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MONDO

I sospetti su possibili torture in carcere

Bielorussia, la confessione sulla tv pubblica di Protasevich. Sdegno Ue: "Estorta"

Protasevich è stato un punto di riferimento durante le proteste antiregime scatenate lo scorso anno dopo l'elezione controversa di Lukashenko

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Il regime di Lukashenko la chiama "intervista", ma per molti osservatori le dichiarazioni dell'oppositore bielorusso Roman Protasevich mandate in onda dalla Tv di stato sono in realtà tutt'altro: il risultato di una palese violazione dei diritti umani, una confessione strappata con la forza, un nuovo sopruso delle autorità bielorusse dopo il dirottamento del volo Ryanair su Misk, per falso allarme bomba, per arrestare l'oppositore politico.

In onda Protasevich ammette di aver organizzato "disordini di massa", di aver cercato di rovesciare il governo di Lukashenko e di aver "cominciato a capire" che il despota "stava agendo correttamente" e di "rispettarlo".

"Conosco mio figlio molto bene e non credo che direbbe mai queste cose", ha dichiarato suo padre Dmitri. "Nessuno dovrebbe credere a queste parole perché sono state estorte con l'abuso e la tortura", continua l'uomo. "Ho visto chiaramente i segni delle manette e i lividi sulle braccia", ha dichiarato la madre Natalia.

Dello stesso parere anche Amnesty International, secondo cui il giornalista di 26 anni aveva "ferite visibili" ai polsi e parlava "sotto una pressione psicologica intollerabile". Protasevich era "chiaramente sotto costrizione", ha dichiarato da parte sua il capo della diplomazia britannica Dominic Raab definendo l'episodio "inquietante", ed è dello stesso avviso il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, secondo cui la presunta confessione è "assolutamente vergognosa e poco plausibile". "Questa - ha continuato - è una vergogna per l'emittente televisiva e per la leadership bielorussa che mostra ancora una volta il suo disprezzo per la democrazia e, va detto, per l'umanità".

Il filmato sembra avere prima di tutto un obiettivo propagandistico: quello di screditare l'opposizione e il movimento di protesta. In 90 minuti, Protasevich appare provato, dice persino che è "inutile" continuare a protestare contro Lukashenko, cioè contro colui che appena il mese scorso chiamava "dittatore". In alcuni passaggi afferma di aver deciso spontaneamente di parlare in tv. Alla fine scoppia in lacrime e dice di sperare di potersi un giorno sposare e avere dei figli.

Protasevich rischia 15 anni per "disordini di massa" ed è stato inserito nella lista degli individui potenzialmente "coinvolti in attività terroristica". Lo sdegno della Ue e Usa si concretizza con nuove sanzioni contro il regime e l'Europa ha congelato i voli verso la Bielorussia e il sorvolo del paese.

Anche la leader dell'opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya ha invitato la comunità internazionale a intervenire congiuntamente sostenendo che Roman abbia rilasciato quelle dichiarazioni perché costretto: con la violenza, ha affermato, "puoi far dire a una persona qualunque cosa tu voglia. Lukashenko era una minaccia per la sicurezza europea anche prima del dirottamento del volo Ryanair e del rapimento di Roman Protasevich. Non sappiamo fin dove il regime possa spingersi ora in altri atti di terrorismo di stato" e per questo, dice la leader dell'opposizione in un'intervista a La Repubblica, "l'Europa e tutti i paesi democratici non possono più chiudere gli occhi".

Tikhanovskaja, che vive a Vilnius dal 2020, dopo essere stata costretta alla fuga, prevede di insediare un governo in Esilio chiedendone il riconoscimento alla comunità internazionale. "Abbiamo discusso questa possibilità fin dallo scorso settembre, ma in quel momento credevamo che tutto sarebbe successo molto in fretta e che ci saremmo liberati del regime in breve tempo e che quindi non fosse necessario un Governo in Esilio. Ora invece ci poniamo questa domanda sempre più spesso, e questa è una delle nostre opzioni. Sono convinta che forse sia il momento di compiere questa scelta", afferma.