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MONDO

I raid della coalizione supportano i peshmerga

Attacco a Kobane, la controffensiva dei curdi

Violenti scontri sul confine turco. Gli estremisti dell'Isis controllano ormai metà della città siriana. La denuncia di Hrw: "Donne yazide vendute come schiave sessuali". La Turchia smentisce di aver autorizzato i raid aerei Usa

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Kobane
I miliziani curdi che difendono la città di Kobane, nel nord della Siria, hanno lanciato oggi un contrattacco contro le forze dell'Isis, riconquistando alcune posizioni grazie al sostegno aereo della Coalizione internazionale guidata dagli Usa che ha effettuato cinque raid aerei. Lo riferisce l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). In particolare, le forze curde hanno ripreso il controllo di due postazioni nel sud della città uccidendo 13 jihadisti e sono avanzate anche nel settore est. 

Gli estremisti dell'Isis minacciano di bloccare le vie di passaggio e di fuga tra la città siriana e la Turchia. Intanto Ankara smentisce di aver autorizzato gli Stati Uniti a usare le basi aeree, in particolare quella di Incirlik per gli attacchi contro l'autoproclamato Stato islamico.

Scontri al confine tra Turchia e Siria
Testimoni hanno riferito di colpi da fuoco di armi automatiche e colpi di mortaio a meno di un chilometro dalle barriere di filo spinato che segna il confine. Gli scontri rischiano di impedire agli ultimi civili ancora presenti a Kobane di lasciare la città per rifugiarsi in Turchia. Oltre 200.000 persone hanno già attraversato la frontiera.

La denuncia di Hrw: "Yazide vendute"
Un rapporto della Ong Human Rights Watch riferisce di centinaia di donne yazide ridotte a schiave sessuali.  "Abbiamo raccolto storie scioccanti di conversioni religiose forzate, di matrimoni forzati e di abusi sessuali e schiavitù", ha denunciato Hrw nel rapporto redatto sulla base di 76 interviste, alcune pubblicate anche online:



Sulla rivista Dabiq, periodico pubblicato dall'Isis il rapporto Hrw trova conferma. Nell'articolo "il ritorno della schiavitù prima del giorno del giudizio", i jihadisti affermano che le donne e i bambini yazidi sono stati considerati "bottino di guerra", dopo la cattura delle loro città e dei loro villaggi nel nord dell'Iraq lo scorso agosto: "Le donne e i bambini yazidi sono stati divisi nel rispetto della sharia tra i combattenti dello Stato islamico che hanno partecipato alle operazioni a Sinjar".