MONDO
Gesti semplici e parole rivoluzionarie
Un anno con Francesco, il Papa semplice della rivoluzione gentile
È venuto dalla fine del mondo e ha subito cambiato il volto del Vaticano. Vicino ai poveri e agli ultimi, pone le basi per una riforma della Curia. Un anno di pontificato pieno di gesti semplici e sorprendenti e una forte predicazione
Roma
La prima volta di un Papa sudamericano. La prima volta che un Papa si dimette. Il primo Papa che sceglie il nome Francesco. Comincia in circostanze eccezionali il pontificato di Jorge Mario Bergoglio: alle 20,13 del 13 marzo 2013, tutto il mondo rivolge lo sguardo verso San Pietro, si interroga sul futuro della Chiesa e lui, con le prime parole, sorprende tutti: chiede sostegno, con la preghiera.
Il Papa venuto dalla fine del mondo
Arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio ha 76 anni; un gesuita da sempre vicino al suo popolo, noto per uno stile di vita essenziale e generoso: la sua porta è aperta per tutti, viaggia in autobus, si occupa prima degli ultimi. Dopo l’elezione ci tiene a presentarsi come il vescovo di Roma e subito, all’alba del suo primo giorno con la veste bianca chiede di pregare a Santa Maria Maggiore.
Un Papa “semplice”
I fedeli, i religiosi e gli atei sono subito conquistati da quello che viene definito come lo stile semplice e diretto di Papa Francesco. Il suo primo angelus è il 17 marzo. Il saluto alla folla che riempie Piazza San Pietro è “Buongiorno”. Altre volte aggiungerà “buon pranzo”. Ma l’apparente semplicità del papa accompagna gesti forti e densi di significato: un messaggio cristiano pieno. Il primo Giovedì Santo lo celebra nel carcere minorile di casal del Marmo, a Roma: lava i piedi a due ragazze – una è musulmana. Tra le sue prime visite, una parrocchia romana. “Dalle periferie si vede meglio la reltà” – dice. Decide di restare a vivere nella Domus Sanctae Martae, la foresteria del Vaticano che ospita i religiosi di passaggio. Il giorno dopo l'elezione paga il conto personalmente.
Gli ultimi
È subito impegno a fianco degli ultimi: un richiamo forte per tutti i cristiani, per il clero. Il 22 giugno, la sua sedia al centro dell’aula Paolo VI resta vuota: “niente mondanità” è il suo esempio: e incontra i nunzi apostolici mentre nella sala si tiene un concerto. L’8 luglio visita Lampedusa: lancia una corona di fiori in mare per ricordare i migranti annegati. Le sue parole sono un forte richiamo alla compassione per i poveri in viaggio nel mondo. E poi, ancora: a fianco dei disoccupati – a Cagliari, dove visita il santuario mariano di Bonaria – dei malati – ad Assisi. Chiede alla Chiesa di spogliarsi della mondanità – “un cancro che uccide”, dice – e pone le basi per una riforma dello IOR. Nel giorno del suo 77esimo compleanno invita a pranzo tre clochard.
I due Papi
Su tutto, un legame affettuoso e sincero con Joseph Ratzinger, il Papa – ora emerito – che ha lasciato. I due uomini vestiti di bianco si incontrano a Castel Gandolfo il 23 marzo. E’ un’immagine senza precedenti nella storia. “Siamo fratelli” – dice Francesco e invita Benedetto a pregare a fianco a lui. La prima enciclica di Francesco è la “Lumen Fidei”: sviluppo del lavoro che Ratzinger non ha completato. I due Papi si ritrovano quando Francesco consacra lo Stato del Vaticano a San Giuseppe e San Michele Arcangelo.
I viaggi, la pace
A luglio Papa Francesco è nel suo Sudamerica. A Rio De Janerio parla a tre milioni di persone sulla spiaggia di Copacabana: “conto su di voi, demolite la violenza e l’odio”. E la pace torna sempre nei suoi discorsi: innumerevoli gli appelli per fermare il bagno di sangue in Siria. “I conventi – dice – devono ospitare i rifugiati”. Per Time, Bergoglio è la persona dell’anno 2013. Sorprende tutti dicendo: “se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?”. Poi: chiede attenzione per la condizione dei divorziati, per la vita spirituale delle famiglie nuove - i bambini con genitori omosessuali – parla della donna nella Chiesa. Nella Cappella Sistina battezza la figlia di una coppia sposata solo civilmente.
Gerusalemme, il Mondo
Francesco prepara un pellegrinaggio in Terra Santa. Affida a una commissione di 8 cardinali la riforma della Curia Romana. Prega semplicemente – sempre – con la folla che lo ascolta. Utilizza i social network, parla a tutto il mondo. E per gli esercizi spirituali va ad Ariccia, in provincia di Roma, in autobus. I suoi gesti piccoli e diretti, che parlano a tutti, arrivano al cuore di ognuno, in tutto il mondo, e hanno già cambiato la storia del papato.
di Giuseppe SolinasLa prima volta di un Papa sudamericano. La prima volta che un Papa si dimette. Il primo Papa che sceglie il nome Francesco. Comincia in circostanze eccezionali il pontificato di Jorge Mario Bergoglio: alle 20,13 del 13 marzo 2013, tutto il mondo rivolge lo sguardo verso San Pietro, si interroga sul futuro della Chiesa e lui, con le prime parole, sorprende tutti: chiede sostegno, con la preghiera.
Il Papa venuto dalla fine del mondo
Arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio ha 76 anni; un gesuita da sempre vicino al suo popolo, noto per uno stile di vita essenziale e generoso: la sua porta è aperta per tutti, viaggia in autobus, si occupa prima degli ultimi. Dopo l’elezione ci tiene a presentarsi come il vescovo di Roma e subito, all’alba del suo primo giorno con la veste bianca chiede di pregare a Santa Maria Maggiore.
Un Papa “semplice”
I fedeli, i religiosi e gli atei sono subito conquistati da quello che viene definito come lo stile semplice e diretto di Papa Francesco. Il suo primo angelus è il 17 marzo. Il saluto alla folla che riempie Piazza San Pietro è “Buongiorno”. Altre volte aggiungerà “buon pranzo”. Ma l’apparente semplicità del papa accompagna gesti forti e densi di significato: un messaggio cristiano pieno. Il primo Giovedì Santo lo celebra nel carcere minorile di casal del Marmo, a Roma: lava i piedi a due ragazze – una è musulmana. Tra le sue prime visite, una parrocchia romana. “Dalle periferie si vede meglio la reltà” – dice. Decide di restare a vivere nella Domus Sanctae Martae, la foresteria del Vaticano che ospita i religiosi di passaggio. Il giorno dopo l'elezione paga il conto personalmente.
Gli ultimi
È subito impegno a fianco degli ultimi: un richiamo forte per tutti i cristiani, per il clero. Il 22 giugno, la sua sedia al centro dell’aula Paolo VI resta vuota: “niente mondanità” è il suo esempio: e incontra i nunzi apostolici mentre nella sala si tiene un concerto. L’8 luglio visita Lampedusa: lancia una corona di fiori in mare per ricordare i migranti annegati. Le sue parole sono un forte richiamo alla compassione per i poveri in viaggio nel mondo. E poi, ancora: a fianco dei disoccupati – a Cagliari, dove visita il santuario mariano di Bonaria – dei malati – ad Assisi. Chiede alla Chiesa di spogliarsi della mondanità – “un cancro che uccide”, dice – e pone le basi per una riforma dello IOR. Nel giorno del suo 77esimo compleanno invita a pranzo tre clochard.
I due Papi
Su tutto, un legame affettuoso e sincero con Joseph Ratzinger, il Papa – ora emerito – che ha lasciato. I due uomini vestiti di bianco si incontrano a Castel Gandolfo il 23 marzo. E’ un’immagine senza precedenti nella storia. “Siamo fratelli” – dice Francesco e invita Benedetto a pregare a fianco a lui. La prima enciclica di Francesco è la “Lumen Fidei”: sviluppo del lavoro che Ratzinger non ha completato. I due Papi si ritrovano quando Francesco consacra lo Stato del Vaticano a San Giuseppe e San Michele Arcangelo.
I viaggi, la pace
A luglio Papa Francesco è nel suo Sudamerica. A Rio De Janerio parla a tre milioni di persone sulla spiaggia di Copacabana: “conto su di voi, demolite la violenza e l’odio”. E la pace torna sempre nei suoi discorsi: innumerevoli gli appelli per fermare il bagno di sangue in Siria. “I conventi – dice – devono ospitare i rifugiati”. Per Time, Bergoglio è la persona dell’anno 2013. Sorprende tutti dicendo: “se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarlo?”. Poi: chiede attenzione per la condizione dei divorziati, per la vita spirituale delle famiglie nuove - i bambini con genitori omosessuali – parla della donna nella Chiesa. Nella Cappella Sistina battezza la figlia di una coppia sposata solo civilmente.
Gerusalemme, il Mondo
Francesco prepara un pellegrinaggio in Terra Santa. Affida a una commissione di 8 cardinali la riforma della Curia Romana. Prega semplicemente – sempre – con la folla che lo ascolta. Utilizza i social network, parla a tutto il mondo. E per gli esercizi spirituali va ad Ariccia, in provincia di Roma, in autobus. I suoi gesti piccoli e diretti, che parlano a tutti, arrivano al cuore di ognuno, in tutto il mondo, e hanno già cambiato la storia del papato.