SCIENZA
Al Cnr scoperto un peptide che porta alla morte delle cellule malate
Ricerca, trovata nuova sostanza in grado di bloccare i tumori
Un gruppo di ricercatrici dell`Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) ha identificato un nuovo possibile approccio terapeutico per la cura del cancro. "un nuovo approccio, ma per i farmaci ci vorrà del tempo", ha spiegato il capo dei ricercatori, Fabiola Moretti

"Grazie a tecniche di biologia molecolare e cellulare è stata individuata una sostanza, un peptide, in grado di riattivare il soppressore tumorale p53, portando alla morte le cellule cancerose. In sintesi, questo peptide riesce ad annullare la collaborazione tra gli inibitori MDM4 e MDM2 che disattivano p53 rendendolo inefficace", spiega Fabiola Moretti dell`Ibcn-Cnr che guida il gruppo di ricerca responsabile per la scoperta. I risultati della ricerca sono stati sono pubblicati sulla rivista Cancer Research.
La sperimentazione indica che il peptide è inattivo sulle cellule normali analizzate, facendo ipotizzare che questa nuova strategia possa essere ben tollerata dai tessuti sani. "Studi ulteriori saranno necessari per rendere tale peptide un vero farmaco", precisa Moretti. "Rispetto alla sostanza individuata in questo studio, le terapie sviluppate finora per riattivare p53 nei tumori non sono in grado di bloccare simultaneamente i due inibitori; inoltre una prima sperimentazione clinica, ha anche evidenziato una forte tossicità di una di queste terapie, dovuta al danneggiamento di alcuni tessuti sani".
Lo studio dell`Ibcn-Cnr è stato realizzato grazie al supporto dell`Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e del progetto Cnr-ministero dell`Economia e finanza `FaReBio di qualità`. Il lavoro ha visto la collaborazione dell`Università di Perugia, dell`Università Cattolica di Roma, dell`Istituto Regina Elena di Roma, dell`Istituto europeo per la ricerca sul cervello (Ebri)-Rita Levi Montalcini e dell`Università di Leuven in Belgio.
La sperimentazione indica che il peptide è inattivo sulle cellule normali analizzate, facendo ipotizzare che questa nuova strategia possa essere ben tollerata dai tessuti sani. "Studi ulteriori saranno necessari per rendere tale peptide un vero farmaco", precisa Moretti. "Rispetto alla sostanza individuata in questo studio, le terapie sviluppate finora per riattivare p53 nei tumori non sono in grado di bloccare simultaneamente i due inibitori; inoltre una prima sperimentazione clinica, ha anche evidenziato una forte tossicità di una di queste terapie, dovuta al danneggiamento di alcuni tessuti sani".
Lo studio dell`Ibcn-Cnr è stato realizzato grazie al supporto dell`Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e del progetto Cnr-ministero dell`Economia e finanza `FaReBio di qualità`. Il lavoro ha visto la collaborazione dell`Università di Perugia, dell`Università Cattolica di Roma, dell`Istituto Regina Elena di Roma, dell`Istituto europeo per la ricerca sul cervello (Ebri)-Rita Levi Montalcini e dell`Università di Leuven in Belgio.