CULTURA
La crisi della cultura
Maestro Caetani accusa: "Pochi fondi per la musica, i politici vanno in discoteca"
Il grande direttore d'orchestra debutta con la Tosca alla Royal Opera House di Londra. Attesa per una rilettura inedita di un'opera molto amata nella tradizione operistica

"Sarà una Tosca moderna e totalmente nuova, ma nel pieno rispetto dello stile di Puccini e del testo": Oleg Caetani, uno dei più apprezzati direttori d'orchestra italiani a livello internazionale, è pronto a debuttare con la celebre opera alla prestigiosa Royal Opera House del Covent Garden di Londra. "Vivo questo debutto come un'esperienza speciale", ha detto il maestro, senza nascondere una certa emozione e l'orgoglio di continuare a proporre al pubblico della lirica un approccio filologico nell'interpretazione: "Come ho già fatto sempre a Londra con Bohème e Madama Butterfly, anche con Tosca partirò dal testo. Nella musica è importante suscitare sentimenti nel pubblico, non partire dalle proprie convinzioni".
Nuova veste per un'opera molto amata
L'autorevolezza e il coraggio di vestire di nuovo un'opera tanto amata e così profondamente radicata nella tradizione operistica dei più grandi teatri a Caetani di certo non mancano: "La Tosca è segnata da consuetudini consolidate da decenni, assolutamente non concepite da Puccini, che invece ha lasciato una partitura molto precisa", ha spiegato il direttore, "la prima rappresentazione di quest'opera risale a 114 anni fa e oggi non ha senso seguire ciò che accadeva in passato. Al Covent Garden la Tosca viene rappresentata ogni anno e l'orchestra la conosce a memoria", ha continuato ancora il maestro, "ma la mia fortuna è stata trovare qui dei musicisti generosi, disposti a seguirmi in questa operazione filologica. Anche i cantanti straordinari del cast, come Roberto Alagna, Oksana Dyka, Marco Vratogna, mi hanno assecondato ".
Una vita piena di successi
Nato a Losanna nel 1956 dal direttore d'orchestra ucraino Igor Markevitch e dall'italiana Donna Topazia Caetani, il maestro, cresciuto tra viaggi e studi intensi, nella sua dimensione internazionale mantiene sempre il cuore rivolto all'Italia. Soprattutto pensando al suo primo e più importante interlocutore: "Il pubblico italiano sta cambiando in meglio. E' diventato più critico e competente, e si avvicina a quello tedesco o inglese", ha dichiarato, spiegando che "negli ultimi quarant'anni in Italia non c'era mai stato un dissenso ma neppure un trionfo, a meno che sul palco non ci fosse una grande star. Il pubblico dei grandi teatri è sempre stato quello dell'alta borghesia, abituato a guardare ai nomi più che alla qualità. E' nei loggioni che ci sono gli spettatori più colti".
La crisi della cultura in Italia
Ma il maestro ci tiene a sottolineare che l'Italia continua ad essere terra di grandi artisti, anche oggi, in tempi di crisi: "Quello che mi rende più felice è l'evoluzione delle orchestre italiane verso una spettacolare qualità", ha affermato, "ho trovato musicisti fantastici e preparati anche in provincia, segno che l'educazione musicale in Italia è di altissimo livello e continua a crescere". E si toglie un sassolino dalla scarpa, non risparmiando la critica alla classe politica: "Peccato che la stessa cosa non possa dirsi circa l'attenzione che le istituzioni riservano all'opera e alla musica classica e sinfonica. E' un peccato, perché l'Italia avrebbe tante marce in più rispetto agli altri Paesi d'Europa", ha aggiunto, sottolineando con amarezza che "stiamo messi molto male: i fondi ormai sono pochi e dati con grave ritardo, e i politici, che un tempo si abbonavano al teatro, oggi sono ignoranti e vanno in discoteca".
Nuova veste per un'opera molto amata
L'autorevolezza e il coraggio di vestire di nuovo un'opera tanto amata e così profondamente radicata nella tradizione operistica dei più grandi teatri a Caetani di certo non mancano: "La Tosca è segnata da consuetudini consolidate da decenni, assolutamente non concepite da Puccini, che invece ha lasciato una partitura molto precisa", ha spiegato il direttore, "la prima rappresentazione di quest'opera risale a 114 anni fa e oggi non ha senso seguire ciò che accadeva in passato. Al Covent Garden la Tosca viene rappresentata ogni anno e l'orchestra la conosce a memoria", ha continuato ancora il maestro, "ma la mia fortuna è stata trovare qui dei musicisti generosi, disposti a seguirmi in questa operazione filologica. Anche i cantanti straordinari del cast, come Roberto Alagna, Oksana Dyka, Marco Vratogna, mi hanno assecondato ".
Una vita piena di successi
Nato a Losanna nel 1956 dal direttore d'orchestra ucraino Igor Markevitch e dall'italiana Donna Topazia Caetani, il maestro, cresciuto tra viaggi e studi intensi, nella sua dimensione internazionale mantiene sempre il cuore rivolto all'Italia. Soprattutto pensando al suo primo e più importante interlocutore: "Il pubblico italiano sta cambiando in meglio. E' diventato più critico e competente, e si avvicina a quello tedesco o inglese", ha dichiarato, spiegando che "negli ultimi quarant'anni in Italia non c'era mai stato un dissenso ma neppure un trionfo, a meno che sul palco non ci fosse una grande star. Il pubblico dei grandi teatri è sempre stato quello dell'alta borghesia, abituato a guardare ai nomi più che alla qualità. E' nei loggioni che ci sono gli spettatori più colti".
La crisi della cultura in Italia
Ma il maestro ci tiene a sottolineare che l'Italia continua ad essere terra di grandi artisti, anche oggi, in tempi di crisi: "Quello che mi rende più felice è l'evoluzione delle orchestre italiane verso una spettacolare qualità", ha affermato, "ho trovato musicisti fantastici e preparati anche in provincia, segno che l'educazione musicale in Italia è di altissimo livello e continua a crescere". E si toglie un sassolino dalla scarpa, non risparmiando la critica alla classe politica: "Peccato che la stessa cosa non possa dirsi circa l'attenzione che le istituzioni riservano all'opera e alla musica classica e sinfonica. E' un peccato, perché l'Italia avrebbe tante marce in più rispetto agli altri Paesi d'Europa", ha aggiunto, sottolineando con amarezza che "stiamo messi molto male: i fondi ormai sono pochi e dati con grave ritardo, e i politici, che un tempo si abbonavano al teatro, oggi sono ignoranti e vanno in discoteca".