EUROPA
Johnson chiede elezioni. La camera boccia la mozione
Brexit: Tusk, ok dei 27 al rinvio al 31 gennaio. E la Ue chiede a Londra un commissario
"L'UE a 27 accetterà la richiesta del Regno Unito di una estensione flessibile di Brexit fino al 31 gennaio 2020. La decisione dovrebbe essere formalizzata attraverso una procedura scritta".

I 27 Stati membri dell'Ue hanno accolto la richiesta del Regno Unito di rinviare al 31 gennaio 2020 la Brexit: è quanto ha annunciato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, precisando che è stata accolta la cosiddetta "flextension", a indicare che Londra potrebbe anche lasciare l'Ue prima di tale data in caso di approvazione dell'accordo negoziato da Londra con Bruxelles da parte del parlamento britannico.Il via libera dei 27 arriva nel giorno in cui Westminster si accinge a votare la richiesta del premier Boris Johnson di tenere elezioni anticipare il 12 dicembre.
Ue chiede a Londra la nomina di un commissario
C'è anche la richiesta di nominare il 'suo' commissario europeo tra quelle rivolte al governo britannico dall'Ue nel quadro del via libera a una nuova proroga della Brexit.Secondo fonti europee interpellate dall'Ansa, la richiesta di nomina del commissario è stata inoltrata a Londra, insieme a quella di avere l'ok britannico alla proroga, in parallelo all'avvio della cosiddetta procedura scritta decisa oggi dagli ambasciatori Ue.
Preannunciata dalla presidente designata Ursula Van Der Leyen la scorsa settimana e ora formulata dal Consiglio Ue, la richiesta a Londra di designare il suo commissario risponde all'esigenza dettata dai trattati in base al fatto che la Gran Bretagna è e sarà molto probabilmente ancora parte integrante dell'Ue quando si insedierà la nuova commissione, la stessa logica già applicata nel caso delle elezioni europee.
La richiesta rischia tuttavia di complicare - e soprattutto allungare - ulteriormente il percorso che porterà all'insediamento del nuovo esecutivo europeo, per ora già slittato dal primo novembre al primo dicembre. Al momento non è dato sapere se e quando Boris Johnson prenderà una decisione, alimentando l'incertezza già determinata dal fatto che sui tre candidati commissari bocciati dall'europarlamento - l'ungherese, la romena e la francese - solo Budapest e Parigi hanno finora presentato nuovi nomi. mentre la Romania manca ancora all'appello perché alle prese con una crisi di governo non risolta.
Come se non bastasse, secondo le indiscrezioni raccolte a Bruxelles, il candidato ungherese - Oliver Varhelyi, attuale ambasciatore-rappresentante permanente di Budapest presso l'Ue - non sarebbe gradito a diverse parti, in particolare alla Cdu di Angela Merkel. Davanti a questo scenario Von Der Leyen per ora si sta muovendo con estrema cautela ed ha fatto sapere che non intende cambiare la ripartizione dei portafogli, anche per i nuovi candidati che ha incontrato oggi per la prima volta. Intanto inizia a circolare il nome di chi potrebbe rappresentare Londra con un incarico 'a termine'. La scelta potrebbe cadere sull'attuale commissario Julian King che, essendo già ben conosciuto in ambito Ue, avrebbe il vantaggio di poter passare rapidamente l'esame del Parlamento europeo.
Johnson chiede elezioni, parlamento ha fallito
"Questo parlamento ha esaurito la sua funzione". Così Boris Johnson ha argomentato la mozione presentata dal suo governo per chiedere alla Camera dei Comuni l'ok ad elezioni anticipate il 12 dicembre. Il premier Tory ha aggiunto che avrebbe "preferito attuare la Brexit" il 31 ottobre come aveva promesso, ma ha accusato la Camera di aver rinviato il suo deal e l'opposizione di non rispettare il referendum del 2016: il risultato è un rinvio di "altri tre mesi" che il popolo non vuole e a un costo di "un miliardo di sterline al mese in più".
"Ok rinvio ma sia l'ultimo"
Il premier britannico, Boris Johnson, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, confermando che il Regno Unito accetta l'estensione flessibile offerta dall'Ue. Nella lettera Johnson esorta l'Ue a escludere ulteriori proroghe oltre il 31 gennaio.
Corbyn dice no a Johnson: "non è credibile"
Il leader laburista Jeremy Corbyn ha detto no alla mozione presentata dal premier conservatore Boris Johnson per la convocazione di elezioni il 12 dicembre. "Io non mi fido del primo ministro e la maggioranza del paese non si fida", ha detto Corbyn rispondendo a Johnson alla Camera in un clima rovente. Corbyn ha accusato il premier di essersi rimangiato "tutte le promesse" sulla Brexit e di volere elezioni anticipate, ma non a dicembre, almeno fino a quando non ci saranno garanzia che il no deal non sia "escluso dal tavolo".
Iniziata votazione su opzione elezioni anticipate
Il parlamento britannico ha iniziato le operazioni di voto sull'ipotesi di elezioni anticipate proposta dal premier Boris Johnson. Per essere approvata, la mozione deve avere il sì di almeno due terzi dei parlamentari.
Respinta mozione Johnson, no a elezioni 12 dicembre
La Camera dei Comuni ha respinto stasera la mozione presentata dal governo britannico per ottenere le elezioni politiche anticipate il 12 dicembre. Il mancato sì dell'opposizione laburista ha impedito di raggiungere il necessario quorum dei due terzi, come già in due altre occasioni. Al governo Tory resta però ora la strada di sostenere la nuova proposta di altri 2 partiti d'opposizione, Libdem e Snp, per andare al voto il 9 dicembre modificando a maggioranza semplice da domani la legge vigente sulle elezioni.
The EU27 has agreed that it will accept the UK's request for a #Brexit flextension until 31 January 2020. The decision is expected to be formalised through a written procedure.
— Donald Tusk (@eucopresident) 28 ottobre 2019
Ue chiede a Londra la nomina di un commissario
C'è anche la richiesta di nominare il 'suo' commissario europeo tra quelle rivolte al governo britannico dall'Ue nel quadro del via libera a una nuova proroga della Brexit.Secondo fonti europee interpellate dall'Ansa, la richiesta di nomina del commissario è stata inoltrata a Londra, insieme a quella di avere l'ok britannico alla proroga, in parallelo all'avvio della cosiddetta procedura scritta decisa oggi dagli ambasciatori Ue.
Preannunciata dalla presidente designata Ursula Van Der Leyen la scorsa settimana e ora formulata dal Consiglio Ue, la richiesta a Londra di designare il suo commissario risponde all'esigenza dettata dai trattati in base al fatto che la Gran Bretagna è e sarà molto probabilmente ancora parte integrante dell'Ue quando si insedierà la nuova commissione, la stessa logica già applicata nel caso delle elezioni europee.
La richiesta rischia tuttavia di complicare - e soprattutto allungare - ulteriormente il percorso che porterà all'insediamento del nuovo esecutivo europeo, per ora già slittato dal primo novembre al primo dicembre. Al momento non è dato sapere se e quando Boris Johnson prenderà una decisione, alimentando l'incertezza già determinata dal fatto che sui tre candidati commissari bocciati dall'europarlamento - l'ungherese, la romena e la francese - solo Budapest e Parigi hanno finora presentato nuovi nomi. mentre la Romania manca ancora all'appello perché alle prese con una crisi di governo non risolta.
Come se non bastasse, secondo le indiscrezioni raccolte a Bruxelles, il candidato ungherese - Oliver Varhelyi, attuale ambasciatore-rappresentante permanente di Budapest presso l'Ue - non sarebbe gradito a diverse parti, in particolare alla Cdu di Angela Merkel. Davanti a questo scenario Von Der Leyen per ora si sta muovendo con estrema cautela ed ha fatto sapere che non intende cambiare la ripartizione dei portafogli, anche per i nuovi candidati che ha incontrato oggi per la prima volta. Intanto inizia a circolare il nome di chi potrebbe rappresentare Londra con un incarico 'a termine'. La scelta potrebbe cadere sull'attuale commissario Julian King che, essendo già ben conosciuto in ambito Ue, avrebbe il vantaggio di poter passare rapidamente l'esame del Parlamento europeo.
Johnson chiede elezioni, parlamento ha fallito
"Questo parlamento ha esaurito la sua funzione". Così Boris Johnson ha argomentato la mozione presentata dal suo governo per chiedere alla Camera dei Comuni l'ok ad elezioni anticipate il 12 dicembre. Il premier Tory ha aggiunto che avrebbe "preferito attuare la Brexit" il 31 ottobre come aveva promesso, ma ha accusato la Camera di aver rinviato il suo deal e l'opposizione di non rispettare il referendum del 2016: il risultato è un rinvio di "altri tre mesi" che il popolo non vuole e a un costo di "un miliardo di sterline al mese in più".
"Ok rinvio ma sia l'ultimo"
Il premier britannico, Boris Johnson, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, confermando che il Regno Unito accetta l'estensione flessibile offerta dall'Ue. Nella lettera Johnson esorta l'Ue a escludere ulteriori proroghe oltre il 31 gennaio.
Corbyn dice no a Johnson: "non è credibile"
Il leader laburista Jeremy Corbyn ha detto no alla mozione presentata dal premier conservatore Boris Johnson per la convocazione di elezioni il 12 dicembre. "Io non mi fido del primo ministro e la maggioranza del paese non si fida", ha detto Corbyn rispondendo a Johnson alla Camera in un clima rovente. Corbyn ha accusato il premier di essersi rimangiato "tutte le promesse" sulla Brexit e di volere elezioni anticipate, ma non a dicembre, almeno fino a quando non ci saranno garanzia che il no deal non sia "escluso dal tavolo".
Iniziata votazione su opzione elezioni anticipate
Il parlamento britannico ha iniziato le operazioni di voto sull'ipotesi di elezioni anticipate proposta dal premier Boris Johnson. Per essere approvata, la mozione deve avere il sì di almeno due terzi dei parlamentari.
Respinta mozione Johnson, no a elezioni 12 dicembre
La Camera dei Comuni ha respinto stasera la mozione presentata dal governo britannico per ottenere le elezioni politiche anticipate il 12 dicembre. Il mancato sì dell'opposizione laburista ha impedito di raggiungere il necessario quorum dei due terzi, come già in due altre occasioni. Al governo Tory resta però ora la strada di sostenere la nuova proposta di altri 2 partiti d'opposizione, Libdem e Snp, per andare al voto il 9 dicembre modificando a maggioranza semplice da domani la legge vigente sulle elezioni.