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ITALIA

Bergamo

Processo a Bossetti, il Pm: "Yara morì dopo una lenta agonia, provò dolore e paura"

E' il giorno della requisitoria del pm, che quasi certamente chiederà l'ergastolo per il muratore di Mapello

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È morta per un concorso di "ipotermia e lesioni" in un contesto in cui faceva "molto freddo", Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere tre mesi più tardi. Lo ha detto il Pm Letizia Ruggero, pronunciando la sua requisitoria davanti alla corte d'Assise di Bergamo nel processo a carico di Massimo Bossetti. Ruggero ha ricostruito minuziosamente le indagini riguardanti la giornata della scomparsa e del ritrovamento del corpo senza vita di Yara, approfondendo l'analisi delle lesioni da corpo contundente e da lama sul cadavere della ragazza. Il Pm ha quindi sostenuto che chi ha ucciso Yara si è "accanito" sul corpo, circostanza tale da poter costituire, se accolta, aggravante di crudeltà e sevizie. Yara, ha detto, si trovava "al buio da sola, ha provato dolore e paura, in un posto dove faceva anche molto freddo". Una lenta "agonia" confermata dall'autopsia.

Il pm di Bergamo chiederà nella prossima udienza, il 18 maggio, la condanna di Bossetti. E' probabile che, considerata la gravità delle accuse, il pm solleciti la condanna al carcere a vita.

Dna è stato il nostro faro: è una prova non un indizio
ll Dna di "Ignoto 1" ritrovato "in grande quantità" e "straordinaria qualità" sugli slip di Yara Gambirasio è stato "il faro" degli inquirenti "fin da quando è stato trovato" e rappresenta "un elemento di prova e non un mero indizio", ha detto il pubblico ministero, nella requisitoria a carico di Bossetti. "È' stato fatto uno sforzo investigativo enorme a partire dal Dna - ha spiegato - Per noi è stato il faro. Sono stati raccolti 5.700 campioni solo dalla polizia scientifica e 20.000 dai Ris dei carabinieri. È  un'indagine che non fa pari in Italia e nel mondo, che ha comportato costi ed energia per cui doveva valerne la pena. Aveva molto senso investire tantissime risorse sulla persona che aveva lasciato questa traccia".

La pm ha citato due sentenze della Cassazione secondo cui il Dna costituisce "un elemento di prova e non di mero indizio" perché la possibilità che appartenga a due persone distinte è "infinitesimale". In particolare, nell'esame del Dna di Ignoto 1 effettuato con 23 marcatori, c'è soltanto una possibilità su 3.700 miliardi di miliardi di miliardi che possa appartenere ad due soggetti diversi, quindi c'è la pratica certezza che sia "identificativo". Dna, ha sottolineato, ritrovato "su un indumento molto intimo e molto poco accessibile".

La difesa: Bossetti si aspetta richiesta ergastolo
Massimo Bossetti si aspetta una richiesta di ergastolo da parte del Pm? "Certo, glielo abbiamo detto o è bianco o è nero". A parlare  durante una pausa dell' udienza sono i legali dell'unico imputato per l'omicidio di Yara. Riguardo la certezza mostrata dal pm sul Dna sulla quale la difesa ha sempre avanzato dubbi, gli avvocati Salvagni e Camporini hanno spiegato: "delle due l'una o è una traccia certa o non lo è". I legali hanno sottolineato che a proposito della traccia da cui è stato estratto il dna, sia stato escluso che si tratti di saliva o sperma. "Sappiamo solo di che cosa non è composto". Accade raramente? E' stato chiesto loro. "E' una cosa meno rara se la traccia è esigua, ma se come dicono loro è eccezionale non si spiega".