Naufragio Concordia, oggi la Cassazione decide su Schettino: se condannato andrà in carcere

Ha preso l'avvio stamattina alle 10 l'udienza in Cassazione per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo dell'Isola del Giglio nel quale persero la vita 32 persone, che ha come imputato l'ex comandante Francesco Schettino. I supremi giudici sono riuniti in camera di consiglio per decidere se accogliere la richiesta dei difensori dell'imputato, avvocati Donato Laino e Saverio Senese, di visionare in aula un video nel quale Schettino racconta la sua versione dei fatti. Le parti civili si sono opposte sostenendo che la richiesta è inammissibile in Cassazione, trattandosi di un elemento di merito, e anche il sostituto procuratore generale, Francesco Salzano, al termine della precedente udienza svoltasi il 4 aprile, aveva dato parere negativo.
Schettino è stato condannato a 16 anni e un 1 mese di reclusione dalla Corte di Appello di Firenze il 31 maggio 2016. Il pg della Cassazione ha chiesto la conferma della condanna e l'annullamento con rinvio della sentenza d'appello nella parte in cui ha escluso l'aggravante per gli omicidi colposi. In pratica, il pg aveva espresso parere positivo all'accoglimento del ricorso presentato in Cassazione dalla Procura della Corte d'Appello fiorentina che chiede un inasprimento della pena. La decisione dei supremi giudici è prevista entro questa sera.
La Costa Concordia andò a schiantarsi contro gli scogli dell'Isola del Giglio a seguito di una manovra di avvicinamento (il cosiddetto 'inchino') messa in atto da Schettino la sera del 13 dicembre del 2012. A bordo della nave, al momento dell'impatto, c'erano oltre 4000 persone, tra passeggeri e membri dell'equipaggio: ne morirono 32, mentre 193 rimasero ferite. Secondo il pg, Schettino "ritardò nel dare l'ordine di abbandono della nave tanto che non fu possibile utilizzare le scialuppe sull'ala sinistra, perché già sotto la nave ripiegata su se stessa dopo l'impatto con gli scogli". Inoltre il comandante "lasciò la nave in piena emergenza", salendo sull'ultima scialuppa calata in mare, mentre duemila passeggeri erano ancora sul relitto. Arrivato sulla terra ferma, poco dopo mezzanotte, nel pieno dell'emergenza, "quando il comandante dei vigili del fuoco gli disse che avrebbero potuto riportarlo a bordo per aiutare nei soccorsi, Schettino rispose che 'preferiva coordinare gli aiuti da terra'", sottolinea il pg, ricordando come lo stesso comandante dei vigili del fuoco, con gli altri operatori dei soccorsi, abbia lavorato, in mare, fino all'alba salvando, tra mille difficoltà, centinaia di persone.
Per il naufragio, sono già stati condannati in patteggiamento, tutti con pene inferiori ai tre anni di carcere, il comandante in seconda Ciro Ambrosio, il terzo ufficiale Silvia Coronica, il timoniere Jacob Rusli Bin, il responsabile sicurezza della Costa Crociere Roberto Ferrarini e l'hotel director Manrico Giampedroni.