ITALIA
Milano Palazzo Marino
La camera ardente di Umberto Veronesi, tanti in fila per l'ultimo saluto al professore
Tanti in coda per rendere omaggio allo scienziato scomparso mercoledì scorso all'età di 91 anni

Tante rose rosse e due corone di fiori circondano il feretro di Umberto Veronesi posizionato in Sala Alessi a Palazzo Marino. Sopra la bara di legno scuro è adagiato un cuscino di rose rosse. Il primo ad entrare nella camera ardente è stato il sindaco Giuseppe Sala con la fascia tricolore, accompagnato dal vice sindaco Anna Scavuzzo e dal presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè. Sala ha osservato qualche secondo di silenzio e poi è andato a salutare la famiglia dell'oncologo seduta alla destra del feretro. La camera ardente sarà aperta anche venerdì mattina dalle 8.30 fino alle 11, quando si terrà la commemorazione civile.
Il figlio Alberto: alla fine non volle essere curato
"In fondo lui che ha sempre predicato l'eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine". Lo ha spiegato Alberto Veronesi, figlio dell'oncologo Umberto, ricordando le ultime ore di vita del padre parlando con i giornalisti a margine della camera ardente. "Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n'è andato in maniera naturale. Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il
28 novembre". "Invece, adesso, ricordiamo l'ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita", ha concluso.
Sala: guida coraggiosa e maestro d'umanità
"L'umanità è fondamentale per chi sta male e Veronesi era un maestro in questo". Il sindaco di Milano Beppe Sala, alla camera ardente allestita per l'oncologo scomparso, ricorda i momenti della sua malattia in cui - ha detto - si è sentito protetto dalla figura di Veronesi. Ricorda poi un episodio in cui, quando non era ancora né sindaco nè amministratore di Expo, ma un semplice uomo malato di cancro, Veronesi gli diede il suo numero di telefono dicendogli "chiama quando vuoi". "Questa cosa sobria e silenziosa e' la rappresentazione della nostra citta'. Era una persona che non si è mai risparmiata, ha rilasciato interviste anche fino a quattro giorni prima della sua morte. Non ha mai rinunciato a svolgere una funzione di guida coraggiosa". Sala ha poi sottolineato l'importanza di credere nella medicina, seguendo l'esempio lasciato dal celebre oncologo milanese.
Domani la cerimonia laica
Alle 11, l'addio allo scienziato di fama internazionale avverrà nel palazzo comunale. "Sarà una cerimonia laica come lui desiderava", ha detto la figlia Giulia, che insieme ai fratelli e ai numerosi nipoti ha circondato l'oncologo nelle sue ultime ore di vita. "La proposta ci è arrivata dal sindaco Sala. A papà sarebbe piaciuto Palazzo Marino" ha aggiunto Paolo, da trent'anni chirurgo all'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) fondato dal padre nel '94. Ci sarà anche un omaggio musicale
domani in occasione della cerimonia laica.Lo ha detto ai giornalisti il figlio Alberto, che è musicista e direttore d'orchestra, a margine della camera ardente. "Domani faremo un piccolo omaggio musicale prima dei discorsi ufficiali del sindaco e dei miei fratelli", ha spiegato. Alla cerimonia per volere della famiglia è previsto anche un intervento di Emma Bonino. "Purtroppo mio fratello Paolo non è qui oggi perché sta operando - ha aggiunto Alberto Veronesi - e come sapete operare non è una cosa a cui si deroga, perché ha a che fare con la vita delle persone". I brani che saluteranno Umberto Veronesi alla cerimonia laica al Comune di Milano, scelti dal figlio, sono 'Il chiaro di luna' di Beethoven e 'Tu che di gel sei cinta', "la canzone di Liù prima di ammazzarsi nella Turandot".
Il cordoglio del mondo scientifico e politico
Messaggi da tutto il mondo politico e scientifico. "La morte di Umberto Veronesi mi colpisce e addolora. Desidero esprimere ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro e a quanti hanno collaborato con lui, il mio cordoglio e la mia vicinanza, sicuro di interpretare i sentimenti dell'intero Paese e di tanti che lo hanno conosciuto e stimato, che hanno apprezzato la sua alta professionalita' e la sua grande umanita', che hanno beneficiato della ricerca e delle cure che lui e la sua squadra sono stati capaci di realizzare lungo tanti anni". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Umberto Veronesi è stato un grande medico e un grande scienziato, che ha aperto vie nuove nella lotta contro il cancro e ha lasciato una preziosa eredità non solo al nostro Paese, ma al mondo intero. I risultati da lui ottenuti per abbattere la mortalita' del tumore al seno e per ridurre l'invasivita' delle terapie, attraverso nuove tecniche, hanno dato speranza, liberta' e possibilita' di vita a tante donne". La Lorenzin: ha insegnato alle donne a difendersi da cancro e Renzi:, applaudite un grande della sanità. '"Una grande perdita per tutta l'oncologia italiana". Così il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica, Carmine Pinto, ricorda Umberto Veronesi, deceduto questa sera a Milano. "Veronesi è stato tra i padri fondatori dell'oncologia del nostro paese - sottolinea Pinto - con un impegno continuo per lo sviluppo della ricerca di base e clinica, per l'umanizzazione delle cure in oncologia e, in particolare, per lo sviluppo della chirurgia e delle terapie conservative del carcinoma della mammella". Per il cancro alla mammella, prosegue il presidente Aiom, "è stato uno dei propulsori e innovatori riconosciuti a livello internazionale". "Ne ricordiamo anche - conclude Pinto - l'impegno come ministro della Sanità, con un'importante azione intrapresa per razionalizzare le cure, in particolare quelle oncologiche, nel nostro Paese".
Il figlio Alberto: alla fine non volle essere curato
"In fondo lui che ha sempre predicato l'eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine". Lo ha spiegato Alberto Veronesi, figlio dell'oncologo Umberto, ricordando le ultime ore di vita del padre parlando con i giornalisti a margine della camera ardente. "Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile. Se n'è andato in maniera naturale. Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il
28 novembre". "Invece, adesso, ricordiamo l'ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita", ha concluso.
Sala: guida coraggiosa e maestro d'umanità
"L'umanità è fondamentale per chi sta male e Veronesi era un maestro in questo". Il sindaco di Milano Beppe Sala, alla camera ardente allestita per l'oncologo scomparso, ricorda i momenti della sua malattia in cui - ha detto - si è sentito protetto dalla figura di Veronesi. Ricorda poi un episodio in cui, quando non era ancora né sindaco nè amministratore di Expo, ma un semplice uomo malato di cancro, Veronesi gli diede il suo numero di telefono dicendogli "chiama quando vuoi". "Questa cosa sobria e silenziosa e' la rappresentazione della nostra citta'. Era una persona che non si è mai risparmiata, ha rilasciato interviste anche fino a quattro giorni prima della sua morte. Non ha mai rinunciato a svolgere una funzione di guida coraggiosa". Sala ha poi sottolineato l'importanza di credere nella medicina, seguendo l'esempio lasciato dal celebre oncologo milanese.
Domani la cerimonia laica
Alle 11, l'addio allo scienziato di fama internazionale avverrà nel palazzo comunale. "Sarà una cerimonia laica come lui desiderava", ha detto la figlia Giulia, che insieme ai fratelli e ai numerosi nipoti ha circondato l'oncologo nelle sue ultime ore di vita. "La proposta ci è arrivata dal sindaco Sala. A papà sarebbe piaciuto Palazzo Marino" ha aggiunto Paolo, da trent'anni chirurgo all'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) fondato dal padre nel '94. Ci sarà anche un omaggio musicale
domani in occasione della cerimonia laica.Lo ha detto ai giornalisti il figlio Alberto, che è musicista e direttore d'orchestra, a margine della camera ardente. "Domani faremo un piccolo omaggio musicale prima dei discorsi ufficiali del sindaco e dei miei fratelli", ha spiegato. Alla cerimonia per volere della famiglia è previsto anche un intervento di Emma Bonino. "Purtroppo mio fratello Paolo non è qui oggi perché sta operando - ha aggiunto Alberto Veronesi - e come sapete operare non è una cosa a cui si deroga, perché ha a che fare con la vita delle persone". I brani che saluteranno Umberto Veronesi alla cerimonia laica al Comune di Milano, scelti dal figlio, sono 'Il chiaro di luna' di Beethoven e 'Tu che di gel sei cinta', "la canzone di Liù prima di ammazzarsi nella Turandot".
Il cordoglio del mondo scientifico e politico
Messaggi da tutto il mondo politico e scientifico. "La morte di Umberto Veronesi mi colpisce e addolora. Desidero esprimere ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro e a quanti hanno collaborato con lui, il mio cordoglio e la mia vicinanza, sicuro di interpretare i sentimenti dell'intero Paese e di tanti che lo hanno conosciuto e stimato, che hanno apprezzato la sua alta professionalita' e la sua grande umanita', che hanno beneficiato della ricerca e delle cure che lui e la sua squadra sono stati capaci di realizzare lungo tanti anni". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Umberto Veronesi è stato un grande medico e un grande scienziato, che ha aperto vie nuove nella lotta contro il cancro e ha lasciato una preziosa eredità non solo al nostro Paese, ma al mondo intero. I risultati da lui ottenuti per abbattere la mortalita' del tumore al seno e per ridurre l'invasivita' delle terapie, attraverso nuove tecniche, hanno dato speranza, liberta' e possibilita' di vita a tante donne". La Lorenzin: ha insegnato alle donne a difendersi da cancro e Renzi:, applaudite un grande della sanità. '"Una grande perdita per tutta l'oncologia italiana". Così il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica, Carmine Pinto, ricorda Umberto Veronesi, deceduto questa sera a Milano. "Veronesi è stato tra i padri fondatori dell'oncologia del nostro paese - sottolinea Pinto - con un impegno continuo per lo sviluppo della ricerca di base e clinica, per l'umanizzazione delle cure in oncologia e, in particolare, per lo sviluppo della chirurgia e delle terapie conservative del carcinoma della mammella". Per il cancro alla mammella, prosegue il presidente Aiom, "è stato uno dei propulsori e innovatori riconosciuti a livello internazionale". "Ne ricordiamo anche - conclude Pinto - l'impegno come ministro della Sanità, con un'importante azione intrapresa per razionalizzare le cure, in particolare quelle oncologiche, nel nostro Paese".