Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-05684218-971e-49a3-ad48-bf051fa7611e.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Quirinale

Stasera il saluto agli italiani di Napolitano. Un discorso diverso: riflessioni e fiducia nel futuro

Questa sera in diretta tv e internet il congedo del presidente della Repubblica. Napolitano parlerà dei mali nazionali e dei rimedi, oltre che delle sue imminenti dimissioni

Condividi
Giorgio Napolitano
Riforme in tutti i campi, coraggio della politica e fiducia per il futuro dell'Italia. Massimo riserbo dal Quirinale sui contenuti ma potrebbe costruirsi intorno a questi concetti il nono messaggio agli italiani del presidente della Repubblica che andrà in onda alle 20.30, via internet e su tutte le reti televisive nazionali. 

L'ultimo discorso
L'intento è lasciare il segno anche nell'ultima comunicazione diretta alla nazione. In contemporanea al discorso del presidente, Beppe Grillo ha annunciato un suo "contro-discorso" sul blog del Movimento Cinque Stelle, mentre Matteo Salvini ha detto che Radio Padania trasmetterà il discorso che Sandro Pertini pronunciò dal Colle il 31 dicembre 1983.

Le parole del 31 dicembre 2012
L'attesa per il discorso di Giorgio Napolitano è grande perché sarà il secondo e questa volta definitivo congedo di Napolitano. Il primo discorso di congedo porta la data del 31 dicembre 2012, quando il mandato ormai volgeva al termine e tra i partiti già impazzava il toto-Quirinale. In quell'occasione Napolitano rivendicò di aver svolto il proprio compito "con scrupolo, dedizione e rigore". Ringraziò "dal profondo del cuore" tutti quanti gli avevano fatto sentire il loro affetto e il loro sostegno. Sembrava dovesse calare il sipario e invece un supplemento di fatica gli fu imposto dalla paralisi del dopo-elezioni. Così, dodici mesi dopo, Napolitano ritornò in video a San Silvestro 2013, dicendo: "Resterò presidente", specificò, "fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile, e fino a quando le forze me lo consentiranno". Con una precisazione: "Fino ad allora e non un giorno di più; e dunque di certo solo per un tempo non lungo". 

Il congedo
Questo sarà l'ultimo per Giorgio Napolitano che si congederà dagli italiani spiegando come è nato questo suo secondo ed eccezionale impegno da primo cittadino e naturalmente anche le personalissime ragioni di una conclusione anticipata del gravoso impegno che lui ha sempre dato per certa sin dal discorso di insediamento alle Camere.    

Un colloquio con gli italiani
Si tratterà quasi di un colloquio quindi, personale e diretto, con gli italiani che a quell'ora saranno in attesa di stappare le bottiglie e dimenticare almeno per una notte i tanti problemi di questi mesi. Fiducia e coraggio non mancheranno nel messaggio: ma senza nascondere i tanti problemi da aggredire. Anche per questo Napolitano insisterà molto sui tanti esempi di un'Italia che funziona, che non si rassegna e che - se sarà accompagnata dalle giuste scelte politiche - saprà risollevarsi da questi anni di crisi durissima. I giovani, la ricerca italiana d'eccellenza, le imprese che funzionano e ci ammirano nel mondo.

Il sostegno al governo Renzi
Il presidente batterà su questi tasti dopo aver già salutato il mondo della politica con un articolato discorso alle Alte cariche dello Stato nel quale ha sostenuto gli sforzi riformatori del Governo Renzi e messo in guardia tutti dai pericoli dell'anti-politica.

L'attenzione per l'Europa
Probabile infine un passaggio dedicato all'Europa, a questa istituzione da lui tanto amata e che oggi viene così pesantemente messa in discussione dai venti del populismo e da quanti teorizzano l'uscita dall'Euro. "In Europa ci sono tante cose da cambiare", ha detto Napolitano più e più volte, sostenendo l'azione di Matteo Renzi per ottenere maggiore flessibilità in nome della crescita. Ma non serve alzare i toni e puntare "nemici" più o meno pericolosi. Ad esempio la Germania. Deve finire questa sterile contrapposizione tra Roma e Berlino, frutto di "clichè e luoghi comuni" che non servono a nessuno. Un messaggio che certamente Napolitano trasmetterà al prossimo inquilino del Colle. Chiunque sarà. 

La fine del semestre italiano
L'orizzonte rimane la fine del semestre italiano di presidenza di turno dell'Unione europea e quindi dal 14 gennaio ogni giorno sarà buono per inviare ai presidenti delle Camere la lettera di uscita. Un atto privatissimo che non deve neanche essere controfirmato dal presidente del Consiglio.