MONDO
Il saluto ai Mapuche: 'quante lacrime versate'
Il Papa in Cile, omelia a Maquehue: teatro in passato di violenze contro nativi
Le autorità cilene stimano in circa 150mila le persone presenti alla messa di papa Francesco all'aerodromo di Maquehue, a Temuco. Lo riferisce il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke

"Voglio soffermarmi e salutare in modo speciale i membri del popolo Mapuche, così come gli altri popoli indigeni che vivono in queste terre australi: Rapanui (Isola di Pasqua), Aymara, Quechua e Atacama, e molti altri". Il primo pensiero del Papa, nella Messa celebrata oggi nell'aerodromo di Maquehue, "nel quale si sono verificate gravi violazioni di diritti umani", è per le popolazioni autoctone, salutate all'inizio con alcune espressioni prese dalla loro lingua.
"Questa terra, se la guardiamo con gli occhi dei turisti, ci lascerà estasiati - le parole di Francesco - però dopo continueremo la nostra strada come prima. Se invece ci avviciniamo al suolo lo sentiremo cantare: 'Arauco ha un dolore che non posso tacere, sono ingiustizie di secoli che tutti vedono commettere'". "In questo contesto di ringraziamento per questa terra e per la sua gente, ma anche di sofferenza e di dolore, celebriamo l'Eucaristia", ha proseguito il Papa, "e lo facciamo in questo aerodromo di Maquehue, nel quale si sono verificate gravi violazioni di diritti umani. Offriamo questa celebrazione per tutti coloro che hanno sofferto e sono morti e per quelli che, ogni giorno, portano sulle spalle il peso di tante ingiustizie".
"Rimaniamo un minuto in silenzio, davanti a tanto dolore e tanta ingiustizia", ha aggiunto a braccio. Poi la citazione della preghiera di Gesù nel Vangelo di Giovanni: che "tutti siano una cosa sola. In un'ora cruciale della sua vita si ferma a chiedere l'unità", ha commentato Francesco: "Il suo cuore sa che una delle peggiori minacce che colpisce e colpirà il suo popolo e tutta l'umanità sarà la divisione e lo scontro, la sopraffazione degli uni sugli altri. Quante lacrime versate!".
Oggi, ha proseguito il Pontefice, "vogliamo fare nostra questa preghiera di Gesù, vogliamo entrare con lui in questo orto di dolore, anche con i nostri dolori, per chiedere al Padre con Gesù: che anche noi siamo una cosa sola. Non permettere che ci vinca lo scontro o la divisione. Questa unità, implorata da Gesù, è un dono che va chiesto con insistenza per il bene della nostra terra e dei suoi figli". E bisogna stare attenti a possibili tentazioni che potrebbero "inquinare dalla radice" questo dono che Dio ci vuole fare e con cui ci invita ad essere autentici protagonisti della storia. Il Papa è arrivato all'aeroporto 'La Auracani'a' di Temuco alle 9.30 (le 13.30 ora di Roma), per poi trasferirsi all'aerodromo di Maquehue, per il giro in "papamobile" tra i fedeli e la Messa, iniziata alle 14.30 locali.
Leader Mapuche: bene la visita, ora ascoltateci
"Speriamo che la visita del Papa in Cile possa portare la pace e che i mapuche siano ascoltati dai cileni. Tra noi c'è molto scontento": a parlare al Sir, da Santiago del Cile, è Rosa Namuncurá, leader mapuche dell'associazione 'Lonco calfucura' e pronipote del beato Ceferino Namuncurá, mapuche della Patagonia argentina. "Chiediamo il rispetto dei diritti ancestrali del nostro popolo", afferma Namuncurá, e "la libertà di portare avanti la nostra spiritualità, di parlare con Dio. Ma la politica, lo Stato del Cile, è contro di noi. Noi vogliamo solo la pace e la giustizia".
La visita del Papa "è importante perché può aiutarci a portare la pace- ha sottolineato la portavoce dei mapuche- I mapuche in genere sono contenti della visita, perché siamo un popolo di pace. Siamo persone tranquille, amiamo la natura. Non siamo tutti uguali ma è certo che siamo contenti di accogliere un Papa che cerca di promuovere la pace nel mondo".
La leader mapuche dice che nelle zone del sud del Cile, dove vive la maggioranza del suo popolo in condizioni di povertà, la gente soffre "molto di più per lo sfruttamento della terra, o la sottrazione dei luoghi di culto. Mi chiedo: perché accade? Crediamo in un Dio onnipotente che chiamiamo con un nome diverso ma è lo stesso che ha creato la terra, l'universo. Molti non capiscono perché facciamo riti e cerimonie diverse. Se il territorio è stato sfruttato o usurpato ci sono conseguenze sulla spiritualità dell'intero popolo mapuche, che si sente colpito".
Inoltre, prosegue la leader dei mapuche, esiste "una legge antiterrorista molto dura, i nostri fratelli vengono arrestati e restano in carcere mesi e anni", sono "situazioni molto dolorose per noi". Alcuni movimenti più radicali hanno annunciato per oggi proteste all'aeroporto di Maquehue, che prima era un territorio mapuche. "Alcuni protestano perché era un luogo cerimoniale mapuche, ma come sempre il popolo non è stato consultato - ha spiegato Rosa Namuncurá -. Il Papa sta facendo qualcosa di buono perché viene a parlare di pace. Ma come noi rispettiamo una Chiesa cattolica, anche i mapuche hanno diritto di vedere rispettati i loro luoghi sacri. Chiediamo solo il rispetto dei diritti ancestrali del popolo".
"Questa terra, se la guardiamo con gli occhi dei turisti, ci lascerà estasiati - le parole di Francesco - però dopo continueremo la nostra strada come prima. Se invece ci avviciniamo al suolo lo sentiremo cantare: 'Arauco ha un dolore che non posso tacere, sono ingiustizie di secoli che tutti vedono commettere'". "In questo contesto di ringraziamento per questa terra e per la sua gente, ma anche di sofferenza e di dolore, celebriamo l'Eucaristia", ha proseguito il Papa, "e lo facciamo in questo aerodromo di Maquehue, nel quale si sono verificate gravi violazioni di diritti umani. Offriamo questa celebrazione per tutti coloro che hanno sofferto e sono morti e per quelli che, ogni giorno, portano sulle spalle il peso di tante ingiustizie".
"Rimaniamo un minuto in silenzio, davanti a tanto dolore e tanta ingiustizia", ha aggiunto a braccio. Poi la citazione della preghiera di Gesù nel Vangelo di Giovanni: che "tutti siano una cosa sola. In un'ora cruciale della sua vita si ferma a chiedere l'unità", ha commentato Francesco: "Il suo cuore sa che una delle peggiori minacce che colpisce e colpirà il suo popolo e tutta l'umanità sarà la divisione e lo scontro, la sopraffazione degli uni sugli altri. Quante lacrime versate!".
Oggi, ha proseguito il Pontefice, "vogliamo fare nostra questa preghiera di Gesù, vogliamo entrare con lui in questo orto di dolore, anche con i nostri dolori, per chiedere al Padre con Gesù: che anche noi siamo una cosa sola. Non permettere che ci vinca lo scontro o la divisione. Questa unità, implorata da Gesù, è un dono che va chiesto con insistenza per il bene della nostra terra e dei suoi figli". E bisogna stare attenti a possibili tentazioni che potrebbero "inquinare dalla radice" questo dono che Dio ci vuole fare e con cui ci invita ad essere autentici protagonisti della storia. Il Papa è arrivato all'aeroporto 'La Auracani'a' di Temuco alle 9.30 (le 13.30 ora di Roma), per poi trasferirsi all'aerodromo di Maquehue, per il giro in "papamobile" tra i fedeli e la Messa, iniziata alle 14.30 locali.
Leader Mapuche: bene la visita, ora ascoltateci
"Speriamo che la visita del Papa in Cile possa portare la pace e che i mapuche siano ascoltati dai cileni. Tra noi c'è molto scontento": a parlare al Sir, da Santiago del Cile, è Rosa Namuncurá, leader mapuche dell'associazione 'Lonco calfucura' e pronipote del beato Ceferino Namuncurá, mapuche della Patagonia argentina. "Chiediamo il rispetto dei diritti ancestrali del nostro popolo", afferma Namuncurá, e "la libertà di portare avanti la nostra spiritualità, di parlare con Dio. Ma la politica, lo Stato del Cile, è contro di noi. Noi vogliamo solo la pace e la giustizia".
La visita del Papa "è importante perché può aiutarci a portare la pace- ha sottolineato la portavoce dei mapuche- I mapuche in genere sono contenti della visita, perché siamo un popolo di pace. Siamo persone tranquille, amiamo la natura. Non siamo tutti uguali ma è certo che siamo contenti di accogliere un Papa che cerca di promuovere la pace nel mondo".
La leader mapuche dice che nelle zone del sud del Cile, dove vive la maggioranza del suo popolo in condizioni di povertà, la gente soffre "molto di più per lo sfruttamento della terra, o la sottrazione dei luoghi di culto. Mi chiedo: perché accade? Crediamo in un Dio onnipotente che chiamiamo con un nome diverso ma è lo stesso che ha creato la terra, l'universo. Molti non capiscono perché facciamo riti e cerimonie diverse. Se il territorio è stato sfruttato o usurpato ci sono conseguenze sulla spiritualità dell'intero popolo mapuche, che si sente colpito".
Inoltre, prosegue la leader dei mapuche, esiste "una legge antiterrorista molto dura, i nostri fratelli vengono arrestati e restano in carcere mesi e anni", sono "situazioni molto dolorose per noi". Alcuni movimenti più radicali hanno annunciato per oggi proteste all'aeroporto di Maquehue, che prima era un territorio mapuche. "Alcuni protestano perché era un luogo cerimoniale mapuche, ma come sempre il popolo non è stato consultato - ha spiegato Rosa Namuncurá -. Il Papa sta facendo qualcosa di buono perché viene a parlare di pace. Ma come noi rispettiamo una Chiesa cattolica, anche i mapuche hanno diritto di vedere rispettati i loro luoghi sacri. Chiediamo solo il rispetto dei diritti ancestrali del popolo".