio il ministro della Difesa, Alain Richard Donwahi nella seconda citta' del Paese, Bouake, che ieri hanno conquistato. "Hanno bloccato il ministro e la sua delegazione impedendogli di lasciare la residenza del vice prefetto sparando colpi di Kalashnikov e armi pesanti" ha riferito un reporter sul luogo.
Il movimento di rivolta e' partito da Bouake', città nel centro del paese gia' 'capitale' della rivolta contro il governo, che porto' alla guerra civile tra il 2002 e il 2010.
Notizie di sollevamenti da parte di militari sono giunte anche dai centri di Daloa e di Korhogo, quest'ultimo nel nord del paese. La rivolta sarebbe stata innescata da ex miliziani ribelli, integrati nelle forze armate dagli accordi di pace, che chiedono una cifra pari a 7.600 euro e una casa ciascuno.

La ribellione del 2002 era in favore dell'attuale presidente Alassane Ouattara, mentre la parte sud del paese era controllata dalle forze fedeli all'allora capo dello Stato, Laurent Gbagbo. Gia' nel novembre 2014, un'ondata di proteste da parte di militari che rivendicavano il pagamento dei loro salari era partita da Bouake' per raggiungere Abidjan, la capitale economica della Costa d'Avorio, e altre citta'. La mediazione del presidente Ouattara aveva pero' calmato la situazione.