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#Road2rome

Papa Giovanni XXIII ridisegnò il suo copricapo senza sfarzo ma con rose e gigli

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di Laura Cervellione
Senza tanti fronzoli. Così Angelo Roncalli voleva che fosse la tiara papale, custodita nella cattedrale di Bergamo Alta. Di certo come gliela avevano disegnata non andava bene a uno come lui, che da Papa scriveva piccolo piccolo per risparmiare la carta e riciclava anche le agende. Così il nuovo Papa impugnò la matita e ridisegnò il copricapo papale, eliminando tutto l'inutile sfarzo baroccheggiante, avendo cura però d'inserirvi i gigli araldici e le rose, simboli della religiosità bergamasca. Bergamo ce l'aveva sempre nel cuore, così se la mise anche sul capo. L'aneddoto ce lo ha raccontato don Giulio Della Vite, segretario generale della Curia di Bergamo, il quale ha anche rivelato un particolare non da poco: l'introduzione dell'Angelus, farina del roncalliano sacco. Si può ben dire che è stato Papa Giovanni ad aprire le finestre della Chiesa. L'ha fatto fisicamente, ispirandosi a una tradizione della famiglia Roncalli, che interrompeva inflessibilmente la giornata alle 12 per la preghiera alla Madonna.
Bergamo che è tante città, quella Alta delle chiese e viuzze fuori dal tempo, quella Bassa e multiforme, quartieri con abitazioni di prestigio, tipi più multiculturali avvicinandosi alla stazione. A unire le due città è la funicolare costruita all’inizio del Novecento. Arriva a un antico palazzo palazzo nobiliare, diventato stazione della funivia. Ma Danilo Colleone, volontario della Curia, ci spiega che Bergamo è la città del monte (lo segnala il celtico “Berg”). Nata come castrum romano (dove anche Giulio Cesare si è fermato a soggiornare prima di raggiungere le Gallie), rimodellata dai veneziani, ora è lo strano microcosmo di tanti “don” e “monsignori” che si conoscono tutti e che vivono come delle rette parallele accanto ai tanti giovani della generazione MTV, che Papa Giovanni magari non ricordano bene chi sia.
Non è il caso dei seminaristi di Bergamo Alta. Roncalli ha varcato quelle mura a undici anni per la sua avanzata verso il sacerdozio. Quelli che oggi avevano lezione avevano più o meno la stessa età del Papa. Hanno chiuso le valigie e si sono anticipati i compiti per la lezione di lunedì, che verterà sulla II guerra mondiale. Ma prima viene Roma. La loro vita è fatta di studi teologici, alzatacce, pellegrinaggi su scarpe comode. Ma anche loro quando suona la campanella della ricreazione si mettono a correre.