MONDO
Come il Santo di Assisi
Il mio nome è Francesco
Una volta eletto nuovo Pontefice, Bergoglio ricevette suggerimenti per il nuovo nome, tra considerazioni serie e qualche battuta. Qualcuno gli disse scegliere il nome Adriano, come Adriano VI il riformatore, altri gli consigliarono Clemente XV, per vendicarsi di Clemente XIV, soppressore della Compagnia di Gesù. Ma poi l'ispirazione arrivò dal pensiero ai poveri
Il nome Jorge Mario Bergoglio era sconosciuto a molti quando fu annunciata l'elezione del nuovo Papa, ma quello scelto come nuovo Pontefice lo hanno subito imparato tutti: Francesco, come il Santo di Assisi, vicino ai poveri, uomo della pace. Un nome semplice, ma denso di significato, come molti gesti e tante scelte di Papa Bergoglio.
L'ispiratore del nome fu il cardinale Claudio Hummes, il porporato che era seduto accanto a Bergoglio nel conclave. A raccontarlo è stato lo stesso Papa Francesco, a tre giorni dall'elezione come Pontefice.
Furono tanti i suggerimenti sui nomi che arrivarono a Bergoglio, tra considerazioni serie e battute di spirito. Ma Hummes seppe dare la giusta ispirazione. "Mi dissero che avrei dovuto chiamarmi Adriano, come Adriano VI che fu un riformatore, perché la Chiesa ha bisogno di essere riformata - ha raccontato Papa Francesco ai giornalisti - Altri mi dissero che il nome giusto sarebbe stato Clemente XV, così mi sarei potuto vendicare di Clemente XIV che soppresse la compagnia di Gesù".
Poi Bergoglio ha raccontato dell'importante ruolo di Claudio Hummes, suo grande amico, nella scelta del nome: "Lui mi confortava durante il conclave. Una volta raggiunti i due terzi dei voti, dopo l'applauso di rito, mi baciò, mi abbracciò e mi disse di non dimenticare i poveri - ha raccontato Bergoglio - Quella frase mi è entrata in testa. E proprio in relazione ai poveri e alle guerre ho cominciato a pensare a Francesco D'Assisi, mentre lo scrutinio proseguiva".
"Nessuno avrebbe immaginato un Papa con il nome di Francesco, perché la figura del Santo di Assisi è molto impegnativa - ha raccontato Claudio Hummes ai microfoni del Tg2 - Ma per Bergoglio ha avuto coraggio, si è subito identificato. E con il nome ha trovato anche il suo programma: non dimenticare i poveri".
La povertà è da sempre uno dei valori di Papa Francesco."La mia gente è povera e io sono uno di loro", ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti, poi, ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte per tutti. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, "è quella che De Lubac chiama mondanità spirituale", che significa "mettere al centro se stessi", invece al centro della Chiesa ci sono tutti, a cominciare dai poveri.
L'ispiratore del nome fu il cardinale Claudio Hummes, il porporato che era seduto accanto a Bergoglio nel conclave. A raccontarlo è stato lo stesso Papa Francesco, a tre giorni dall'elezione come Pontefice.
Furono tanti i suggerimenti sui nomi che arrivarono a Bergoglio, tra considerazioni serie e battute di spirito. Ma Hummes seppe dare la giusta ispirazione. "Mi dissero che avrei dovuto chiamarmi Adriano, come Adriano VI che fu un riformatore, perché la Chiesa ha bisogno di essere riformata - ha raccontato Papa Francesco ai giornalisti - Altri mi dissero che il nome giusto sarebbe stato Clemente XV, così mi sarei potuto vendicare di Clemente XIV che soppresse la compagnia di Gesù".
Poi Bergoglio ha raccontato dell'importante ruolo di Claudio Hummes, suo grande amico, nella scelta del nome: "Lui mi confortava durante il conclave. Una volta raggiunti i due terzi dei voti, dopo l'applauso di rito, mi baciò, mi abbracciò e mi disse di non dimenticare i poveri - ha raccontato Bergoglio - Quella frase mi è entrata in testa. E proprio in relazione ai poveri e alle guerre ho cominciato a pensare a Francesco D'Assisi, mentre lo scrutinio proseguiva".
"Nessuno avrebbe immaginato un Papa con il nome di Francesco, perché la figura del Santo di Assisi è molto impegnativa - ha raccontato Claudio Hummes ai microfoni del Tg2 - Ma per Bergoglio ha avuto coraggio, si è subito identificato. E con il nome ha trovato anche il suo programma: non dimenticare i poveri".
La povertà è da sempre uno dei valori di Papa Francesco."La mia gente è povera e io sono uno di loro", ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti, poi, ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte per tutti. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, "è quella che De Lubac chiama mondanità spirituale", che significa "mettere al centro se stessi", invece al centro della Chiesa ci sono tutti, a cominciare dai poveri.