Stucchi, Copasir: si lavora per azzerare cellule terroristiche in Italia

"Non è possibile prevenire tutto. Chi comunica un messaggio diverso dicendo che è tutto sotto controllo e non accadra' nulla illude le persone". Lo ha detto Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, intervenendo ad Agorà su RaiTre. "C'è una nota del direttore del Dis, l'ambasciatore Giampiero Massolo, che mette in evidenza alcune problematiche e fa un'analisi sulla possibilità, non la certezza, che ci siano - rivela - cellule terroristiche strutturate anche nel nostro Paese. C'è una preoccupazione reale e - annuncia - si lavora per inertizzare queste cellule".
Quello che è successo oggi a Bruxelles è "preoccupante" e sembra "parte di una strategia di attacchi che riguarderà anche altre realtà occidentali: nessuno può escludere che anche l'Italia sarà coinvolta". Ha detto Stucchi. Si tratta di azioni in costante contatto con gli organismi di intelligence, "che dimostrano un ulteriore innalzamento del livello di attacco all'Occidente da parte di Daesh: nel novembre scorso a Parigi furono colpiti cosiddetti 'soft target', come un ristorante ed una sala concerti, mentre allo stadio l'attacco non riuscì. Oggi invece - sottolinea - sono stati portati a termine attentati in luoghi presidiati dalle forze dell'ordine come l'aeroporto ed una stazione della metro".
In Belgio capacità imbarazzanti
"In Belgio hanno palesato una serie di incapacità imbarazzanti perché, a fronte di situazioni che si sono ripetute nei mesi scorsi, non si è stati in grado di porre in essere una politica di sicurezza che portasse a risultati concreti", ha detto Stucchi intervendendo ad Agorà. "Anche di fronte a eventi di pochi mesi prima, non si è stati in grado di capire ciò che stava avvenendo - ha continuato Stucchi -. Non si è stati in grado di capire che l'arresto di Salah avrebbe portato a un'accelerazione. E, quando non si riesce a fare questa semplice analisi, vuol dire che ci sono dei limiti che vanno assolutamente superati perchè sono importantissimi per tutta la sicurezza internazionale".
Roma e Milano a rischio attacchi
"Città come Roma e Milano possono presentare più rischi di attacchi, anche perché in grandi centri è più facile trovare soggetti radicalizzabili, che colpiscono dove vivono". Ha proseguito Stucchi "Una disponibilità della 'manovalanza' che rende più pericolose quelle realtà". "In ogni caso - sottolinea Stucchi - qualsiasi luogo che è simbolo per l'Occidente può risultare interessante per attentati che vogliono avere eco internazionale. In Italia sono almeno mille i luoghi dove si trovano concentrate tante persone e dove i terroristi potrebbero voler colpire".