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MONDO

Brasile

Lula: "Sono innocente". Ma accetta di consegnarsi alla polizia

Arringa la folla alla messa in memoria della moglie. Poi i sostenitori gli impediscono di consegnarsi 

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di Tiziana Di Giovannandrea
Una folla ha impedito all'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva di andare a consegnarsi alla Polizia. Come hanno mostrato immagini trasmesse dalle tv locali, sostenitori dell'ex leader sindacalista hanno circondato la sua auto e bloccato il cancello, costringendo il 72enne condannato a 12 anni per corruzione a rientrare nella sede del sindacato dei metalmeccanici.

Viene quindi rimandato di ora in ora il momento della sua consegna alla Polizia.

Inizialmente Lula ha affermato di volersi consegnare dopo la messa in memoria della moglie, poi, dopo un pranzo con i familiari. Infine ha chiesto una proroga per poter vedere nella giornata di domenica sera una partita di calcio tra Palmeiras e Corinthians.

In giornata l'ex presidente è riapparso alla messa celebrata in memoria della moglie Marisa Letìcia scomparsa nel febbraio dell'anno scorso, dopo aver trascorso due giorni asserragliato nella sede del sindacato dei metalmeccanti a Curitiba (Sud del paese).

Kula ha rivendicato la propria innocenza ma ha detto che si sarebbe consegnato alla Polizia brasiliana entro poche ore, a seguito di un accordo raggiunto nella serata di venerdì tra i suoi  avvocati e la polizia federale, per cominciare a scontare la sua pesante condanna a 12 anni e un mese per corruzione e riciclaggio di denaro. 

Luiz Inácio Lula da Silva, 72 anni, non si era infatti consegnato spontaneamente venerdì alla polizia federale di Curitiba, come gli aveva chiesto la magistratura, preferendo negoziare le condizioni del suo arresto con le autorità.

Durante la messa in suffragio della moglie Lula è apparso in maglietta blu e jeans sulla piattaforma di un camion vicino al prete che doveva celebrare la cerimonia cattolica davanti a migliaia di simpatizzanti ammassati fuori alla sede del sindacato dei metalmeccanici di Sao Bernardo do Campo, nella cintura industriale di San Paolo. Con il pugno alzato, ancora combattivo ma anche commosso alla menzione del nome di sua moglie, Lula è stato accompagnato dalla sua ex 'delfina', la presidente Dilma Rousseff, estromessa nel 2016 per aver truccato i conti pubblici. Una folla di sostenitori ha gridato "Lula, guerriero del popolo brasiliano" e "Lula libero!"  La moglie era implicata nella concessione del triplex balneare ( cioé di un lussuoso appartamento vista mare su tre piani a  Guarujá) da parte di una società di costruzioni che è costato a Lula la condanna al carcere. Questo appartamento sarebbe stato dato in cambio di favori per l'ottenimento di appalti pubblici. 

L'ex presidente di fronte alla sede del sindacato ha arringato la folla dichiarandosi innocente e criticando la magistratura e la polizia. "Hanno mentito, non li perdono", ha detto davanti a migliaia di simpatizzanti, sentendosi "un cittadino oltraggiato". In particolare ha accusato il giudice anticorruzione Sergio Moro, che ha ordinato il suo arresto, di "avere mentito".

Intanto il magistrato del Supremo Tribunale Federale brasiliano, Edson Fachin, ha respinto la nuova richiesta presentata dai legali dell'ex presidente per bloccare l'arresto di Lula.