ITALIA
Palermo
Ergastolo per Caruso, uccise la sorella dell'ex fidanzata a coltellate
E' stato condannato all'ergastolo Samuele Caruso. Nel 2012 aggredì la sua ex fidanzata di 17 anni e la sorella di 18 nell'androne della loro casa. Nell'aggresione Carmela, la più grande, perse la vita

Il gup Daniela Cardamone ha condannato all'ergastolo Samuele Caruso, 24 anni, assassino di Carmela Petrucci, 17 anni, uccisa il 19 ottobre 2012 a coltellate nell'androne di casa sua, in via Uditore a Palermo. Samuele è stato condannato anche per aver tentato di uccidere la sorella di Carmela, Lucia, sua ex fidanzata ferita nell'aggressione. La sentenza è stata emessa col rito abbreviato e riconosce alla famiglia Petrucci un risarcimento di 500.000 euro. Caruso, presente in aula, è rimasto impassibile alla lettura del verdetto.
Accolta dunque la richiesta del pm Caterina Malagoli, che aveva sollecitato il carcere a vita per il ventiquattrenne assassino. L'omicidio e il tentativo di omicidio risalgono al 19 nottobre 2012 e avvennero in via Uditore, a Palermo. La difesa aveva chiesto la concessione delle attenuanti e una pena "temporanea". E' su questo che si è giocato il processo, in cui la responsabilità di Caruso, reo confesso, non è mai stata in discussione. Nel corso del giudizio abbreviato sono state effettuate due perizie d'ufficio per accertare la capacità di intendere e di volere dell'imputato. Un primo esame aveva portato gli esperti nominati dal giudice a ritenere Caruso parzialmente incapace al momento in cui fu commesso il delitto. Un secondo accertamento ha invece escluso questa circostanza.
Caruso attaccò le sorelle Petrucci nell'androne del condominio in cui abitavano con i genitori. Voleva punire Lucia per aver messo fine alla loro relazione. Le due ragazze stavano rientrando da scuola e Carmela fu colpita per prima a coltellate. Morì subito per la grave emorragia, mentre Lucia si salvò grazie all'intervento di un vicino che mise in fuga l'assassino. Caruso venne arrestato poche ore dopo dalla polizia in una stazione ferroviaria secondaria.
"E' stata riconosciuta l'efferatezza di questo crudele omicidio. Il giudice non ha dato nemmeno le attenuanti generiche e ha inflitto una pena adeguata alla britalita'", ha commentato il pm Malagoli. "Non parliamo di successo, è morta una ragazza e un'altra è rimasta orfana della sorella. La famiglia ritiene che sia una sentenza giusta per l'efferatezza del delitto e per i motivi abietti e futili che lo hanno accompagnato", ha affermato l'avvocato Marina Cassarà, legale di parte civile della famiglia Petrucci. La madre di Carmela era in lacrime.
Accolta dunque la richiesta del pm Caterina Malagoli, che aveva sollecitato il carcere a vita per il ventiquattrenne assassino. L'omicidio e il tentativo di omicidio risalgono al 19 nottobre 2012 e avvennero in via Uditore, a Palermo. La difesa aveva chiesto la concessione delle attenuanti e una pena "temporanea". E' su questo che si è giocato il processo, in cui la responsabilità di Caruso, reo confesso, non è mai stata in discussione. Nel corso del giudizio abbreviato sono state effettuate due perizie d'ufficio per accertare la capacità di intendere e di volere dell'imputato. Un primo esame aveva portato gli esperti nominati dal giudice a ritenere Caruso parzialmente incapace al momento in cui fu commesso il delitto. Un secondo accertamento ha invece escluso questa circostanza.
Caruso attaccò le sorelle Petrucci nell'androne del condominio in cui abitavano con i genitori. Voleva punire Lucia per aver messo fine alla loro relazione. Le due ragazze stavano rientrando da scuola e Carmela fu colpita per prima a coltellate. Morì subito per la grave emorragia, mentre Lucia si salvò grazie all'intervento di un vicino che mise in fuga l'assassino. Caruso venne arrestato poche ore dopo dalla polizia in una stazione ferroviaria secondaria.
"E' stata riconosciuta l'efferatezza di questo crudele omicidio. Il giudice non ha dato nemmeno le attenuanti generiche e ha inflitto una pena adeguata alla britalita'", ha commentato il pm Malagoli. "Non parliamo di successo, è morta una ragazza e un'altra è rimasta orfana della sorella. La famiglia ritiene che sia una sentenza giusta per l'efferatezza del delitto e per i motivi abietti e futili che lo hanno accompagnato", ha affermato l'avvocato Marina Cassarà, legale di parte civile della famiglia Petrucci. La madre di Carmela era in lacrime.