ITALIA
Assassinati vent'anni fa in Somalia
La Rete chiede verità per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
A pochi giorni dall'anniversario dell’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994, oltre 35mila persone hanno aderito all’appello lanciato da Articolo21 su Change.org per chiedere che vengano resi pubblici i documenti ancora segreti

A pochi giorni dal ventesimo anniversario dell’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, assassinati a Mogadiscio il 20 marzo 1994, oltre 35mila persone hanno aderito all’appello lanciato da Articolo21 su Change.org per chiedere che vengano resi pubblici documenti ancora segreti. “A venti anni di distanza siamo ancora in attesa di conoscere tutta la verità su quella vicenda - scrivono i responsabili dell’associazione - Questa verità potrebbe essere contenuta nella pila di carta (8.000 documenti) che i servizi di sicurezza militare, l’ex Sismi oggi Aise, hanno accumulato su fatti che attengono all’esecuzione dei due giornalisti”.
Carte messe sotto chiave negli archivi della Camera a cui sembra essere stato negato l’accesso dall’Agenzia Aise (come rivela un’inchiesta de “Il Manifesto”) anche a un ufficio di Montecitorio che chiedeva la declassificazione dei documenti riservati acquisiti dalla Commissione parlamentare sui rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella. “È fondamentale che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere”, continuano i promotori della petizione.
Secondo l’avvocato Domenico D’Amati, legale della famiglia Alpi “c’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei Deputati che deve desecretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici”.
Carte messe sotto chiave negli archivi della Camera a cui sembra essere stato negato l’accesso dall’Agenzia Aise (come rivela un’inchiesta de “Il Manifesto”) anche a un ufficio di Montecitorio che chiedeva la declassificazione dei documenti riservati acquisiti dalla Commissione parlamentare sui rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella. “È fondamentale che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere”, continuano i promotori della petizione.
Secondo l’avvocato Domenico D’Amati, legale della famiglia Alpi “c’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei Deputati che deve desecretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici”.