ITALIA
Diritti lgbt
Tribunale di Napoli: "Trans potrà diventare donna all'anagrafe senza doversi operare"
Bruno potrà diventare Mina all’anagrafe senza dover ricorrere all’intervento chirurgico. La sentenza stabilisce che “per ottenere il riconoscimento giuridico dell’identità di genere prescelta è sufficiente una modifica dei caratteri sessuali secondari, realizzabile mediante cure ormonali"

Da uomo a donna senza bisturi: Bruno potrà diventare Mina all’anagrafe senza dover necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico. Lo ha deciso una sentenza emessa lo scorso 12 maggio dal Tribunale di Napoli Nord, secondo la quale “per ottenere il riconoscimento giuridico dell’identità di genere prescelta è sufficiente una modifica dei caratteri sessuali secondari, come la distribuzione delle masse muscolari e della forza, dell’adipe, dei peli, della laringe e della voce, delle mammelle, realizzabile normalmente mediante cure ormonali”. Il collegio giudicante era composto interamente da donne.
Il precedente della Cassazione
A dire il vero, esiste già un precedente. Analogo principio, infatti, era stato sancito lo scorso luglio dalla Cassazione, che aveva accolto il ricorso di una associazione per i diritti lgbt, dopo le decisioni del tribunale di Piacenza e della Corte d’appello di Bologna, contrarie al cambio d’anagrafe per una persona transessuale che non si era sottoposta all’intervento chirurgico.
"È la fine di un calvario"
“È la fine di un calvario", fa sapere Mina attraverso il suo avvocato Federica Medici, che l'ha assistita in questa battaglia iniziata dieci anni fa con l'avvio di un percorso terapeutico detto di ‘riassegnazione del sesso’. Mina da sette anni ha un compagno che le vuole bene. "E' orgogliosa di mostrare il suo documento di identità e porre fine ad inutili imbarazzi", tiene a sottolineare l'avvocato. "Per fortuna - dice il legale - la società, sia pure lentamente, si evolve".
Il precedente della Cassazione
A dire il vero, esiste già un precedente. Analogo principio, infatti, era stato sancito lo scorso luglio dalla Cassazione, che aveva accolto il ricorso di una associazione per i diritti lgbt, dopo le decisioni del tribunale di Piacenza e della Corte d’appello di Bologna, contrarie al cambio d’anagrafe per una persona transessuale che non si era sottoposta all’intervento chirurgico.
"È la fine di un calvario"
“È la fine di un calvario", fa sapere Mina attraverso il suo avvocato Federica Medici, che l'ha assistita in questa battaglia iniziata dieci anni fa con l'avvio di un percorso terapeutico detto di ‘riassegnazione del sesso’. Mina da sette anni ha un compagno che le vuole bene. "E' orgogliosa di mostrare il suo documento di identità e porre fine ad inutili imbarazzi", tiene a sottolineare l'avvocato. "Per fortuna - dice il legale - la società, sia pure lentamente, si evolve".