ITALIA
Documenti segreti ai russi
Spionaggio: anche il gip militare dispone il carcere per Walter Biot
In attesa che si risolva la questione della competenza

Anche il gip militare ha disposto il carcere per Walter Biot, l'ufficiale di Marina accusato di spionaggio e già recluso su ordine della magistratura ordinaria.
A chiedere la misura cautelare è stata la Procura Militare di Roma, che ha indagato Biot per diversi reati militari: rivelazione di segreti militari, procacciamento di notizie segrete, esecuzione di fotografie, tutto a scopo di spionaggio, e procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato.
In attesa che si risolva la questione della competenza, nei confronti di Biot vi è dunque ora un doppio titolo di detenzione.
In una nota, la Procura Militare di Roma sottolinea che "la misura, apparsa doverosa data la gravità della vicenda, si inserisce nel contesto delle indagini preliminari svolte in coordinamento con la Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma, con la quale sono in corso costanti contatti volti al reciproco scambio di informazioni, in vista dell'acquisizione di tutti i dati utili alla completa e rapida definizione dei complessi problemi connessi alla giurisdizione".
Tutto ciò, "fermo restando che già al momento, dal punto di vista della Procura Militare, sussistono sufficienti elementi per riconoscere la sussistenza dei reati militari sopra indicati, di sicura esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria militare".
A chiedere la misura cautelare è stata la Procura Militare di Roma, che ha indagato Biot per diversi reati militari: rivelazione di segreti militari, procacciamento di notizie segrete, esecuzione di fotografie, tutto a scopo di spionaggio, e procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato.
In attesa che si risolva la questione della competenza, nei confronti di Biot vi è dunque ora un doppio titolo di detenzione.
In una nota, la Procura Militare di Roma sottolinea che "la misura, apparsa doverosa data la gravità della vicenda, si inserisce nel contesto delle indagini preliminari svolte in coordinamento con la Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma, con la quale sono in corso costanti contatti volti al reciproco scambio di informazioni, in vista dell'acquisizione di tutti i dati utili alla completa e rapida definizione dei complessi problemi connessi alla giurisdizione".
Tutto ciò, "fermo restando che già al momento, dal punto di vista della Procura Militare, sussistono sufficienti elementi per riconoscere la sussistenza dei reati militari sopra indicati, di sicura esclusiva competenza dell'autorità giudiziaria militare".