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ITALIA

Operazione dei Carabinieri del Ros

Terrorismo: individuati i sequestratori del cooperante italiano in Siria

Federico Motka, rapito in Siria nel marzo 2013, rimase nelle mani dei terroristi dello Stato Islamico per 14 mesi: fu liberato il 26 maggio 2014. Motka si trovava in Siria come coordinatore di interventi umanitari per conto di un'organizzazione non governativa francese

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Individuati i sequestratori del cooperante italiano Federico Motka, che fu rapito in Siria nel 2013. I Carabinieri del Ros stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip di Roma su richiesta del "Gruppo antiterrorismo" della locale Procura Distrettuale, nei confronti di alcuni appartenenti all'Isis, gravemente indiziati di associazione con finalità di terrorismo internazionale e sequestro di persona a scopo di terrorismo. Grazie anche alla cooperazione giudiziaria e di polizia attivata tra i Paesi europei interessati, è stato possibile ricostruire le varie fasi del sequestro e identificare buona parte dei componenti del gruppo terroristico. 

Federico Motka, rapito in Siria nel marzo 2013, rimase nelle mani dei terroristi dello Stato Islamico per 14 mesi: fu liberato il 26 maggio 2014. Motka si trovava in Siria come coordinatore di interventi umanitari per conto di una organizzazione non governativa francese e in precedenza, aveva lavorato in altri territori di guerra e ad alto rischio, come l'Afghanistan.

I luoghi di prigionia di Motka il video dei Carabinieri



Questo documento video ricostruisce le varie fasi del sequestro, gli spostamenti e i luoghi di prigionia del cittadino italiano nelle mani dell'Isis.

Il sequestro di Motka il 12 marzo 2013
Federico Motka e il cittadino britannico David Haines Cawthorne, entrambi dipendenti dell’Ong francese Acted (Agence d’Aide à la Coopération Technique et au Développement, con sede a Parigi), veniva sequestrato nei pressi del campo profughi di Atmeh, in Siria, non distante dal confine con la Turchia, mentre, a bordo di un veicolo dell’organizzazione non governativa (condotto da un dipendente locale di Acted, loro interprete) si dirigeva presso la sede di quest’ultima, in una guest-house di Atmeh, provenienti da una località a sud-est di Aleppo. 

Motka, che era in Siria dall’8 marzo 2013, venne sequestrato intorno alle 17 del 12 marzo da un gruppo di jihadisti, armati di fucili mitragliatori. I terroristi dopo aver bloccato il mezzo su cui viaggiavano Motka e Haines, li avevano caricati nel bagagliaio di un fuoristrada, trasportandoli presso il primo dei luoghi di detenzione, distante due ore di viaggio.

Nel corso della lunga prigionia, Federico Motka veniva in contatto con numerosi ostaggi provenienti da svariati Paesi europei ed extracomunitari, condividendo periodi di detenzione con alcuni rapiti assurti tragicamente agli onori della cronaca, come i giornalisti statunitensi James Wright Foley e Steven Joel Sotloff, trucidati nel corso di barbare esecuzioni pubblicate da Stato Islamico e diffuse sui media internazionali, nonché il fotografo e corrispondente di guerra britannico John Cantlie, noto per essere stato costretto a svolgere il ruolo di reporter dello Stato Islamico, tutt’ora irreperibile.

David Haines, rapito insieme al Motka, veniva decapitato a settembre 2014 da Mohamed Emwazi. I 14 mesi di detenzione, durante i quali tutti gli ostaggi sono stati sottoposti ad un regime detentivo durissimo con episodi di crudeltà disumana, sono stati scanditi da 11 trasferimenti in altrettanti luoghi di prigionia distribuiti nella parte settentrionale della Siria all’epoca sotto il progressivo controllo di Stato Islamico.

Le indagini hanno consentito la completa ricostruzione delle fasi del sequestro e l’identificazione di molti carcerieri, anche attraverso una estesissima cooperazione giudiziaria e di polizia attivata tra i Paesi europei interessati, il tutto arricchito dal contributo dall’Intelligence italiana.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti delle seguenti persone: Davis Aine Leslie (nome di battaglia - n.d.b. - Abu Saleh), nato nel Regno Unito nel 1984; Kotey Alexanda Amon (n.d.b. Abu Seed), nato nel Regno Unito nel 1983; Elsheikh El Shafee (n.d.b. Abu Aisha), nato in Sudan nel 1988, cresciuto nel Regno Unito; Nemmouche Mehdi (n.d.b. Abu Omar), nato in Francia nel 1985, detenuto in Belgio; Alilou Soufiane (n.d.b. Abu Jihad), nato in Belgio nel 1993, detenuto in Belgio; Benghalem Salim (n.d.b. Abu Mohamed), nato in Francia nel 1980. Di quest’ultimo si sono perse le tracce mesi addietro ed è verosimile che sia morto in Siria nel corso delle operazioni belliche. 

In particolare nell’ampio gruppo di rapitori, è stata identificata una cellula formata da jihadisti anglofoni, soprannominati dagli ostaggi “the Beatles” (composta da Davis Aine Leslie, Kotey Alexanda Amon, Elsheikh El Shafee e Emwazi Mohamed), i più violenti tra i sequestratori, autori di torture e violenze immotivate, ed un gruppo di jihadisti francofoni costituito, tra gli altri, da Nemmouche Mehdi, Laachraoui Najim, Benghalem Salim e Alilou Soufiane.

Emwazi, nome di battaglia Abu Mughareb, è noto alle cronache internazioni come l’autore di numerose decapitazioni, soprannominati “Jihadi John”, di origini Kuwaitiane, è deceduto in Siria il 12 novembre 2015.

Nemmouche Mehdi è l’autore della strage compiuta al Museo Ebraico di Bruxelles il 24 maggio 2014.

Laachraoui Najim è uno dei suicidi dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles (Belgio) il 22.3.2016.