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MONDO

Boicottaggio di Hezbollah

Lo stallo del Libano: un anno senza presidente

Era il 25 maggio del 2014 quando scadeva il mandato dell'ex presidente Michel Suleiman. Da allora ci sono state 23 fumate nere

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Libano sostenitori di Hezbollah (Ansa)
Da un anno il Libano è senza presidente. ll palazzo presidenziale di Baabda, sulle colline che dominano la capitale Beirut, è vuoto dal 25 maggio del 2014 quando scadeva il mandato di sei anni dell'ex presidente Michel Suleiman. Da allora i leader politici rivali del Paese dei Cedri non sono riusciti a raggiungere un accordo per eleggere il successore. "Un anno senza un presidente è un crimine" l'accusa di Suleiman. 

Il Parlamento ha votato 23 volte, tutte fumate nere. Per eleggere il successore di Suleiman è sufficiente la maggioranza semplice, ma da mesi i parlamentari non riescono a votare a causa del boicottaggio di Hezbollah e della Libera corrente patriottica di Michel Aoun, che punta alla presidenza.

I candidati principali
La coalizione delle Forze del 14 Marzo, quella dell'ex premier Rafiq Hariri, sostiene il leader delle Forze libanesi Samir Geagea, mentre il gruppo capeggiato dal druso Walid Jumblat appoggia Henri Helou. 

Stallo influenzato dalla guerra in Siria
"Ci sono forze politiche che vogliono far credere all'opinione pubblica che l'assenza del presidente non influisca sulla vita politica del Paese", ha detto l'ex capo di Stato, convinto che la scelta del suo successore sia "ostacolata dalla posizione dei candidati riguardo i combattimenti al di fuori del territorio libanese", con un chiaro riferimento alla guerra in Siria dove i miliziani del movimento sciita Hezbollah - storicamente sostenuto dall'Iran - combattono al fianco delle forze del regime di Bashar al-Assad. Il presidente del Parlamento, lo sciita Nabih Berri, ha parlato di un "fallimento di tutti i partiti politici e blocchi parlamentari" e, in dichiarazioni riportate dai media locali, ha affermato che "oggi né il governo né il Parlamento funzionano come dovrebbero".

Paese paralizzato
Questa crisi istituzionale paralizza il paese che già subisce le conseguenze dirette e indirette del conflitto nella vicina Siria. L'analista politico Georges Alam ha ricordato come le divisioni politiche in Libano siano "legate alla crisi siriana, al ruolo di Hezbollah nella regione e ad altri fattori, come la questione dei rifugiati siriani" nel Paese dei Cedri, che sono più di un milione su una popolazione di quattro milioni di abitanti.
"Nell'ultimo anno il vuoto alla presidenza ha compromesso la capacità del Libano di rispondere alle sfide economiche, sociali e in materia di sicurezza - l'appello del coordinatore speciale Onu per il Libano, Sigrid Kaag  - e ha contribuito alla divisione politica in un momento in cui il Libano deve fare un unico sforzo per salvare il Paese dalle ripercussioni della crisi siriana".