ITALIA
Lo rileva l'Osservatorio il Centauro-Asaps
Sicurezza stradale: in 6 anni oltre 600 morti e quasi 5000 feriti causati da pirati della strada
Il 26,4% dei conducenti protagonisti di episodi di pirateria stradale sono risultati ubriachi e/o drogati. Una percentuale sottostimata secondo il presidente dell'Asaps, l'Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale
E’ di 653 morti bilancio delle vittime dei pirati della strada negli ultimi 6 anni. Lo rileva l'Osservatorio il Centauro-Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale). Un dato a cui va aggiunto quello dei feriti (4.943) e quello degli episodi di pirateria stradale (4.168).
Un bilancio sottostimato
Il 26,4% dei conducenti protagonisti di questi episodi sono risultati ubriachi e/o drogati. "Ma attenzione - spiega Giordano Biserni, presidente dell'Asaps – parliamo solo della percentuale dei pirati identificati immediatamente dopo la fuga a seguito dell'incidente. È quindi da considerare fortemente sottostimata: è evidente che quando la cattura avviene a distanza di ore o di giorni i fumi dell'alcol o della droga sono svaniti. E' facile stimare, quindi, che il 40/50% dei pirati fosse sotto l'effetto dell'alcol o droga".
Molti i casi aperti
L'Asaps segnala inoltre che il 65% dei pirati sono stati identificati: "2.711, ma con 2.233 casi rimasti aperti" sottolinea Biserni. Conteggiati anche 682 pirati della strada stranieri, pari al 25,1% del totale (uno su quattro).
Per l'Asaps "si è in una sfera di alta trasgressività e ogni caso letale diviene un caso esemplare di omicidio stradale”. Secondo l’Associazione "la prospettiva di un taglio radicale della risorsa pubblica destinata alle polizie, se operata senza un criterio funzionale, rischia di ingessare l'azione di polizia, che si fonda oggi sulla capacità degli organi investigativi di chiudere sempre più casi grazie alla tecnologia".
La prevenzione
Un capitolo a sé è quello della prevenzione: "Prendere un pirata che fugge dopo aver investito una persona è certo la risposta massima all'emergenza che si attiva con l'evento, ma fermare un potenziale pirata prima che l'ebbrezza o un'altra delle cause favorenti lo conducano a dare gas dopo un incidente, trasformando la strada in una scena del crimine, significa bonificare il territorio stradale".
Un bilancio sottostimato
Il 26,4% dei conducenti protagonisti di questi episodi sono risultati ubriachi e/o drogati. "Ma attenzione - spiega Giordano Biserni, presidente dell'Asaps – parliamo solo della percentuale dei pirati identificati immediatamente dopo la fuga a seguito dell'incidente. È quindi da considerare fortemente sottostimata: è evidente che quando la cattura avviene a distanza di ore o di giorni i fumi dell'alcol o della droga sono svaniti. E' facile stimare, quindi, che il 40/50% dei pirati fosse sotto l'effetto dell'alcol o droga".
Molti i casi aperti
L'Asaps segnala inoltre che il 65% dei pirati sono stati identificati: "2.711, ma con 2.233 casi rimasti aperti" sottolinea Biserni. Conteggiati anche 682 pirati della strada stranieri, pari al 25,1% del totale (uno su quattro).
Per l'Asaps "si è in una sfera di alta trasgressività e ogni caso letale diviene un caso esemplare di omicidio stradale”. Secondo l’Associazione "la prospettiva di un taglio radicale della risorsa pubblica destinata alle polizie, se operata senza un criterio funzionale, rischia di ingessare l'azione di polizia, che si fonda oggi sulla capacità degli organi investigativi di chiudere sempre più casi grazie alla tecnologia".
La prevenzione
Un capitolo a sé è quello della prevenzione: "Prendere un pirata che fugge dopo aver investito una persona è certo la risposta massima all'emergenza che si attiva con l'evento, ma fermare un potenziale pirata prima che l'ebbrezza o un'altra delle cause favorenti lo conducano a dare gas dopo un incidente, trasformando la strada in una scena del crimine, significa bonificare il territorio stradale".