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ITALIA

A oggi indagati maresciallo cc Mottola, moglie e figlio

Delitto Arce, nuova perizia: ferite alla testa di Serena compatibili con segni in caserma

Serena Mollicone, morta nel 2001, potrebbe essere stata picchiata in caserma, e poi soffocata con un sacchetto di plastica

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La ferita sul cranio di Serena Mollicone potrebbe essere compatibile con il segno ritrovato dagli inquirenti sulla porta all'interno della caserma dei carabinieri di Arce. E' quanto contenuto nella relazione realizzata dal consulente incaricato dalla Procura della Repubblica di Cassino che indaga sulla morte della 18enne di Arce. La ragazza venne ritrovata cadavere nel bosco dell'Anitrella nel giugno del 2001 ad oggi risultano iscritti nel registro degli indagati Franco Mottola, maresciallo dei carabinieri, allora comandante della stazione di Arce, il figlio e la moglie. L'ipotesi investigativa è quella che la ragazza fosse presente in casa dei Mottola, un alloggio nella struttura che ospita la caserma, poco prima della sua scomparsa. I Ris che più volte hanno ispezionato l'alloggio si sono soffermati su quel segno di rottura della porta ipotizzando che potesse essere quello il punto sbattendo contro cui la ragazza possa essersi procurata la ferita allo zigomo. Una ipotesi che la relazione avvalora considerandola attendibile ma non certa. Il corpo di Serena riesumato nel 2016, resta a Milano ancora a disposizione degli inquirenti. Un altro tassello, quindi, per tentare di svelare il mistero che ormai regge da 18 anni. E sempre secondo la perizia Serena non sarebbe stata uccisa per errore ma volontriamente. Questo perché quando l'aguzzino o gli aguzzini di Serena Mollicone hanno capito che la ragazza, nonostante le tante botte e l'impatto violento contro la porta, fosse ancora viva, l'hanno soffocata mettendole un sacchetto di plastica sulla testa. Dopo le botte, infatti, il corpo di Serena sarebbe stato portato fuori.   Qualche ora dopo chi l’ha ridotta in quello stato è tornato a monitorare il corpo forse per spostarlo ma si è accorto che la giovane respirava ancora: per questo è stata soffocata con un sacchetto di plastica sulla testa.


Il padre di Serena: finalmente la verità



Ai microfoni di Rainews 24 il padre di Serena, Guglielmo, ha accolto con soddisfazione i risultati della perizia che indicano la caserma come il luogo in cui Serena avrebbe trovato la morte. "Finalmente la verità - ha detto - su mia figlia che è morta per i suoi ideali. Quel giorno era andata in caserma per denunciare lo spaccio di droga che aveva già fatto tante vittime nel nostro paese. Putroppo coinvolto in quel traffico c'era anche il figlio dell'allora maresciallo dei carabinieri. Quella denuncia non venne trascritta e Serena fu portata nell'appartamento al piano superiore della Caserma, dove abitava il maresciallo. La scheggiatura presente su quella porta è compatibile con la ferita sulla tempia della ragazza".