La lotta al coronavirus
Conte vede i capi delegazione dei partiti di governo. Dpcm atteso per stasera
Tra i temi più dibattuti, quello della chiusura delle palestre (fermo 'no' delle Regioni) e i doppi turni mattina/pomeriggio alle superiori, ipotesi che vede la contrarietà del ministro Azzolina. Ci sarebbe accordo su una stretta localizzata per l'orario dei locali e il potenziamento del Tpl

Riunione tra Conte e i capi delegazione dei partiti di governo, dopo il vertice sul nuovo Dpcm con le Regioni, per contenere la diffusione del contagio di Covid19. La riunione è terminata dopo circa tre ore.
Tra i temi più dibattuti, con una certa tensione, a quanto si apprende, c'è quello della chiusura delle palestre, che sarebbe sostenuta da alcuni ministri, ma non da quello dello Sport né dalle Regioni.
Al centro della discussione anche il dossier scuola: il ministro Lucia Azzolina sarebbe stato contattato a un certo punto della riunione e si sarebbe discusso, in particolare, dell'ipotesi, cui lei si sarebbe detta contraria, dei doppi turni mattina/pomeriggio alle superiori.
Ora le proposte del governo sono di nuovo al vaglio di Regioni e Cts per un parere, come avviene sempre prima del varo di un Dpcm. Seguirà, quindi, la conferenza stampa di Conte per illustrare le misure che entreranno in vigore domani.
Nell'ultima bozza del testo, sulle palestre si legge: "L'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte presso palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, ovvero presso altre strutture ove si svolgono attività dirette al benessere dell'individuo attraverso l'esercizio fisico, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall'Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome".
La bozza del nuovo Dpcm in circolazione prevede, tra l'altro, che dopo le 21 i Sindaci potranno ordinare "la chiusura al pubblico di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private".
Quanto alla scuola, fino alle medie confermata la didattica in presenza, mentre "le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica" anche "incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza" anche "attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani" e "disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9".
Si prevede inoltre lo stop a convegni e congressi in presenza. Cerimonie pubbliche solo nel rispetto dei protocolli e con distanziamenti rigorosi. Riguardo i locali, "le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 fino alle ore 24,00 con consumo al tavolo, e con un massimo di sei persone per tavolo, e fino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo".
Gualtieri: "Non vogliamo un nuovo lockdown"
"Noi non vogliamo un nuovo lockdown e pensiamo di poterlo evitare ma per farlo occorre che ci sia la massima attuazione delle misure di contenimento già varate e delle nuove misure che saranno oggi annunciate e che servono a prevenire un nuovo lockdown" ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ospite a Che tempo che fa. "La strada da qui al vaccino è la più difficile ed è l'ultimo miglio che dobbiamo percorrere insieme. Serve responsabilità dai cittadini ed anche noi abbiamo una grossa responsabilità". Quanto alle misure del Dpcm, il ministro ha detto che sono "misure giuste, proporzionate e adeguate"
Il vertice con le Regioni
Alla riunione, convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, hanno partecipato i rappresentanti di Regioni, Comuni ed Enti locali e i ministri della Salute Roberto Speranza, della Scuola Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, dell'Università Gaetano Manfredi. Presenti anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli e il commissario all'emergenza Domenico Arcuri.
Sul tavolo, appunto, la scuola e l'orario di chiusura dei locali. Il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha riferito di sintonia con il governo sulle misure. Ma mentre si va verso un accordo su una stretta localizzata per l'orario dei locali, è rimasto aperto il capitolo scuola, con le Regioni che hanno chiesto più didattica a distanza, mentre la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha da subito tenuto il punto sulla didattica in presenza. L'altro nodo da sciogliere, come detto, quello sulle palestre: fermo 'no' dei governatori alla chiusura ipotizzata dall'Esecutivo. I singoli governatori potranno comunque applicare misure estreme legate all'andamento del contagio.
I governatori chiedono di indicare nel Dpcm più didattica a distanza
La richiesta delle Regioni al governo, a quanto si apprende, è che se si decide di potenziare la didattica a distanza piuttosto che differenziare gli ingressi a scuola, anche su più turni, sia indicato in una norma nel prossimo Dpcm. Il ministro Boccia, sempre secondo quanto si è appreso, ha invitato i ministri Azzolina, De Micheli e Manfredi a tradurre in norme le richieste di Regioni ed Enti locali. La scuola in presenza "è fondamentale per tutti, dai più piccoli all'ultimo anno del secondo grado" è stata la posizione ribadita dal ministro Azzolina. Il ministro ha inoltre ricordato che per le secondarie di secondo grado (superiori) una parte di didattica digitale "è già presente".
Il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, ha dal canto suo dichiarato "massima disponibilità" nel potenziamento del trasporto pubblico locale. "Ci sono già 1.628 bus turistici in circolazione e siamo disponibili a potenziare il sistema".
Ingressi scaglionati per le superiori, novità per i lavoratori
La stessa De Micheli, ospite di Mezz'Ora in più, ha anticipato che non ci sarà una riduzione della quota di riempimento dei mezzi di trasporto locali, ma l'adozione di altre misure: l'ingresso scaglionato per le scuole superiori, orari differenziati per i lavoratori e un maggior ricorso allo smart working rispetto al 50% attuale. Con le aziende si è poi concordato un maggior controllo sulle banchine delle metropolitane per agevolare i flussi di salita e discesa.
L'attenzione si è concentrata in particolare sul trasporto pubblico locale, che riguarda gli studenti sopra i 14 anni . "Abbiamo aperto il 18 maggio in base a uno studio preventivo dei flussi, anche per città. Il fabbisogno, anche nelle ore di punta, non supera il 70-75%. Noi abbiamo deciso di portarlo all'80% per essere sicuri che tutti possano essere trasportati. E oggettivamente abbiamo fatto un monitoraggio che ci dice che non superiamo queste percentuali. Ma la percezione della sicurezza è personale, è diversa" ha spiegato il ministro.
"Il coprifuoco è contro la nostra idea nella pandemia. Stiamo facendo di tutto per tenere in piedi il diritto alla vita durante la pandemia, esattamente il contrario del coprifuoco. Le regole che adotteremo non sono per i ristoranti, che ho visto rispettano le indicazioni, ma per quello che viene dopo" ha concluso De Micheli, precisando che "i limiti alla stretta sono legati soprattutto ai luoghi e modalità di vita che hanno in maniera scientificamente dimostrata un rischio maggiore di contagio".
Verso accordo su stretta localizzata per orari locali
"Una stretta alla movida, ma localizzata" è una delle proposte delle Regioni e al vaglio del governo. L'orario anticipato di chiusura dei locali alle 22 o alle 23 potrebbe, quindi, essere applicato solo in alcuni quartieri di quelle città o Comuni dove il contagio è più elevato o in altre zone dove è maggiore il rischio di assembramento, come i luoghi della movida e i centri storici. Su questa proposta ci sarebbe il parere favorevole di gran parte del Governo e delle stesse Regioni.
No alla chiusura delle palestre
Le Regioni si sono dette contrarie a una possibile misura restrittiva sulla chiusura delle palestre. "Non erano nelle proposte delle Regioni e non ci sono state prospettate dal governo misure di limitazione per parrucchieri e centri estetici, così come neppure per palestre e piscine", ha confermato Bonaccini. Sulla questione è intervenuto il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che appoggia la posizione delle Regioni: "Non c'è evidenza scientifica di focolai per allenamenti singoli"
"Nessuna decisione è stata presa ancora in merito alla chiusura di palestre e piscine" fanno sapere fonti del ministero dello Sport, sottolineando "come il settore abbia affrontato ingenti spese per adeguare i propri spazi ai protocolli di sicurezza, e che nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all'allenamento individuale nei luoghi controllati". "Occorre valutare - proseguono le fonti del ministero dello Sport- se non sia peggio spingere migliaia di appassionati e di giovani nei parchi cittadini o proseguire, magari prevedendo maggiori controlli, con le attività regolamentate. Un settore che ha già avuto enormi perdite rischierebbe al contrario chiusure definitive".