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ITALIA

Allerta per il Giubileo e attivazione giovani jihadisti

L'allarme dei servizi segreti: "L'Italia è sempre più esposta alla minaccia jihadista"

Lo sottolinea la Relazione 2015 al Parlamento sulla politica dell'informazione alla sicurezza.Il nostro Paese "potenzialmente privilegiato sotto un profilo politico e simbolico/religioso, anche in relazione alla congiuntura del Giubileo straordinario". Rischio infiltrazioni dai Balcani. Libia, "difficile bloccare terroristi se Paese è instabile"
 

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L'Italia "appare sempre più esposta" alla minaccia jihadista, anche se non sono emersi specifici riscontri su piani terroristici. Lo rileva la relazione annuale dell'intelligence inviata al Parlamento, sottolineando come nella propaganda jihadista non siano mancati i riferimenti all' Italia come nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo. La maggiore esposizione al rischio emerge anche in relazione al Giubileo e alla possibile attivazione di nuove generazioni di aspiranti mujahidin che aderiscono alla campagna promossa dall'Isis.

Rischio foreign fighters 
Secondo la relazione in Italia "il fenomeno dei foreign fighters, inizialmente con numeri più contenuti rispetto alla media europea, è risultato in costante crescita, evidenziando, quale aspetto di particolare criticità, 'autoreclutamento di elementi giovanissimi, al termine di processi di radicalizzazione spesso consumati in tempi molto rapidi e ad insaputa della stessa cerchia familiare".  Quindi "massima vigilanza informativa" sia stata
"pertanto riservata al pericolo derivante dal possibile arrivo di 'returnees' o dai movimenti di commuters - soprattutto ove si tratti di soggetti dotati di titoli di viaggio che consentono loro di muoversi liberamente in area Schengen - già residenti sul nostro territorio o in altri Paesi europei". Si tratta infatti di "soggetti in grado di viaggiare più volte dal teatro di jihad all'Occidente e viceversa, sfuggendo alle maglie dei controlli". 

Rischio infiltrazioni tra migranti rotta Balcani
"Il rischio di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori, che quanto alla direttrice nordafricana, nonostante ricorrenti warning, non ha trovato specifici riscontri, si presenta più concreto lungo l'asse della rotta balcanica". E' quanto si legge nella Relazione. Per la rotta balcanica la nostra intelligence evidenzia, in particolare, "le vulnerabilità di sicurezza legate all'imponente flusso di profughi provenienti dal teatro siro-iracheno; la centralità della regione quale via di transito privilegiata bidirezionale di foreign fighters, oltre che quale zona di origine di oltre 900 volontari arruolatisi nelle file del jihadismo combattente; la presenza nell'area di realt oltranziste consolidate, in grado di svolgere un ruolo attivo nella radicalizzazione dei migranti". 

Libia, difficile bloccare terroristi se Paese instabile
"E' assai difficile limitare le attività terroristiche ed i traffici illeciti in una Libia instabile e divisa. Da qui il convinto, ed 'informato', contributo nazionale a quanto la comunità internazionale ha fatto per sostenere ed incoraggiare 'intenso e tenace" impegno dell'Onu. Sottolenea la relazione dei servizi d' intelligence al Parlamento, sottolineando che la stabilizzazione del Paese "resta determinante non solo in un'ottica di sicurezza regionale, ma anche di prevenzione della minaccia terroristica e di tutela degli interessi nazionali".    "Rilievo assoluto" nell'attività d'intelligence è stato dunque assegnato al presidio informativo in Libia. Lì lo Stato Islamico punta a stabilire una "roccaforte dalla quale poter coordinare gruppi, cellule e militanti che nella regione nordafricana hanno giurato fedeltà ad al Baghdadi". Favorito dalla crisi politico-istituzionale. Non è attivo solo l'Isis, ma anche al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) e Ansar al Shariah. Queste formazioni "hanno beneficiato delle precarie condizioni di sicurezza del Paese per condurre attività di rifornimento logistico, addestrare i combattenti ed affinare le proprie capacità operative, anche attraverso forme di collaborazione che si sono sostanziate nello scambio di uomini, armi e mezzi".