ITALIA
Morti stabili, feriti in aumento
Aci lancia l'allarme: "Il reato di omicidio stradale non funziona. Aumentano i casi di pirateria"
Il report Asaps (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) fa il punto sui primi tre mesi dall'entrata in vigore della nuova norma

"Come temevamo il reato di omicidio stradale, così com'è concepito, non solo non funziona, ma è controproducente". E' il presidente dell'Automobile Club d'Italia, Angelo Sticchi Damiani, a evidenziarlo, intervendo così sui dati del report Asaps che fa il punto sui primi tre mesi dall'entrata in vigore della nuova norma.
Secondo Sticchi Damiani, i "dati evidenziano, infatti, la sostanziale stabilità del numero di morti sulle strade a fronte di un aumento del 16% dei feriti e, soprattutto, della crescita del 20% degli episodi di pirateria". "Sono troppi -spiega il Presidente dell'Aci- i conducenti che, contravvenendo al più ovvio dovere civile e morale, dopo aver provocato un incidente, vengono sopraffatti dalla paura delle conseguenze e optano per la fuga". "Come abbiamo già evidenziato durante le fasi di dibattimento della legge, non è pensabile - avverte Sticchi Damiani - che, per chi si ferma a prestare soccorso, scattino automaticamente le manette".
Il rischio secondo il presidente dell'Aci, "è che non si fermi più nessuno e che le omissioni di soccorso aumentino esponenzialmente". "È vero - conclude - che tre mesi sono troppo pochi per tracciare un bilancio, ma è fondamentale intervenire sulla norma prima che queste criticità rischino di compromettere le ragioni, validissime, che hanno guidato la mano del Legislatore".
Secondo Sticchi Damiani, i "dati evidenziano, infatti, la sostanziale stabilità del numero di morti sulle strade a fronte di un aumento del 16% dei feriti e, soprattutto, della crescita del 20% degli episodi di pirateria". "Sono troppi -spiega il Presidente dell'Aci- i conducenti che, contravvenendo al più ovvio dovere civile e morale, dopo aver provocato un incidente, vengono sopraffatti dalla paura delle conseguenze e optano per la fuga". "Come abbiamo già evidenziato durante le fasi di dibattimento della legge, non è pensabile - avverte Sticchi Damiani - che, per chi si ferma a prestare soccorso, scattino automaticamente le manette".
Il rischio secondo il presidente dell'Aci, "è che non si fermi più nessuno e che le omissioni di soccorso aumentino esponenzialmente". "È vero - conclude - che tre mesi sono troppo pochi per tracciare un bilancio, ma è fondamentale intervenire sulla norma prima che queste criticità rischino di compromettere le ragioni, validissime, che hanno guidato la mano del Legislatore".