Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-06bf2599-d0e2-4f67-8964-ea114d9796d6.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Povertà relativa ai massimi storici, top dal 1997

Boom di giovani disoccupati: +14 punti dall'inizio della crisi

Sono impietosi i dati sulla 'Coesione sociale 2013' dell'Istat. Il tasso di giovani senza lavoro ha superato il 35%, con un balzo di 14 punti dal 2008, anno in cui è iniziata la crisi. Nel 2012 il 12,7% delle famiglie residenti in Italia e il 15,8% degli individui si è trovato in condizione di povertà relativa

Condividi
Manifestazione di giovani senza lavoro
Roma
Nel 2012 ha sfiorato quasi l'11% il tasso di disoccupazione del nostro Paese, con un incremento di oltre due punti percentuali rispetto all'anno precedente. Nello specifico il tasso di senza lavoro registrato l'anno scorso è stato del 10,7% con un incremento di 2,3 punti percentuali rispetto al 2011 (4 punti percentuali in più rispetto al 2008). E' quanto si legge nel Rapporto dell'Istat sulla Coesione sociale nel 2013 dell'Istat.

Sale il tasso di disoccupazione dei giovani 
Sconfortante il dato sulla disoccupazione giovanile. Il tasso di giovani senza lavoro ha superato il 35%, con un balzo in avanti rispetto al 2011 di oltre 6 punti percentuali (14 punti dal 2008). I disoccupati sono 2 milioni e 744 mila, 636 mila in più rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione della popolazione straniera si attesta nel 2012 al 14,1% (+2 punti percentuali rispetto al 2011). I valori più alti si registrano al Nord dove il tasso raggiunge il 14,4% (16,3% per la componente femminile). 

Nel 2012 gli occupati sono 22 milioni 899 mila, 69 mila in meno rispetto alla media del 2011. Il tasso di occupazione della popolazione 20-64 è pressoché stabile da qualche anno (61% nel 2012, 61,2% nel 2011), ma è sceso di due punti percentuali dal 2008. Il calo più vistoso è quello registrato dal tasso di occupazione per la classe di età 15-24, che dal 2008 ha perso 5,8 punti percentuali, passando dal 24,4 al 18,6%. Gli occupati a tempo determinato sono 2 milioni 375mila, il 13,8% dei lavoratori dipendenti. Si tratta in gran parte di giovani e donne. Gli occupati part-time sono invece 3 milioni 906 mila, il 17,1% dell'occupazione complessiva. In quest'ultimo caso prevale nettamente la componente femminile. 

Povertà relativa a massimi storici, top da 1997 
Come ci si poteva aspettare, la triste situazione occupazionale ha avuto ripercussioni anche nel contesto socio-economico. Nel 2012, riferisce sempre l'sitituto di statistica, il 12,7% delle famiglie residenti in Italia e il 15,8% degli individui si trova in condizione di povertà relativa. Si tratta dei valori più alti dal 1997, anno di inizio della serie storica. Nel corso degli anni, riferisce sempre l'Istat, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, soprattutto quelle con figli minori ne residentei al Sud. Fra queste ultime una famiglia su tre è relativamente povera e una su cinque lo è in senso assoluto. Le famiglie con tre o più minori risultano relativamente povere nel 17,1% dei casi, con un balzo in avanti di circa 6 punti percentuali solo tra il 2011 e il 2012. Nel Mezzogiorno risulta relativamente povero il 27,2% degli anziani (7,9% quelli assolutamente poveri).

Salari invariati rispetto al 2011
Nel 2012, scrive sempre l'Istat, la retribuzione mensile netta è di 1.304 euro per i lavoratori italiani e di 968 euro per gli stranieri. Rispetto al 2011, il salario netto mensile è rimasto quasi stabile per gli italiani (4 euro in più) mentre risulta in calo di 18 euro per gli stranieri, il valore più basso dal 2008. In media, la retribuzione degli uomini italiani è più elevata (1.432 euro) di quella corrisposta alle connazionali (1.146 euro). Il divario retributivo di genere è più accentuato per la popolazione straniera, con gli uomini che percepiscono in media 1.120 euro e le donne soltanto 793.