SCIENZA
Neurofisiologia
I cervelloni non servono
Uno studio svolto presso l'Università di Vienna ha posto in relazione le performance nei test del QI con il volume cerebrale

"Zuccone!" gridava il maestro all'alunno svogliato e un po' duro di comprendonio. Pedagogicamente esecrabile, certo, ma efficace. Peraltro, si sa: una grossa zucca non è mai stata simbolo di perspicacia. Eppure - in virtù delle dimensioni (l'accrescitivo usato dall'autoritario maestro) - c'è stato chi, come l'anatomista dell'Ottocento Friedrich Tiedemann, avrebbe potuto pensare che una grossa zucca, sul collo, potesse garantire al portatore un acume singolare.
Oggi, quasi duecento anni dopo quelle ipotesi, disponiamo di strumenti tecnologici (la risonanza magnetica, in primis) che ci permettono di osservare l'attività cerebrale in diretta ("in-vivo", dicono gli scienziati); è quindi possibile misurare la relazione tra dimensioni del cervello e "intelligenza", seppur nella forma malamente sintetizzata dal QI (il Quoziente d'Intelligenza).
Un team viennese
Ci viene in aiuto il lavoro di un team internazionale di ricercatori, guidato da Jakob Pietschnig, Michael Zeiler e Martin Voráček (dell'Università di Vienna) che hanno lavorato con Lars Penke (Università di Göttingen) e Jelte Wicherts (Tilburg University). Ne è sortita una pubblicazione ("Meta-analysis of associations between human brain volume and intelligence differences: How strong are they and what do they mean?") che mette in luce le correlazioni tra il volume del cervello (in-vivo) e QI.
La base di dati
Il lavoro dell'équipe viennese - in realtà una meta-ricerca - si è basato su 148 studi già effettuati dalla comunità scientifica. Ciò porta a oltre 8000 il totale degli individui presi in esame.
Dimensioni e specie
"Un'associazione tra il volume del cervello e i risultati dei test di intelligenza esiste" spiega Jakob Pietschnig, dell'Istituto di Psicologia Applicata "ma è molto debole. Sembrano molto più importanti la struttura e l'integrità del cervello, invece, per cercare un fondamento biologico del QI".
L'importanza della struttura del cervello rispetto al volume è evidente quando si confrontano specie diverse. Quanto a dimensioni assolute, il cervello del capodoglio è, rispetto al sistema nervoso centrale, il più grande riscontrabile in natura. Nel rapporto tra volume cerebrale e massa corporea, il primo in classifica è il toporagno.
L'Homo sapiens, in queste classifiche bizzarre non si piazza mai in alto, come ci si aspetterebbe. A porci sul podio cognitivo sono le differenze nella struttura cerebrale, non le dimensioni in rapporto al resto.
A confermare l'ambiguità della relazione tra grossi cervelli e alti QI, infine, la differenza di genere. Le donne hanno in genere cervelli più piccoli degli uomini, ma i risultati dei loro test risultano globalmente sovrapponibili: non c'è un sesso prevalente per intelligenza.
Oggi, quasi duecento anni dopo quelle ipotesi, disponiamo di strumenti tecnologici (la risonanza magnetica, in primis) che ci permettono di osservare l'attività cerebrale in diretta ("in-vivo", dicono gli scienziati); è quindi possibile misurare la relazione tra dimensioni del cervello e "intelligenza", seppur nella forma malamente sintetizzata dal QI (il Quoziente d'Intelligenza).
Un team viennese
Ci viene in aiuto il lavoro di un team internazionale di ricercatori, guidato da Jakob Pietschnig, Michael Zeiler e Martin Voráček (dell'Università di Vienna) che hanno lavorato con Lars Penke (Università di Göttingen) e Jelte Wicherts (Tilburg University). Ne è sortita una pubblicazione ("Meta-analysis of associations between human brain volume and intelligence differences: How strong are they and what do they mean?") che mette in luce le correlazioni tra il volume del cervello (in-vivo) e QI.
La base di dati
Il lavoro dell'équipe viennese - in realtà una meta-ricerca - si è basato su 148 studi già effettuati dalla comunità scientifica. Ciò porta a oltre 8000 il totale degli individui presi in esame.
Dimensioni e specie
"Un'associazione tra il volume del cervello e i risultati dei test di intelligenza esiste" spiega Jakob Pietschnig, dell'Istituto di Psicologia Applicata "ma è molto debole. Sembrano molto più importanti la struttura e l'integrità del cervello, invece, per cercare un fondamento biologico del QI".
L'importanza della struttura del cervello rispetto al volume è evidente quando si confrontano specie diverse. Quanto a dimensioni assolute, il cervello del capodoglio è, rispetto al sistema nervoso centrale, il più grande riscontrabile in natura. Nel rapporto tra volume cerebrale e massa corporea, il primo in classifica è il toporagno.
L'Homo sapiens, in queste classifiche bizzarre non si piazza mai in alto, come ci si aspetterebbe. A porci sul podio cognitivo sono le differenze nella struttura cerebrale, non le dimensioni in rapporto al resto.
A confermare l'ambiguità della relazione tra grossi cervelli e alti QI, infine, la differenza di genere. Le donne hanno in genere cervelli più piccoli degli uomini, ma i risultati dei loro test risultano globalmente sovrapponibili: non c'è un sesso prevalente per intelligenza.