MONDO
Dopo l'accordo con Atene per il nome del Paese
Referendum Macedonia, il premier Zaev: non mi dimetto, avanti verso la Ue e la Nato
Il voto, non vincolante, è stato però un fallimento: l'affluenza è stata del 34% circa, a fronte del quorum richiesto del 50%. "Senza maggioranza dei due terzi in Parlamento, voto anticipato a novembre", dice Zaev

Dopo il flop del referendum sul nome del Paese, con l'affluenza poco sopra al 34%, il premier macedone Zoran Zaev fa sapere che non intende dimettersi e rilancia: "E' stato un referendum di successo, la maggioranza dei cittadini ha votato sì. Parleremo con i nostri avversari in Parlamento, e se avremo la maggioranza dei due terzi per le modifiche costituzionali andremo avanti con l'attuazione dell'accordo con la Grecia. Se non l'avremo andremo presto ad elezioni anticipate". Secondo il premier, il voto potrebbe tenersi già il prossimo novembre. "Non c'è alternativa all'adesione della Macedonia a Ue e Nato".
Il sì al 91%
Secondo i risultati quasi definitivi, il 91,39 per cento dei macedoni che ha partecipato al referendum ha approvato l'accordo con la Grecia per rinominare "Repubblica di Macedonia del Nord" il piccolo stato dei Balcani. Ma più che il 5,71 per cento di "no", sono i circa due terzi degli elettori che non hanno votato ad avere indebolito Zoran Zaev. In un colloquio telefonico, il primo ministro greco Alexis Tsipras ha tuttavia elogiato "la determinazione" del suo omologo a "proseguire l'attuazione" dell'accordo tra i loro Paesi, mentre la Nato ha invitato "tutti i leader politici e i partiti a cogliere questa occasione storica" e l'Unione europea ha esortato tutte le parti a "rispettare" i risultati.
Il rebus maggioranza qualificata
Per l'approvazione delle modifiche costituzionali legate all'accordo con la Grecia per il nuovo nome, Repubblica di Macedonia del Nord, è richiesta la maggioranza dei due terzi e per raggiungerla, la coalizione del premier socialdemocratico ed europeista avrà bisogno di almeno una dozzina di parlamentari dell'opposizione. Hristijan Mickoski, il leader del principale partito di opposizione, l'alleanza conservatrice Vmro-Dpmne, si è astenuto dal voto perché ha considerato la questione referendaria "manipolativa".
Il quesito
Il quesito referendario non alludeva direttamente al nome definitivo che l'ex Repubblica jugoslava adotterà in caso di superamento del processo di ratifica, ma chiedeva ai cittadini di dire se appoggiano o meno "l'integrazione nell'Ue e nella Nato, accettando l'accordo tra la Repubblica di Macedonia e la Repubblica di Grecia".
L'intesa con Atene
L'accordo firmato tra i governi di Skopje e Atene lo scorso giugno mira a porre fine a una disputa che dura da 27 anni, che ha portato la Grecia a boicottare l'adesione del paese all'Ue e alla Nato. Il premier Zaev ha fortemente sostenuto il referendum, mentre il presidente nazionalista Gjorgje Ivanov ha invitato al boicottaggio.
Il sì al 91%
Secondo i risultati quasi definitivi, il 91,39 per cento dei macedoni che ha partecipato al referendum ha approvato l'accordo con la Grecia per rinominare "Repubblica di Macedonia del Nord" il piccolo stato dei Balcani. Ma più che il 5,71 per cento di "no", sono i circa due terzi degli elettori che non hanno votato ad avere indebolito Zoran Zaev. In un colloquio telefonico, il primo ministro greco Alexis Tsipras ha tuttavia elogiato "la determinazione" del suo omologo a "proseguire l'attuazione" dell'accordo tra i loro Paesi, mentre la Nato ha invitato "tutti i leader politici e i partiti a cogliere questa occasione storica" e l'Unione europea ha esortato tutte le parti a "rispettare" i risultati.
Il rebus maggioranza qualificata
Per l'approvazione delle modifiche costituzionali legate all'accordo con la Grecia per il nuovo nome, Repubblica di Macedonia del Nord, è richiesta la maggioranza dei due terzi e per raggiungerla, la coalizione del premier socialdemocratico ed europeista avrà bisogno di almeno una dozzina di parlamentari dell'opposizione. Hristijan Mickoski, il leader del principale partito di opposizione, l'alleanza conservatrice Vmro-Dpmne, si è astenuto dal voto perché ha considerato la questione referendaria "manipolativa".
Il quesito
Il quesito referendario non alludeva direttamente al nome definitivo che l'ex Repubblica jugoslava adotterà in caso di superamento del processo di ratifica, ma chiedeva ai cittadini di dire se appoggiano o meno "l'integrazione nell'Ue e nella Nato, accettando l'accordo tra la Repubblica di Macedonia e la Repubblica di Grecia".
L'intesa con Atene
L'accordo firmato tra i governi di Skopje e Atene lo scorso giugno mira a porre fine a una disputa che dura da 27 anni, che ha portato la Grecia a boicottare l'adesione del paese all'Ue e alla Nato. Il premier Zaev ha fortemente sostenuto il referendum, mentre il presidente nazionalista Gjorgje Ivanov ha invitato al boicottaggio.