SPORT
Speranze azzurre verso Sochi 2014
Lukas Hofer, una vittoria storica e l'Olimpiade nel mirino
Dopo 13 anni l'Italia del biathlon è tornata al successo in una gara individuale di Coppa del mondo. Merito di Lukas Hofer, che ha vinto la prova sprint di Anterselva. Adesso l'altoatesino ha la certezza di potersi giocare una medaglia olimpica

Mettere a segno un risultato storico è senza dubbio il miglior modo per avvicinarsi all'Olimpiade. Il 17 gennaio Lukas Hofer ci è riuscito, rompendo un incantesimo che per il biathlon italiano durava da tredici anni. Con il suo successo nella sprint di Anterselva è arrivata prima vittoria individuale di un atleta azzurro in Coppa del mondo dal marzo 2000. Ora il 24enne altoatesino ha nel mirino l'appuntamento più importante della stagione: i Giochi olimpici invernali di Sochi.
Meglio di così non poteva andare: hai ottenuto la tua prima vittoria individuale in Coppa del mondo, un risultato importantissimo anche per l'Italia, e l'hai fatto proprio ad Anterselva, tra le tue montagne...
Sin da bambino, da quando ho iniziato con il biathlon, sognavo di vincere in Coppa del mondo. Averlo fatto a casa è davvero il massimo. Sono contentissimo.
Tra meno di venti giorni inizierà l'Olimpiade. Un risultato del genere è un bellissimo segnale...
È più che positivo. Adesso sono più tranquillo perché so di poter lottare per le prime posizioni. Ovviamente quella olimpica sarà una nuova gara, un nuovo capitolo dove si partirà tutti da zero.
Sei già stato ai Giochi di Vancouver, quindi la prossima sarà la tua seconda esperienza a cinque cerchi. Con che spirito affronterai l'appuntamento di Sochi?
All'Olimpiade del 2010 ero ancora abbastanza giovane ed è servita per fare esperienza. Adesso è diverso: in carriera ho totalizzato cinque podi in Coppa del mondo e le cose sono cambiate. Ci saranno tre medaglie per gara e ognuno vorrà vincere: cercherò di dare il meglio, poi vedremo cosa accadrà. Le distanze tra i migliori sono molto ridotte. Per stare davanti bisognerà sparare bene e sciare molto veloci.
Che caratteristiche ha la pista di Sochi?
È abbastanza aggressiva. Sale e scende e proprio nelle salite e nelle discese si può guadagnare o perdere tanto. A me piace gareggiare su percorsi nervosi, quindi si adatta molto bene alle mie caratteristiche.
La prova sprint è in programma l'8 febbraio. Il giorno prima riuscirai ad andare alla cerimonia inaugurale?
Dipenderà dagli orari. La cerimonia di apertura è abbastanza lunga. Sono riuscito a vedere quella di Vancouver: è stata una cosa pazzesca e indimenticabile. Spero di riuscire ad andare anche a quella di Sochi. Decideremo tutto all'ultimo momento valutando le nostre condizioni di salute
In generale come sta la squadra italiana?
Quest'anno ci siamo allenati molto bene e siamo riusciti a fare un bel salto di qualità. Ai Giochi la staffetta mista ha ottime possibilità: Dorothea Wierer e Karin Oberhofer sono cresciute molto e insieme a Dominik Windisch abbiamo grandi chance di lottare per le prime posizioni. Anche nelle staffette maschili e femminili, se tutto andrà bene come sappiamo fare in allenamento, c'è la possibilità di salire sul podio, ma dovremo essere perfetti.
Il biathlon in Italia non ha la visibilità di altre discipline olimpiche, come lo sci alpino o lo sci di fondo. Sochi sarà importante anche per far conoscere il vostro movimento...
Far bene all'Olimpiade ci aiuterebbe sicuramente. In Italia siamo seguiti quasi solo al Nord. Con più visibilità e più successi potremmo far vedere in tutto il Paese il nostro sport, che secondo me è bellissimo anche da seguire in televisione.
Meglio di così non poteva andare: hai ottenuto la tua prima vittoria individuale in Coppa del mondo, un risultato importantissimo anche per l'Italia, e l'hai fatto proprio ad Anterselva, tra le tue montagne...
Sin da bambino, da quando ho iniziato con il biathlon, sognavo di vincere in Coppa del mondo. Averlo fatto a casa è davvero il massimo. Sono contentissimo.
Tra meno di venti giorni inizierà l'Olimpiade. Un risultato del genere è un bellissimo segnale...
È più che positivo. Adesso sono più tranquillo perché so di poter lottare per le prime posizioni. Ovviamente quella olimpica sarà una nuova gara, un nuovo capitolo dove si partirà tutti da zero.
Sei già stato ai Giochi di Vancouver, quindi la prossima sarà la tua seconda esperienza a cinque cerchi. Con che spirito affronterai l'appuntamento di Sochi?
All'Olimpiade del 2010 ero ancora abbastanza giovane ed è servita per fare esperienza. Adesso è diverso: in carriera ho totalizzato cinque podi in Coppa del mondo e le cose sono cambiate. Ci saranno tre medaglie per gara e ognuno vorrà vincere: cercherò di dare il meglio, poi vedremo cosa accadrà. Le distanze tra i migliori sono molto ridotte. Per stare davanti bisognerà sparare bene e sciare molto veloci.
Che caratteristiche ha la pista di Sochi?
È abbastanza aggressiva. Sale e scende e proprio nelle salite e nelle discese si può guadagnare o perdere tanto. A me piace gareggiare su percorsi nervosi, quindi si adatta molto bene alle mie caratteristiche.
La prova sprint è in programma l'8 febbraio. Il giorno prima riuscirai ad andare alla cerimonia inaugurale?
Dipenderà dagli orari. La cerimonia di apertura è abbastanza lunga. Sono riuscito a vedere quella di Vancouver: è stata una cosa pazzesca e indimenticabile. Spero di riuscire ad andare anche a quella di Sochi. Decideremo tutto all'ultimo momento valutando le nostre condizioni di salute
In generale come sta la squadra italiana?
Quest'anno ci siamo allenati molto bene e siamo riusciti a fare un bel salto di qualità. Ai Giochi la staffetta mista ha ottime possibilità: Dorothea Wierer e Karin Oberhofer sono cresciute molto e insieme a Dominik Windisch abbiamo grandi chance di lottare per le prime posizioni. Anche nelle staffette maschili e femminili, se tutto andrà bene come sappiamo fare in allenamento, c'è la possibilità di salire sul podio, ma dovremo essere perfetti.
Il biathlon in Italia non ha la visibilità di altre discipline olimpiche, come lo sci alpino o lo sci di fondo. Sochi sarà importante anche per far conoscere il vostro movimento...
Far bene all'Olimpiade ci aiuterebbe sicuramente. In Italia siamo seguiti quasi solo al Nord. Con più visibilità e più successi potremmo far vedere in tutto il Paese il nostro sport, che secondo me è bellissimo anche da seguire in televisione.