SPETTACOLO
Il compleanno
Un film all'anno in attesa del prossimo: Woody Allen, 80 anni, e non è ancora 'a pezzi'
Come sarà, come saranno i suoi prossimi film? Irrational Man arriva in Italia il 17 dicembre, poi c'è la sua prima serie tv prodotta da Amazon, e una nuova pellicola annunciata per il 2016, ancora senza titolo ma con Kristen Stewart: sarà lei la sua nuova musa? Sarà un film comico, drammatico, agrodolce? Un successo da Oscar o un flop? Quel che è certo è che Woody Allen non si ferma.

La media incredibile di un film all'anno; un corpus di opere che è stato paragonato a quello di Shakespeare; la presenza di un personaggio-marchio di fabbrica che attraversa quasi interamente la filmografia, dalla commedia al dramma; lo sdoganamento della psicanalisi, delle nevrosi, e di tematiche sessuali nel cinema; poche cadute che non ne hanno incrinato troppo il mito: ma gli elementi che possono aiutare a raccontare un autore vero come Woody Allen nel giorno del suo ottantesimo compleanno possono essere molti altri.
Lo definiamo autore perché è tra i pochi a Hollywood ad avere il controllo completo delle sue opere: dall'ideazione all'ultimo taglio di montaggio. Nel lungo documentario a lui dedicato da Robert B. Weide (Woody in italiano) lo vediamo armeggiare da artigiano, artista con macchina da scrivere, forbici e bianchetto con fogli e ritagli nella fase di stesura di un nuovo testo, fuori dagli schemi delle scuole di sceneggiatura, dei tre atti e dei climax, spinto solo dal talento.
Il Woody Allen (New York, 1º dicembre 1935) che molti conoscono è l'umorista che in gioventù faceva cabaret e scriveva gag per la televisione, che si pone problemi esistenziali e filosofici, che ruota idealmente intorno a New York, alla comunità ebraica, all'Europa, e che poi trasporta nel cinema questo universo, prima con risultati solo comici (Prendi i soldi e scappi), poi virando verso una sempre maggiore profondità e malinconia, per arrivare alla fase d'oro della sua carriera con due capolavori come Io e Annie e Manhattan.
Un altro Allen è quello che ha sperimentato per uscire dalla sua zona confortevole, guardando ai suoi miti (Antonioni, De Sica e Bergman, al cinema espressionista) per tentare una svolta drammatica. Ci riferiamo a Interiors (dove per la prima volta non appare come attore), Settembre, Ombre e nebbia. Questa ricerca lo porta ad una prima sintesi convincente tra commedia e tragedia in Crimini e misfatti e a una seconda prova rilevante con Match Point.
Poi ci sono le donne / mogli: Diane Keaton, Mia Farrow, che lui tradì con una ragazza da lei adottata, ovvero Soon-Yi Previn, che è ancora oggi sua moglie (sorvoliamo sulla lunga battaglia legale e le accuse di pedofilia, ma seguendo questo link potete leggere la difesa del regista). E le attrici, oltre alle già citate il regista ha avuto una fase Scarlett Johansson mentre ora è in fase Emma Stone, tante muse che lo hanno definito e che ne sono state artisticamente innalzate.
Più o meno dal 2000 ad oggi il regista ha iniziato a collezionare film accolti male dai critici e dal pubblico, in particolare dopo la firma con la casa di produzione DreamWorks SKG: La maledizione dello scorpione di giada, Hollywood Ending, Anything Else e Melinda e Melinda, pur contenendo ognuno di essi battute fulminanti che davano comunque sostanza agli appassionati. Ma negli anni '10 del nuovo secolo torna a convincere con un nuovo capolavoro, Midnight in Paris, e dirigendo un'intensa Cate Blanchett in Blue Jasmine.
Ci sarebbero poi i premi: citiamo solo i 4 Oscar, mai ritirati da lui personalmente per Io e Annie, Hannah e le sue sorelle e Midnight in Paris, le venti nomination oltre alle stauette vinte dai suoi attori e collaboratori. E il Leone d'oro alla carriera nel 1995 a Venezia. Per lui l'Italia, oltre al neorealismo, è sempre stata una nazione accogliente, che lo ha apprezzato (insieme alla Francia), dove ha girato To Rome with Love e dove ha scelto uno dei suoi più validi collaboratori, Carlo Di Palma, che forse aveva apprezzato vedendo i film di Antonioni, e che è diventato il suo direttore della fotografia per 10 anni, fino ad Harry a pezzi.
Come sarà, come saranno i suoi prossimi film? Irrational Man arriva in Italia il 17 dicembre, poi c'è la sua prima serie tv prodotta da Amazon, e una nuova pellicola annunciata per il 2016, ancora senza titolo ma con Kristen Stewart: sarà lei la sua nuova musa? Sarà un film comico, drammatico, agrodolce? Un successo da Oscar o un flop? Quel che è certo è che Woody Allen non si ferma.
Lo definiamo autore perché è tra i pochi a Hollywood ad avere il controllo completo delle sue opere: dall'ideazione all'ultimo taglio di montaggio. Nel lungo documentario a lui dedicato da Robert B. Weide (Woody in italiano) lo vediamo armeggiare da artigiano, artista con macchina da scrivere, forbici e bianchetto con fogli e ritagli nella fase di stesura di un nuovo testo, fuori dagli schemi delle scuole di sceneggiatura, dei tre atti e dei climax, spinto solo dal talento.
Il Woody Allen (New York, 1º dicembre 1935) che molti conoscono è l'umorista che in gioventù faceva cabaret e scriveva gag per la televisione, che si pone problemi esistenziali e filosofici, che ruota idealmente intorno a New York, alla comunità ebraica, all'Europa, e che poi trasporta nel cinema questo universo, prima con risultati solo comici (Prendi i soldi e scappi), poi virando verso una sempre maggiore profondità e malinconia, per arrivare alla fase d'oro della sua carriera con due capolavori come Io e Annie e Manhattan.
Un altro Allen è quello che ha sperimentato per uscire dalla sua zona confortevole, guardando ai suoi miti (Antonioni, De Sica e Bergman, al cinema espressionista) per tentare una svolta drammatica. Ci riferiamo a Interiors (dove per la prima volta non appare come attore), Settembre, Ombre e nebbia. Questa ricerca lo porta ad una prima sintesi convincente tra commedia e tragedia in Crimini e misfatti e a una seconda prova rilevante con Match Point.
Poi ci sono le donne / mogli: Diane Keaton, Mia Farrow, che lui tradì con una ragazza da lei adottata, ovvero Soon-Yi Previn, che è ancora oggi sua moglie (sorvoliamo sulla lunga battaglia legale e le accuse di pedofilia, ma seguendo questo link potete leggere la difesa del regista). E le attrici, oltre alle già citate il regista ha avuto una fase Scarlett Johansson mentre ora è in fase Emma Stone, tante muse che lo hanno definito e che ne sono state artisticamente innalzate.
Più o meno dal 2000 ad oggi il regista ha iniziato a collezionare film accolti male dai critici e dal pubblico, in particolare dopo la firma con la casa di produzione DreamWorks SKG: La maledizione dello scorpione di giada, Hollywood Ending, Anything Else e Melinda e Melinda, pur contenendo ognuno di essi battute fulminanti che davano comunque sostanza agli appassionati. Ma negli anni '10 del nuovo secolo torna a convincere con un nuovo capolavoro, Midnight in Paris, e dirigendo un'intensa Cate Blanchett in Blue Jasmine.
Ci sarebbero poi i premi: citiamo solo i 4 Oscar, mai ritirati da lui personalmente per Io e Annie, Hannah e le sue sorelle e Midnight in Paris, le venti nomination oltre alle stauette vinte dai suoi attori e collaboratori. E il Leone d'oro alla carriera nel 1995 a Venezia. Per lui l'Italia, oltre al neorealismo, è sempre stata una nazione accogliente, che lo ha apprezzato (insieme alla Francia), dove ha girato To Rome with Love e dove ha scelto uno dei suoi più validi collaboratori, Carlo Di Palma, che forse aveva apprezzato vedendo i film di Antonioni, e che è diventato il suo direttore della fotografia per 10 anni, fino ad Harry a pezzi.
Come sarà, come saranno i suoi prossimi film? Irrational Man arriva in Italia il 17 dicembre, poi c'è la sua prima serie tv prodotta da Amazon, e una nuova pellicola annunciata per il 2016, ancora senza titolo ma con Kristen Stewart: sarà lei la sua nuova musa? Sarà un film comico, drammatico, agrodolce? Un successo da Oscar o un flop? Quel che è certo è che Woody Allen non si ferma.