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CULTURA

Corriere della Sera

Conte risponde all'appello di Riccardo Muti: "Su teatri chiusi, scelta grave ma necessaria"

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Riccardo Muti e Giuseppe Conte (foto d'archivio Ansa del 2018)
"Gentile Maestro Muti, rispondo al Suo accorato appello, pubblicato ieri sulle pagine di questo Giornale, e ne approfitto per condividere con Lei e con i lettori alcune considerazioni". Inizia così la lettera del premier Giuseppe Conte al Corriere della Sera, nella quale il presidente del consiglio replica al direttore d'orchestra Riccardo Muti, per rispondere "al Suo accorato appello" sulla decisione del governo di chiudere le sale da concerto e i teatri.

"Le Sue riflessioni mi toccano profondamente, e non credo abbiano lasciato indifferenti i lettori. Lei ha ragione: la decisione di chiudere le sale da concerto e i teatri è oggettivamente "grave"- dice Conte - i concerti, le rappresentazioni teatrali costituiscono alimento per lo spirito, nutrimento per l'anima", ma "proprio perché grave è stata una decisione particolarmente sofferta".

"Siamo stati costretti a prenderla - spiega il premier - perché l'obiettivo primario deve essere adesso recuperare il controllo della curva epidemiologica ed evitare che la sua continua ascesa possa compromettere l'efficienza del nostro sistema sanitario e, con esso, la tenuta dell'intero sistema sociale ed economico".

"E' una decisione - aggiunge Conte- che non abbiamo preso a cuor leggero perché siamo consapevoli che tutti i protagonisti del mondo dello spettacolo - artisti, musicisti, autori, imprenditori, tecnici, lavoratori - stanno soffrendo enormi difficoltà ormai da molti mesi. I medesimi protocolli di sicurezza, se da un lato offrono maggiori garanzie di prevenire il contagio, dall'altro lato limitano fortemente la presenza del pubblico, contribuendo al generale depauperamento di questo come di altri settori di attività".