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ECONOMIA

Il report 2020

Istat: 44,3% italiani soddisfatti per la vita, 58% per la situazione economica, 4 su 5 per la salute

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Italiani, Milano (Ansa)
Nonostante la pandemia, aumenta la soddisfazione degli italiani per la loro vita. Secondo il report Istat diffuso oggi, alla domanda "Attualmente, quanto si ritiene soddisfatto della sua vita nel complesso?", in base a un punteggio da 0 a 10 (dove 0 indica "per niente soddisfatto" e 10 "molto soddisfatto"), nel 2020 il 44,3% delle persone di 14 anni e più indica i livelli di punteggio più alti (8-10), il 41,3% giudica la propria vita mediamente soddisfacente (6-7), il 12,5% la valuta con i punteggi più bassi (0-5). Rispetto all'anno precedente, la quota di chi esprime i punteggi più alti sale dal 43,2% al 44,3%, a scapito sostanzialmente dei punteggi più bassi (dal 14,2% al 12,5%).    

Nei primi mesi del 2020 è cresciuta, attestandosi al 58,0%, la quota di persone di 14 anni e più che si dichiarano "molto" o "abbastanza soddisfatte" per la situazione economica personale. Secondo l'ultimo report Istat sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita, rispetto all'anno precedente la crescita ha riguardato uomini e donne in egual misura e tutte le classi di età, in particolare le persone di 65-74 anni (da 59,6% a 62,4%). I giovani (14-19 anni) e le persone di 60 anni e oltre sono piu' soddisfatte rispetto agli individui delle altre classi di eta' (20-59 anni).    

L'impatto iniziale della pandemia non incide sulla soddisfazione per la salute. In particolare, secondo il report Istat diffuso oggi, l'81,6% degli individui di 14 anni e oltre esprime un giudizio positivo sul proprio stato di salute: nel complesso, la soddisfazione per questo aspetto della vita diminuisce al crescere dell'età e raggiunge il minimo nella classe dei 75enni e più (56,9%). Le donne dichiarano una soddisfazione sempre minore degli uomini anche a parita' di eta', con differenze maggiori nelle eta' anziane: sono molto o abbastanza soddisfatte per il proprio stato di salute nel 79,4% dei casi rispetto all'84,0% degli uomini.