SPORT
Juve, a grandi passi verso lo scudetto
Per la squadra di Conte è la quattordicesima vittoria consecutiva in casa. Il Napoli mette ko la Roma

A grandi passi verso lo scudetto. La Juve, nell'anticipo dell'ora di pranzo, scavalca anche l'ostacolo Fiorentina (1-0), mentre la Roma cade a Napoli nel posticipo serale. Ora fra prima e seconda c'è una voragine di 14 punti che, a undici turni dalla fine, appare quasi impossibile da colmare. Fra seconda e terza (appunto i partenopei), invece, il divario scende a tre sole lunghezze, anche se i giallorossi devono recuperare una partita.
Allo Stadium 'man of the match' è il laterale Asamoah, che spacca e risolve l'incontro al 42' con un gran destro incrociato sporcato leggermente da Pizarro. Per la squadra di Conte è la quattordicesima vittoria consecutiva in casa: numeri spaventosi. Dominio totale dei bianconeri nel primo tempo, che non fanno sfracelli ma tengono saldamente in mano la sfida. Neto vola su Asamoah al 26' ma nulla può, come detto, sulla saetta del ghanese prima dell'intervallo. Nessuna chance da rete per una Fiorentina che, orfana di Borja Valero, fatica maledettamente a costruire. Il vantaggio di misura non è però un'assicurazione sul successo, e infatti nella ripresa i viola, senza abbagliare, potrebbero far male. Al 47' gol annullato a Diakitè (fuorigioco), un Mario Gomez ancora fuori condizione manca di testa un'ottima occasione (59'), ma soprattutto al 79' è la traversa a negare al brasiliano Matos, appena entrato, la gioia del pari. Finale di sofferenza per i bianconeri, con Buffon costretto ad uscire di petto fuori area per anticipare il sempre insidioso Ryder Matos (85'). Conta però la sostanza e la Juve si dimostra ancora una volta squadra d'acciaio.
Il posticipo al 'San Paolo' fa ulteriormente sorridere i bianconeri. Il Napoli batte la Roma 1-0 e per il giallorossi è il secondo ko in campionato, oltre che il secondo contro i partenopei nel giro di un mese (ritorno della semifinale di Coppa Italia, 3-0 per il Napoli che ha guadagnato la finale). Garcia propone Florenzi, Pjanic e Bastos dietro Gervinho (schermi davanti alla difesa Nainggolan e Strootman, che si fa subito male e viene sostituito da Taddei) in luogo dell'usuale 4-3-3. Un modulo speculare a quello di Benitez, che sceglie Callejon, Hamsik e Mertens in appoggio a Higuain. Partita tutt'altro che spumeggiante, troppi errori elementari nei passaggi e negli appoggi. Gervinho ha due ottime opportunità: nella prima (3') non riesce a colpire bene, nella seconda (38') si fa ipnotizzare da Reina.
Dall'altra parte de Sanctis prima fa il suo dovere su un bel diagonale di Mertens, quindi fa gli straordinari sull'affondo di Callejon (53', sugli sviluppi della respinta Higuain manda alto da ottima posizione). Risponde Maicon, che impegna Reina con un diagonale deviato. Poi (74') lo stesso terzino brasiliano mette in area d'esterno un gran bel cross su cui Florenzi non trova la deviazione vincente. La Roma rallenta, quanto basta al Napoli per colpire. Minuto 81: la difesa giallorossa libera male, Insigne allunga sulla fascia per Ghoulam che fa partire un cross velenoso su cui è perfetta la scelta di tempo di Callejon. Garcia butta Destro (per Romagnoli) nella mischia. Le speranze giallorosse si spengono sul tiro da lontano di Maicon, a fil di palo, in pieno recupero.
Dopo il bel pari in casa della Roma, l'Inter trova un po' di quella continuità mai avuta in questo campionato: senza abbagliare, Toro battuto 1-0 a San Siro, nerazzurri quinti a -1 dalla Fiorentina (quarta). Mazzarri-band sicuramente in ascesa, ma per la zona Champions ormai è tardi. Primo tempo segnato dall'acuto di testa firmato Palacio, che chiude in porta un triangolo con Cambiasso (30'). Altre due chances per i padroni di casa, con Guarin e ancora Palacio. Al 14' l'unico sussulto granata con Immobile, che calcia alto da posizione più che invitante. Secondo tempo tutto cuore del Toro, che pecca però in lucidità: Cerci è l'uomo più minaccioso, ma Handanovic non si piega. L'Inter risponde con Rolando (bene Padelli) ed Hernanes. Finalmente sorridente, in tribuna, il presidente Thohir.
Al Tardini sfida da Europa League tra due autentiche rivelazioni di questa stagione: il Parma allunga la sua splendida striscia positiva (15° risultato utile consecutivo) sgambettando 1-0 l'ostico Verona di Mandorlini. Decidono Biabiany al 20', che risolve una mischia in area, e Schelotto al 92', lesto a mettere dentro dopo una papera di Rafael e il pallonetto di Cassano finito sul palo. Scaligeri pericolosi con Iturbe (sprecone) e l'intramontabile Toni, anche se sono i padroni di casa a fare la partita e a conquistare meritatamente i tre punti. Sognano in grande i ducali, sesti con una gara da recuperare (all'Olimpico con la Roma il 2 aprile) e con la Fiorentina quarta a sole due lunghezze.
Solo 4.000 spettatori presenti: lasciata malinconicamente sola dai suoi tifosi, in aperta contestazione con il presidente Lotito, la Lazio cade rovinosamente in un Olimpico deserto di fronte all'Atalanta di Colantuono (0-1), che ottiene un successo dal valore inestimabile. Salvezza ormai dietro l'angolo. I biancocelesti, costretti a giocare in un ambiente oggettivamente difficile, non danno seguito al grande colpo di una settimana fa a Firenze che 'sembrava' aver riacceso qualche speranza di Europa League. Maxi Moralez, al 60', manda al tappeto i rivali dopo una respinta di Marchetti. Nei primi 45', nitide occasioni per gli ospiti con Estigarribia e Denis, per la Lazio traversa di Konko e Candreva due volte pericolosissimo. Ripresa. Biava colpisce a colpo sicuro ma trova la sagoma di Denis, a ruota espulso Candreva per doppio giallo (64'). Moralez, oltre al gol-partita, si divora a tu per tu col portiere avversario il possibile raddoppio (73'). Stesso dicasi per Carmona, che nel recupero non trova lo specchio a porta vuota dopo una pessima uscita di Marchetti.
Clamoroso ribaltone a Marassi, con la Sampdoria di Mihajlovic che estrae dal cilindro un'incredibile vittoria (4-2) che alla fine del primo tempo sembrava distante anni luce. Livorno avanti infatti 0-2 grazie alla doppietta del 18enne senegalese Mbaye (19', 27'), cui si aggiunge anche una traversa colpita da Paulinho. Blucerchiati in evidente difficoltà, una sola palla-gol con Gabbiadini il cui tiro, deviato da Biagianti, costringe Bardi alla paratona. La musica cambia drasticamente nella ripresa, dove comincia tutta un'altra partita. Terrificante uno-due della Samp in avvio, che rimette subito in piedi il match: tap-in vincente di Krsticic (49') dopo una conclusione di Soriano respinta da Bardi, al 53' è pareggio complice una sfortunata autorete di Ceccherini. Gli amaranto si sciolgono come neve al sole e i padroni di casa affondano gli artigli: bomba di Okaka (deviata) per il 3-2 (68'), Gabbiadini fa poker a porta vuota (75') dopo un assist al bacio sempre di Okaka. Sipario sul match: Samp a 34 punti virtualmente salva, il Livorno (terzultimo) resta nelle sabbie mobili della zona retrocessione.
Tre punti d'oro, anzi di platino, per il Chievo di Corini, che beffa 2-1 il tranquillo Genoa, sale a quota 24 e oggi sarebbe salvo, anche se la strada resta ancora lunga e tortuosa. Pronti, via e Gervasoni indica il dischetto per una trattenuta di Konatè su Stoian: Paloschi esegue (5'). Portieri protagonisti nella prima parte di gara: Agazzi si oppone splendidamente al rossoblù De Maio, Perin nega ad Hetemaj il raddoppio. Ripresa di sofferenza per i padroni di casa: Agazzi di nuovo strepitoso su Centurion e Marchese, risponde Radovanovic con una botta dal limite fuori di pochissimo. Poi il finale-thrilling. Su corner di Sturaro, Gilardino è fatale di testa (88'). L'aria sa ormai di pareggio e invece al 92' Gervasoni concede il secondo rigore al Chievo per un intervento di Motta su Lazarevic: l'esecuzione vincente è sempre di Paloschi, che fa doppietta e regala una festa insperata al pubblico del Bentegodi.
Al Dall'Ara, finisce senza reti il derby emiliano tra Bologna e Sassuolo (0-0). Il punto a testa è un brodino che non muove granchè la classifica: vince la noia e la paura di perdere fra due formazioni a rischio retrocessione. Il Sassuolo, con il ritorno di Di Francesco in panchina, ha comunque il merito di non subire reti (è la peggiore difesa della serie A) e di frenare l'emorragia di sconfitte consecutive (7) che l'hanno portato all'ultimo posto in classifica. Unico brivido del primo tempo la traversa centrata dal neroverde Sansone, che in avvio ripresa scivola al momento di battere a rete graziando Curci, che si ritrova il pallone in mano. Fa poco la squadra di Ballardini, fischiata dai suoi tifosi: molte mischie in area, Cherubin che non sfrutta un'uscita maldestra di Pegolo e nulla più. Per raggiungere la salvezza, c'è bisogno di ben altro.
Allo Stadium 'man of the match' è il laterale Asamoah, che spacca e risolve l'incontro al 42' con un gran destro incrociato sporcato leggermente da Pizarro. Per la squadra di Conte è la quattordicesima vittoria consecutiva in casa: numeri spaventosi. Dominio totale dei bianconeri nel primo tempo, che non fanno sfracelli ma tengono saldamente in mano la sfida. Neto vola su Asamoah al 26' ma nulla può, come detto, sulla saetta del ghanese prima dell'intervallo. Nessuna chance da rete per una Fiorentina che, orfana di Borja Valero, fatica maledettamente a costruire. Il vantaggio di misura non è però un'assicurazione sul successo, e infatti nella ripresa i viola, senza abbagliare, potrebbero far male. Al 47' gol annullato a Diakitè (fuorigioco), un Mario Gomez ancora fuori condizione manca di testa un'ottima occasione (59'), ma soprattutto al 79' è la traversa a negare al brasiliano Matos, appena entrato, la gioia del pari. Finale di sofferenza per i bianconeri, con Buffon costretto ad uscire di petto fuori area per anticipare il sempre insidioso Ryder Matos (85'). Conta però la sostanza e la Juve si dimostra ancora una volta squadra d'acciaio.
Il posticipo al 'San Paolo' fa ulteriormente sorridere i bianconeri. Il Napoli batte la Roma 1-0 e per il giallorossi è il secondo ko in campionato, oltre che il secondo contro i partenopei nel giro di un mese (ritorno della semifinale di Coppa Italia, 3-0 per il Napoli che ha guadagnato la finale). Garcia propone Florenzi, Pjanic e Bastos dietro Gervinho (schermi davanti alla difesa Nainggolan e Strootman, che si fa subito male e viene sostituito da Taddei) in luogo dell'usuale 4-3-3. Un modulo speculare a quello di Benitez, che sceglie Callejon, Hamsik e Mertens in appoggio a Higuain. Partita tutt'altro che spumeggiante, troppi errori elementari nei passaggi e negli appoggi. Gervinho ha due ottime opportunità: nella prima (3') non riesce a colpire bene, nella seconda (38') si fa ipnotizzare da Reina.
Dall'altra parte de Sanctis prima fa il suo dovere su un bel diagonale di Mertens, quindi fa gli straordinari sull'affondo di Callejon (53', sugli sviluppi della respinta Higuain manda alto da ottima posizione). Risponde Maicon, che impegna Reina con un diagonale deviato. Poi (74') lo stesso terzino brasiliano mette in area d'esterno un gran bel cross su cui Florenzi non trova la deviazione vincente. La Roma rallenta, quanto basta al Napoli per colpire. Minuto 81: la difesa giallorossa libera male, Insigne allunga sulla fascia per Ghoulam che fa partire un cross velenoso su cui è perfetta la scelta di tempo di Callejon. Garcia butta Destro (per Romagnoli) nella mischia. Le speranze giallorosse si spengono sul tiro da lontano di Maicon, a fil di palo, in pieno recupero.
Dopo il bel pari in casa della Roma, l'Inter trova un po' di quella continuità mai avuta in questo campionato: senza abbagliare, Toro battuto 1-0 a San Siro, nerazzurri quinti a -1 dalla Fiorentina (quarta). Mazzarri-band sicuramente in ascesa, ma per la zona Champions ormai è tardi. Primo tempo segnato dall'acuto di testa firmato Palacio, che chiude in porta un triangolo con Cambiasso (30'). Altre due chances per i padroni di casa, con Guarin e ancora Palacio. Al 14' l'unico sussulto granata con Immobile, che calcia alto da posizione più che invitante. Secondo tempo tutto cuore del Toro, che pecca però in lucidità: Cerci è l'uomo più minaccioso, ma Handanovic non si piega. L'Inter risponde con Rolando (bene Padelli) ed Hernanes. Finalmente sorridente, in tribuna, il presidente Thohir.
Al Tardini sfida da Europa League tra due autentiche rivelazioni di questa stagione: il Parma allunga la sua splendida striscia positiva (15° risultato utile consecutivo) sgambettando 1-0 l'ostico Verona di Mandorlini. Decidono Biabiany al 20', che risolve una mischia in area, e Schelotto al 92', lesto a mettere dentro dopo una papera di Rafael e il pallonetto di Cassano finito sul palo. Scaligeri pericolosi con Iturbe (sprecone) e l'intramontabile Toni, anche se sono i padroni di casa a fare la partita e a conquistare meritatamente i tre punti. Sognano in grande i ducali, sesti con una gara da recuperare (all'Olimpico con la Roma il 2 aprile) e con la Fiorentina quarta a sole due lunghezze.
Solo 4.000 spettatori presenti: lasciata malinconicamente sola dai suoi tifosi, in aperta contestazione con il presidente Lotito, la Lazio cade rovinosamente in un Olimpico deserto di fronte all'Atalanta di Colantuono (0-1), che ottiene un successo dal valore inestimabile. Salvezza ormai dietro l'angolo. I biancocelesti, costretti a giocare in un ambiente oggettivamente difficile, non danno seguito al grande colpo di una settimana fa a Firenze che 'sembrava' aver riacceso qualche speranza di Europa League. Maxi Moralez, al 60', manda al tappeto i rivali dopo una respinta di Marchetti. Nei primi 45', nitide occasioni per gli ospiti con Estigarribia e Denis, per la Lazio traversa di Konko e Candreva due volte pericolosissimo. Ripresa. Biava colpisce a colpo sicuro ma trova la sagoma di Denis, a ruota espulso Candreva per doppio giallo (64'). Moralez, oltre al gol-partita, si divora a tu per tu col portiere avversario il possibile raddoppio (73'). Stesso dicasi per Carmona, che nel recupero non trova lo specchio a porta vuota dopo una pessima uscita di Marchetti.
Clamoroso ribaltone a Marassi, con la Sampdoria di Mihajlovic che estrae dal cilindro un'incredibile vittoria (4-2) che alla fine del primo tempo sembrava distante anni luce. Livorno avanti infatti 0-2 grazie alla doppietta del 18enne senegalese Mbaye (19', 27'), cui si aggiunge anche una traversa colpita da Paulinho. Blucerchiati in evidente difficoltà, una sola palla-gol con Gabbiadini il cui tiro, deviato da Biagianti, costringe Bardi alla paratona. La musica cambia drasticamente nella ripresa, dove comincia tutta un'altra partita. Terrificante uno-due della Samp in avvio, che rimette subito in piedi il match: tap-in vincente di Krsticic (49') dopo una conclusione di Soriano respinta da Bardi, al 53' è pareggio complice una sfortunata autorete di Ceccherini. Gli amaranto si sciolgono come neve al sole e i padroni di casa affondano gli artigli: bomba di Okaka (deviata) per il 3-2 (68'), Gabbiadini fa poker a porta vuota (75') dopo un assist al bacio sempre di Okaka. Sipario sul match: Samp a 34 punti virtualmente salva, il Livorno (terzultimo) resta nelle sabbie mobili della zona retrocessione.
Tre punti d'oro, anzi di platino, per il Chievo di Corini, che beffa 2-1 il tranquillo Genoa, sale a quota 24 e oggi sarebbe salvo, anche se la strada resta ancora lunga e tortuosa. Pronti, via e Gervasoni indica il dischetto per una trattenuta di Konatè su Stoian: Paloschi esegue (5'). Portieri protagonisti nella prima parte di gara: Agazzi si oppone splendidamente al rossoblù De Maio, Perin nega ad Hetemaj il raddoppio. Ripresa di sofferenza per i padroni di casa: Agazzi di nuovo strepitoso su Centurion e Marchese, risponde Radovanovic con una botta dal limite fuori di pochissimo. Poi il finale-thrilling. Su corner di Sturaro, Gilardino è fatale di testa (88'). L'aria sa ormai di pareggio e invece al 92' Gervasoni concede il secondo rigore al Chievo per un intervento di Motta su Lazarevic: l'esecuzione vincente è sempre di Paloschi, che fa doppietta e regala una festa insperata al pubblico del Bentegodi.
Al Dall'Ara, finisce senza reti il derby emiliano tra Bologna e Sassuolo (0-0). Il punto a testa è un brodino che non muove granchè la classifica: vince la noia e la paura di perdere fra due formazioni a rischio retrocessione. Il Sassuolo, con il ritorno di Di Francesco in panchina, ha comunque il merito di non subire reti (è la peggiore difesa della serie A) e di frenare l'emorragia di sconfitte consecutive (7) che l'hanno portato all'ultimo posto in classifica. Unico brivido del primo tempo la traversa centrata dal neroverde Sansone, che in avvio ripresa scivola al momento di battere a rete graziando Curci, che si ritrova il pallone in mano. Fa poco la squadra di Ballardini, fischiata dai suoi tifosi: molte mischie in area, Cherubin che non sfrutta un'uscita maldestra di Pegolo e nulla più. Per raggiungere la salvezza, c'è bisogno di ben altro.