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ITALIA

La rappresaglia nazifascista

Resistenza: 75 anni fa la strage dei minatori in Toscana

A Niccioleta (Grosseto) la cerimonia per ricordare gli 83 uomini rastrellati e uccisi dai nazifascisti come rappresaglia contro i partigiani che operavano in Toscana. A sparare il III Polizei Freiwilligen Batalion Italien, con truppa italiana e ufficiali italiani e tedeschi

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Furono 83 i minatori fucilati all'alba del 14 giugno 1944 dopo il rastrellamento avvenuto, il giorno prima, nella piccola frazione di Niccioleta, un paese di minatori nel Comune di Massa Marittima (Grosseto) che era stato poche ore prima teatro di azioni partigiane. La rappresaglia, durissima, si concluse con una strage. Quasi tutti gli uomini furono fatti prigionieri e quindi uccisi. Solo in pochi riuscirono a salvarsi.

La cronaca dell'eccidio
Tra il 12 e il 13 giugno 1944, il III Polizei Freiwilligen Batallion Italien con truppa italiana ed ufficiali tedeschi e italiani, circondò il villaggio che nei giorni precedenti era stato occupato per breve tempo da un gruppo di partigiani. Alle prime luci del mattino del 13 giugno furono catturate circa 150 persone. Sei uomini indicati dai fascisti locali furono immediatamente fucilati, gli altri furono portati a Castelnuovo Val di Cecina. Gli uomini rinchiusi nei locali del cinematografo furono divisi in tre gruppi: ventuno giovani in età di leva furono deportati nei campi di concentramento in Germania, una cinquantina di uomini considerati anziani furono rilasciati con la minaccia che se avessero ancora operato contro i soldati del Reich sarebbero stati tutti fucilati. Settantasette uomini furono condotti nei pressi della centrale geotermica di Castelnuovo e colpiti a tradimento dalle mitragliatrici. 

Il ricordo è ancora vivo
75 anni dopo la strage, Niccioleta ricorda. Alla manifestazione organizzata, domani, domenica 9 giugno, dal Comune di Massa Marittima insieme all'Anpi parteciperà anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. "La strage di Niccioleta - commenta - fu uno dei primi massacri di popolazione civile compiuti in Toscana dai soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Un dramma che resta tuttora impresso nella memoria di questi luoghi. La miniera, protagonista della vita economica e sociale di queste zone, è il filo conduttore delle lotte per la liberazione del Paese dal giogo nazifascista e poi, dal Dopoguerra, delle lotte sindacali per l'occupazione e i diritti dei lavoratori". Coltivare la memoria è l'imperativo che sta dietro alla realizzazioni di musei e archivi, cui la Regione Toscana ha dato il suo contributo. E' il caso anche del Centro di documentazione delle Colline Metallifere realizzato a Niccioleta nell'ambito del progetto di riqualificazione voluto dal Comune di Massa Marittima (finanziato oltre che dalla Regione, da ministero, ente parco, Ue e Fondazione Monte Paschi), per raccontare e fissare nella memoria la storia e la vita economica e sociale di queste zone. A chi sostiene che fascismo e antifascismo appartengano al passato e che la Resistenza è un capitolo archiviabile della nostra storia, si risponde con il ricordo dei morti di Niccioleta come di quelli delle migliaia di vittime civili di tutti gli altri eccidi nazifascisti, degli ebrei deportati e poi uccisi nei campi di sterminio, dei civili e dei partigiani morti in montagna e nelle città.

Le celebrazioni
Il programma di domani: la manifestazione si aprirà alle 10.30 con il saluto del sindaco Marcello Giuntini cui seguiranno, oltre a quello di Enrico Rossi, interventi di Natalia Cangi direttore della Fondazione Archivio diaristico Pieve Santo Stefano, dello storico Marco Borghi direttore Istituto storico della resistenza di Venezia. Fra un intervento a l'altro verranno lette poesie di Francesca Montomoli. La manifestazione proseguirà alle 12 con la deposizione della corona al cippo alla memoria dei martiri di Niccioleta, pranzo sociale e, nel pomeriggio, il coro dei minatori di Santa Fiora.